Giovedì 21 Novembre 2024 - Anno XXII

Il fascino dei deserti californiani

Andiamo alla scoperta delle zone desertiche della California, soffermandoci in particolare sui paesaggi mozzafiato della Death Valley e del Joshua Tree National Park

La Death Valley
La Death Valley

Il deserto è un luogo affascinante che suscita emozioni diverse nel visitatore: prima fra tutte una sensazione di pace dovuta al silenzio e alla vista di un paesaggio caratterizzato da tonalità di colori uniche e indescrivibili. Poi una sensazione di solitudine, abbinata ad un leggero timore: chiunque abbia attraversato le strade desolate della Death Valley ha pensato anche solo per un istante alle conseguenze di un’avaria al motore. E infine fa sentire il visitatore piccolo, piccolo di fronte ad una natura che è padrona del luogo e che in quel momento ha deciso di ospitarti, ma solo per un breve periodo, perché nessuno può resistere a lungo nel deserto. E’ proprio l’inverno la stagione migliore per andare alla scoperta dei deserti della California, che spesso in estate toccano i 45 gradi e sono quindi frequentati solo dai viaggiatori più avventurosi.

La valle della morte

Badwater Basin
Badwater Basin

Il deserto più conosciuto della California è sicuramente all’interno del parco nazionale della Death Valley, la famosa Valle della Morte, più volte immortalata nei film per il suo scenario quasi lunare. La visita parte dal Badwater Basin, il bacino endoreico che si trova a 86 metri sotto il livello del mare ed è quindi il punto più basso del Nord America. Il bacino visibile nel deserto è costituito da una modesta pozza d’acqua alimentata da una sorgente in prossimità della strada. L’acqua contenuta nel Badwater Basin è ricchissima di sali minerali tanto da risultare non potabile e meritarsi l’aggettivo di “bad” (cattiva), da cui prende il nome. Nonostante la salinità, la pozza presenta comunque vita vegetale e animale, compresi esemplari di piante alofite e insetti acquatici.

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Proseguendo nel viaggio incontriamo Zabrinskie Point, il paesaggio caratterizzato da formazioni di roccia spugnosa. Per gli appassionati di geologia è consigliata una tappa alla Racetrack Playa per vedere da vicino le famose “moving rocks” o pietre mobili. Si tratta di un fenomeno, per anni studiato da ricercatori, secondo il quale le pietre si muovono per lunghi percorsi, senza l’intervento di uomini o animali, bensì per l’azione congiunta del vento e del suolo che di notte gela.

Il Joshua Tree National Park

Inselberg of gods
Inselberg of gods

Dirigendoci verso sud est, si raggiunge il Joshua Tree National Park, luogo in cui si incontrano il deserto del Mojave e il deserto del Colorado. Gran parte dell’area è caratterizzata dai famosi “Joshua Tree”, alberi dalla forma molto particolare. Il nome Joshua tree fu dato da un gruppo di coloni mormoni che attraversarono il deserto del Mojave nella metà del XIX secolo. La particolare forma dell’albero ricordò loro una storia della Bibbia nella quale Giosuè alzava le braccia al cielo per pregare.

All’interno del parco nazionale è possibile inoltre imbattersi nei monzograniti, formazioni rocciose che si originarono più di 100 milioni di anni fa in seguito al raffreddamento del magma sotto la superficie terrestre. Le rocce erano caratterizzate da giunzioni ad angolo retto. Nel corso dei secoli le acque sotterranee che filtravano attraverso le giunzioni provocarono l’erosione degli spigoli vivi con la formazione di pietre tondeggianti. Infine brevi e rapide esondazioni delle acque portarono alla rimozione del terreno di copertura delle rocce lasciando in superficie accumuli di macigni. Gli affioramenti rocciosi che caratterizzano oggi questo luogo sono noti come monadnock o inselberg.

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Tutti gli appassionati di luoghi desertici potranno visitare sia la Valle della Morte che il Joshua Tree National Park comodamente seduti nella propria vettura, infatti sono presenti percorsi percorribili in macchina durante tutto l’anno. Attenzione solo a non rimanere senza benzina!

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