Venerdì 19 Aprile 2024 - Anno XXII

Manuel Rinaldi, viaggio come esperienza, energia, incognita

Un viaggio, a volte, può cambiare il corso della vita. Mondointasca ne parla con Manuel Rinaldi, giovane cantautore emiliano, fondatore dei “Pupilla”, band punk-rok. Manuel ci racconta della sua “fuga” a Brighton, in Inghilterra. “… stavo attraversando un momento di crisi… questo viaggio mi ha allargato la mente”.

Brighton Pavilion
Brighton Pavilion

Se vi spaventa l’idea di partire per visitare un paese lontano o, vista la crisi economica che sta attraversando l’Italia, il pensiero di trasferirvi per un periodo all’estero in cerca di un lavoro o semplicemente d’ispirazione, nel caso in caso in cui abbiate una vena creativa, prendete coraggio perché quel viaggio, che per ora state solo sognando, potrebbe cambiarvi la vita. Non c’è infatti viaggio, dal più al meno impegnativo, che non regali emozioni impagabili, incontri irripetibili ed esperienze uniche. Emozioni, incontri ed esperienze che, una volta fatto ritorno a casa, non vi faranno più sentire gli stessi. E non è tutto. I più “fortunati” potrebbero addirittura correre il rischio di trovare quello che fino ad allora avevano cercato invano. Com’è successo al cantautore emiliano Manuel Rinaldi, originario di Guastalla, una zona della bassa reggiana vicina alle rive del Po, che ha superato un momento di crisi artistica proprio grazie a un viaggio in Inghilterra. È stato infatti dopo un soggiorno a Brighton, durato diversi mesi, se il fondatore dei Pupilla, band punk-rock con cui nel 2001 ha pubblicato per EMI i singoli “Estate fantastica” e “Sono in festa” (nel 2007 collabora con Gianni Bella a un brano che gli consente l’ingresso all’Accademia di Sanremo mentre nel 2009 pubblica per l’etichetta Moltopop il singolo “Giornata diversa“) ha trovato l’ispirazione per voler produrre il suo primo album da solista, “10 Minuti”. Facendo le cose in grande.
Il disco, con sonorità brit-rock e testi caratterizzati da una spiccata dose di provocazione e ironia, e in cui la melodia orecchiabile si affianca al sound più ruvido della chitarra di Manuel, vanta infatti la produzione artistica di Fabio Ferraboschi (bassista de “i Rio” e importante autore di testi, tra cui “Invisibili“, brano che ha scritto insieme a Cristiano De André) e la collaborazione alle chitarre di Cris Maramotti (ex chitarrista di Piero Pelù).

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«10 Minuti è un disco – ci racconta Manuel Rinaldi – fortemente voluto dopo un periodo di riflessione musicale in cui cercavo “la mia strada”. Racchiude degli spaccati di vita, pensieri e riflessioni reali. È provocatorio, vero e a volte ironico. Arriva diretto al pubblico senza fare della finta retorica. Così come i testi, anche il sound è allo stesso tempo ruvido ma estremamente coinvolgente, è senza veli, suonato e vissuto…si sente il cuore».

Brightton
Brightton

Manuel raccontaci cosa ti ha spinto a lasciare l’Italia.
Stavo attraversando un momento di crisi artistica e avevo deciso di partire per respirare un’aria diversa.

Perché l’Inghilterra e proprio Brighton?
Questo paese mi ha sempre affascinato sia per lo stile di vita che per la sua cultura. La decisione di trasferirmi a Brighton e non a Londra è solo perché avevo voglia di una città a misura d’uomo e vicino al mare.

Come trascorrevi le tue giornate?
Studiando l’inglese (ovviamente),  suonando e ascoltando tantissima musica.

Cosa ti sei portato a casa da questo viaggio?
A livello artistico questo viaggio mi ha allargato la mente. Durante il mio soggiorno a Brighton mi sono sentito libero di esprimermi: ho suonato nei locali senza fare cover, ma miei pezzi. Una cosa impensabile da noi. Ed è stato fantastico. Si è trattato di un’esperienza fondamentale: mi ha dato la possibilità di inquadrare quello che volevo fare.  Ma non solo. In quel periodo non solo ho suonato tantissimo, ma visto gente esibirsi sul lungomare facendo cose pazzesche. In una sola parola questo viaggio mi ha caricato di energia.

Perché allora tornare a casa?
Che sarei tornato in Italia l’avevo già deciso prima di partire. Non ho mai pensato infatti di trasferirmi definitivamente all’estero. Anche perché artisticamente parlando volevo continuare a cantare nella mia lingua madre.

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La cover dell'album di Manuel Rinaldi
La cover dell’album di Manuel Rinaldi

Una volta fatto ritorno in Italia però…
Le canzoni sono arrivate quasi spontanee. 10 minuti, il pezzo che dà il nome all’album è stato uno dei primi pezzi che ho prodotto: è nato quasi di getto. È bastato un mese perché l’album fosse completo. Devo però dire grazie anche a un amico, che mi ha aiutato nella composizione.

Parlaci un po’ delle canzoni dell’album.
L’album contiene canzoni dirette e immediate che trattano tematiche di vita quotidiana e di introspezione: si spazia dalla ricerca di certezze all’amore di un padre verso la figlia, dalla rabbia e insoddisfazione alla necessità di darsi da fare senza piegarsi ai compromessi. Sono pensieri, riflessioni personali. Storie di vita. Adele, ad esempio, pur non essendo autobiografica racconta di un episodio che mi ha toccato personalmente.

C’è un pezzo dell’album a cui sei più legato?
Sicuramente alla traccia numero quattro, Alternativa. Un brano un po’ arrabbiato che rivendica un po’ di stanchezza per tutto ciò che ci circonda. In cui dico che l’alternativa potresti essere proprio tu. Questo brano lo sento in modo particolare.

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