Giovedì 28 Marzo 2024 - Anno XXII

Antartide, fra iceberg e stazioni scientifiche

Il nostro viaggio in Antartide continua tra i repentini mutamenti d’umore degli elementi, le folgoranti trasformazioni di paesaggi. Vedute dai colori accecanti e montagne di roccia e ghiaccio somiglianti a mostri disegnati da Dorè. Negli iceberg racchiuse le tonalità verde e blu

Antartide, fra iceberg e stazioni scientifiche

Prosegue il nostro viaggio alla scoperta del Continente di Ghiaccio. Stavamo navigando sulla Antarctic Convergence, il punto di incontro tra le acque dei due oceani a nord, a temperatura normale, e quelle gelide provenienti dai ghiacci dell’Antartide. Una vera e propria muraglia liquida, un confine biologico che isola il Sesto Continente dal resto del nostro pianeta. Finalmente, ecco la King George Island, la maggiore e più settentrionale isola dell’arcipelago delle South Shetland; quanti iceberg affiorano in prossimità delle sue coste! Doppiata la punta settentrionale dell’isola è tutto un susseguirsi di emozioni e sensazioni assolutamente nuove per il viaggiatore.
Le non eccessive dimensioni della nave permettono di entrare in baie e cale spesso anguste, tra ghiacciai dalla grandezza impressionante, in prossimità di Stazioni scientifiche di vari Paesi che, grazie soprattutto al Trattato Antartico stipulato a Washington nel 1959 ed entrato in vigore il 23 giugno del 1961, convivono in pace e con rapporti di buona collaborazione anche in periodi di turbolenza politica e sociale nel resto del mondo.

L’epopea dei primi scopritori

Ricerca scientifica in Antartide
Ricerca scientifica in Antartide

L’Antartide ha già una sua storia e in un certo senso, anche una sua archeologia, benché i relativi reperti siano antichi soltanto poche decine di anni. Si fa riferimento agli impianti per ricavare il grasso dalle balene, abbandonati dopo un’eruzione vulcanica sulla Deception Island, e alla capanna sull’isola Peterman, nella quale l’esploratore Carcot svernò nel 1909. Ma già nel lontano 1675 il mercante inglese Antoine de la Roche si era spinto oltre il Polar Front, al di là della Antarctic Convergence. Nel 1772 James Cook (dove non approdò questo fantastico navigatore, prima di finire mangiato a lesso nelle Hawaii?) nella sua prima spedizione superò il Circolo Polare, senza però avvistare il continente di ghiaccio.
Una cinquantina di anni dopo, nel 1820 l’esploratore Fabian Gottlieb von Bellinghausen fece di meglio del citato Captain inglese, circumnavigando l’Antartide e giungendo in vista della terraferma, raggiunta l’anno successivo, in differenti spedizioni, dagli americani Palmer e Davis.
Non restava che il Polo Sud, che resistette alla conquista fino al 14 dicembre 1911, a opera di Roald Amundsen, su slitte trainate da cani. Figurarsi lo scoramento dell’inglese Robert Falcon Scott il 17 gennaio 1912, nello scorgere la bandiera norvegese piantata soltanto un mese prima sul punto geografico attraversato dall’asse ideale su cui ruota le Terra. Tanta beffa ricevette comunque un premio di consolazione: la Stazione Scientifica degli Stati Uniti al Polo Sud porta il nome Amundsen–Scott.
Superata la barriera dell’ignoto, molti furono i navigatori che si spinsero all’estremo sud del pianeta Terra: nobili e militari animati dalla sete di conquista in nome del proprio sovrano o altro sponsor che fosse, geografi, cacciatori di balene, idealisti, avventurieri.

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Una terra d’acqua “solida”

Laghi antartici
Laghi antartici

La caratteristica principale dell’Antartide – unico continente non delimitato da confini artificiali – è il tempo, la cui incredibile inclemenza (salvo la pausa dell’estate australe, il nostro inverno, con temperature accettabili) ha precluso l’esistenza di una popolazione indigena. E malgrado le apparenze, la sua superficie costituisce uno dei più vasti deserti del mondo, con precipitazioni che all’interno non raggiungono i 50 millimetri annui, assai meno che nel Sahara.
Nell’Antartide è accumulato il 90% del ghiaccio esistente sulla Terra, corrispondente al 70% delle riserve globali di acqua dolce. Se le banchise dovessero sciogliersi il livello dei mari salirebbe di 60 metri, sommergendo metropoli come New York, Rio de Janeiro, Calcutta, Napoli, Bombay, Buenos Aires, Los Angeles.
La glaciazione antartica è relativamente recente, fatti i dovuti raffronti con l’età del nostro pianeta: 20 milioni di anni. Molto tempo prima, circa 200 milioni di anni, l’attuale regione polare meridionale faceva parte di un unico, enorme continente chiamato Gondwana, comprendente il Sud America, l’Africa, l’India, l’Australia e la Nuova Zelanda. Movimenti tettonici hanno spostato l’Antartide in quella scomoda posizione che la rende fredda e inospitale, ma le permette contestualmente di costituire un’immensa, potenziale riserva contro la sete della Terra, una sorta di ultima spiaggia.

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