Venerdì 22 Novembre 2024 - Anno XXII

La Puglia di sotto e i piaceri della tavola

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Il nostro tour nella Puglia salentina continua, questa settimana, con la visita alle Grotte di Castellana, meraviglioso complesso di cavità sotterranee tra i più belli e spettacolari d’Italia. Non senza assaporare i piatti della cucina tradizionale pugliese e salentina

puglia ulivi

Nella precedente, prima, puntata ho narrato il viaggio da Milano a San Foca (la Capo Canaveral, nel senso di base di lancio, delle mie quotidiane eductouranti visite nel Salento) raggiunta dopo volo da Linate a Brindisi eppoi, mediante transfer predisposto dalla Carmen (Musa concertante questa gita degli scrittori turistici) al B&B Lungomare  (di none e di fatto) della citata località posta sul Canale d’Otranto (o è ancora Adriatico? mah!). Nel precedente scritto ho pure anticipato la fine della gita nel Salento avvenuta rivisitando la storica (fine XIII secolo), chiesa romanico – gotica di Santa Maria del Casale, giusto fianco all’aeroporto brindisino….

Grotte di Castellana: spettacolo della natura…

Grotte di Castellana
Grotte di Castellana

Inizio pertanto la vera e propria narrazione dell’escursione nel Salento, cominciata, però, con la visita di due località che (per quel che ne so, e consultando le mappe) in termini rigorosamente geografici, proprio Salento doc non è. Ma nei viaggi vale, come in politica, l’antica massima Ubi Maior Minor Cessat, eppertanto sembra ovvio (anche se in cucina c’è chi preferisce servire il Dulcis in fundo, e se si parla di musica il Galop Finale) che la Musa Carmen (per inciso pure direttore del travel minded magazine mediterraneantourism.it) esordisse nella programmazione con le Grotte di Castellana e Alberobello. Come arcinoto, due Highlights (direbbero le guide che se la tirano) di assoluto valore non solo del turismo nazionale e fiore all’occhiello del turismo nelle Puglie.
Mancavo da molto tempo dalle Grotte di Castellana e temevo di soffrire un’incazzatura turistica, a causa del miserrimo stato, se non di abbandono quantomeno di trascuratezza, in cui si trovano molti eccelsi monumenti del Belpaese (leggo sovente del troppo cemento iniettato a Pompei e antàn notai di persona la precaria presentazione dei superbi mosaici romani di Piazza Armerina). La Grotte di Castellana – evviva! – invece no.

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Apprezzato da 250mila visitatori

Polignano a Mare
Polignano a Mare

Non solo le ho trovate ben migliori di quando le ammirai per la prima volta (e vabbè, solo qualche anno prima avrei assistito in diretta alla loro scoperta, 1938) ma ho pure piacevolmente constatato che nei loro immaginifici spazi si godono artistici spettacoli (Hell in the cave, l’Inferno di Dante e – chissà che aulici suoni – financo concerti). Per chi non ci fosse ancora stato, le Grotte di Castellana si aprono nelle Murge sud orientali e sono situate alle porte della Valle dell’Itria, a poca distanza da borghi altrettanto particolari come Alberobello, Cisternino, Polignano a Mare.
Verificando tanto appeal turistico capisci il record di 250.000 visitatori nello scorso anno (godenti un intrigante tour sotterraneo con termine nella Grotta Bianca, ciliegina finale della visita la cui visione, come usasi dire nella prosa delle guide viaggiatorie,vale il viaggio”).
Più scientificamente, seguendo la brava guida tra stalattiti e stalagmiti e ricordando le non meno celebri Grotte di Postumia, situate laddove l’Adriatico ha termine nel golfo di Trieste, penso alla stramberia di questo mare a me caro, con quei bislacchi fenomeni carsici che contraddistinguono le terre contornanti.

La cucina pugliese salentina

puglia orecchiette
Orecchiette con le cime di rapa

Mangiare & Bere nel Salento, incombenza goduta appena fuori le Grotte, al Park Hotel la Grave, e la sera dell’arrivo all’albergo Belvedere a Torre dell’Orso (parimenti a San Foca, capitale Melendugno). Un vedere invero bello, quello goduto da questo moderno e pure luminoso hotel, assegnato dalla Musa Carmen agli scrittori turistici più Vip e a chi – accreditandosi forse eccessive eccellenze professionali – non riteneva acconcio doversi coricare in un anonimo B&B. Ai piedi del Belvedere ammiro infatti una delle poche spaziose e lunghe spiagge della costa adriatica salentina, così irregolarmente frastagliata da rocce e dirupi – tante, quindi, mini spiagge e calette – da far talvolta pensare financo alle White Cliffs, le bianche scogliere di Dover.
Mangiare & Bere (pomposamente chiamati enogastronomia dagli scrittori turistici à la page, fa tanto chic) nel Salento, dicevo. Una pacchia, peraltro ovvia in una regione, si sa, vocata alla coltivazione della terra, non parliamo poi della vite, da cui innocenti non meno che gioiosi piaceri per il mio umile ma allenato palato (ancora un po’ e saranno tre quarti di secolo che giro il mondo mangiando & bevendo).

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Viva le Orecchiette i Lampascioni e i vini Rosé

Lampascioni in insalata
Lampascioni in insalata

Eccomi degustare gaudiosi primi piatti (ça va sans dire le pugliesissime orecchiette con ovvie cime di rapa), sapide carni pertanto non di vitellone (non si vive solo di fettine di fesa al burro più sette gocce di limone, come usano i miei amici novaresi) e beninteso – viva i lampascioni! – verdure à gogò (mica per caso il 70% dei fruttivendoli milanesi proviene dal Salento e dintorni).
Quanto ai dolci, faccio la conoscenza del rico (direbbero gli spagnoli) Pasticciotto Leccese (crema pasticcera in pastafrolla) mentre, per i vini, in Puglia godo molto quando mi capita (e per fortuna le occasioni non sono mancate) di assaggiare uno dei loro Rosè. Nutro infatti una certa passione per questo vino, in Italia, ahilui e ahimè, poco valutato.
Ma lo spazio sindacalmente accordatomi dall’editorpadrone (ancorché si tratti di cantare la sua Puglia natale) è esaurito e pertanto sposto Alberobello alla prossima puntata.

Leggi le altre puntate:
1. “Salento terra di sorprese e meraviglie”
3. “Alberobello e il mistero dei trulli”
4. “Galatina, paese delle meraviglie per arte e cultura”
5. “La gita sta finendo, arrivederci Salento”

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