Venerdì 22 Novembre 2024 - Anno XXII

La rinascita del Bardo dopo l’attacco terroristico

Tunisi, museo Bardo soffitto

Il governo tunisino e i cittadini hanno risposto con determinazione all’attentato del 18 marzo 2015. Il museo Bardo di Tunisi con il suo inestimabile patrimonio ha riaperto al pubblico. Qui è custodita la più importante collezione al mondo di mosaici romani

Tunisi, Museo Bardo, soffitto
Tunisi, Museo Bardo, soffitto

Un patrimonio archeologico e artistico di inestimabile valore, la più importante e sontuosa collezione al mondo di mosaici romani. Il Museo del Bardo, a Tunisi, vale da solo un viaggio in Tunisia. A poco più di un mese dall’attentato che costò la vita a 24 persone, era il 18 marzo 2015, il Museo è stato riaperto al pubblico. Nonostante lo choc ancora recente. Un segno della determinazione del governo tunisino (e dei tunisini che 11 giorni dopo l’attentato hanno sfilato in massa contro il terrorismo) a ritornare quanto prima alla normalità. Anche se sono diminuite di molto le presenze.

Lo ribadisce anche Dora Ellouze, direttrice dell’Ente Nazionale Tunisino per il Turismo in Italia: “Noi non ci inginocchieremo. È stata anche varata una legge molto dura contro il terrorismo.  Il Governo è molto impegnato sul fronte della sicurezza. La Tunisia non è un Paese meno sicuro di altri”. Una reazione condivisa da tutti. “Al panico è seguito il desiderio di reagire, di non lasciarsi sopraffare. Non abbiamo paura e invitiamo tutti a venirci a trovare. Speriamo che al più presto le navi da crociera ripropongano lo scalo di Tunisi”, racconta Moufida Kasbaoui, incaricata della direzione del museo.

Kasbaoui segue l’organizzazione di eventi e visite ufficiali, per conto dell’Agence de mise en valeur du Patrimoine et de Promotion Culturelle, una delle due istituzioni che gestiscono il Bardo. L’altra, per la parte scientifica, è l’Institut Nationale du Patrimoine, sotto l’egida del Ministero della Cultura, da cui dipende il Conservatore del museo, Momsef Ben Moussa.

Bardo, il difficile rientro al lavoro dopo l’attentato

Tunisi, Museo Bardo, dettagli mosaico
Tunisi, Museo Bardo, dettagli di un mosaico

Il personale, quasi tutto femminile, è tornato senza esitazioni al lavoro, pur avvalendosi in alcuni casi dell’aiuto di psicologi. Un messaggio ancora più forte perché proveniente da donne che sono riuscite a conquistare un’emancipazione ancora inimmaginabile in altri paesi islamici. Al coraggio fa da corollario un’attenzione particolare alla sicurezza. L’accesso al parcheggio è controllato dalla polizia. Poi, dopo essere passati davanti alla lapide commemorativa delle vittime (ventuno turisti e un agente tunisino con il suo cane poliziotto) per entrare nella grande hall si passa attraverso un metal detector. A un primo sguardo tutto è normale.

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La struttura, che nella nuova ala sfoggia un’architettura dalle dinamiche linee contemporanee, è stata inaugurata nel 2012, dopo un restauro finanziato dalla Banca Mondiale. Un investimento di molti milioni di euro che rende l’idea dell’importanza economica del settore turistico per la Tunisia: il 7 per cento del Pil deriva dal Turismo. L’ampliamento del museo, nato nel 1885 in quello che era un palazzo nobiliare del XIX secolo, si era reso necessario per l’enorme afflusso di visitatori, circa 600 mila all’anno, scesi a 250 mila all’anno, dopo il 2011, a causa della rivoluzione, ma poi risaliti in modo promettente fino al 2014.

Anche i reperti, soprattutto l’imponente raccolta di mosaici romani, avevano ormai bisogno di spazi più appropriati.  Il compito di rendere il museo più accogliente, attrattivo e facile da visitare è stato quindi affidato a un’équipe multidisciplinare di architetti, scenografi, tecnici dell’illuminazione, decoratori, storici e archeologi. Un’operazione perfettamente riuscita, che non è stata invalidata dalla strage del 18 marzo scorso.

Il patrimonio scampato alle violenza della pallottole

Tunisi, Museo Bardo, proiettile
Museo Bardo, foro di un proiettile

Le vetrine antisfondamento hanno retto alla violenza delle pallottole, preservando statue, ceramiche islamiche, oggetti punici, vetri cartaginesi… Resta all’interno delle teche la polvere bianca del vetro e piccoli segni, come sulla gamba di un Bacco in bronzo, nella sala dei tesori, un tempo harem del palazzo.

I mosaici sono rimasti miracolosamente illesi, mentre muri, marmi colonne, pannelli informativi, finestre e le porte degli ascensori sono crivellati di colpi. Alcune di queste tracce verranno conservate, per non dimenticare. Nello stesso tempo la campagna di promozione turistica si sta rimettendo in moto. In questo periodo i turisti sono soprattutto locali e individuali per quanto riguarda le presenze di stranieri. Quanto tempo passerà prima che le grandi navi da crociera riprendano a fare scalo a Tunisi?

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Info: www.tunisiaturismo.it

Seguito del servizio: La situazione dei beni Culturali in Medioriente

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