Martedì 23 Aprile 2024 - Anno XXII

In auto sui passi alpini della Lombardia

Viaggio da Brescia ai Grigioni attraversando le montagne Mortirolo e Foscagno. Un tracciato che ci ha permesso di ammirare la bellezza della natura, scandita dalle valli che abbiamo attraversato

in auto al Passo del Foscagno
Il Passo di Foscagno

Nei primi giorni d’inizio primavera abbiamo deciso un insolito viaggio sulle Alpi lombarde seguendo un percorso che ci piace definire “alternativo”. Si tratta dell’antico percorso che per generazioni ha condotto i viandanti da Brescia al cantone svizzero dei Grigioni, lungo due valli leggendarie (la Val Camonica e l’Alta Valtellina) e due passi alpini ancora più leggendari come il Mortirolo (1851 metri) e il Foscagno (2291 metri).

Siamo partiti da Milano a bordo di una Mitsubishi Outlander del 2008 dopo averla fatta revisionare dal Bosh Car Service. Nei pressi del Lago d’Iseo, percorrendo a mezza costa la provinciale 510, lo sguardo trova il tempo di incunearsi tra le anse splendenti del lago d’Iseo che si snoda alla nostra sinistra, con il Monte Isola in mezzo e i borghi sparsi sulle rive, a rammentare quanto di gradevole e a volte troppo distrattamente trascurato hanno da offrire le Prealpi.

L’ombra del Mortirolo

in auto al laghetto Mortirolo
Il laghetto del Mortirolo

La Valcamonica è splendida, ma chi guida non ha troppo tempo per soffermarsi su certe riflessioni, perché l’ombra del Mortirolo, con il suo fardello di aspettative, aleggia già sulla strada mentre si comincia a salire in quota. Una strada che non lascia spazio ai compromessi e quasi subito si fa più stretta, a tratti perfino angusta. Per un po’, villette, qualche chalet e le insegne invitanti dei rifugi, si affacciano a rassicurarci. Ma poi, via via che l’altitudine cresce e le curve si trasformano in secchi tornanti, l’impegno (e il godimento) della guida diventano prevalenti. Neanche in vetta, però, il Mortirolo rinuncia alla sua sobrietà. Un paio di bivi, qualche scorcio troppo sfuggente per essere ammirato compiutamente e subito inizia la discesa. Di là ecco le montagne della Valtellina, il brulicare del fondovalle. Di qua è ancora un susseguirsi di tornanti strettissimi, la sensazione di una strada secondaria e ombrosa scavata nei boschi, che neppure nel momento in cui, al termine, tende a spianarsi, cessa di rimanere rustica, diramandosi in mille anonimi rivoli tra le fattorie. La nostra autovettura, sebbene usata ma ben manutenuta con ricambi originali (acquistabili al seguente link), si è comporta bene, e anche nei tornanti la guida è stata confortevole, più di quanto ci aspettassimo.

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Dal Foscagno alla Val Livigno

in auto a Livigno
Livigno e Lago del Gallo

A Edolo il passo è ormai alle spalle. Risalendo verso Bormio, nel susseguirsi delle frazioni il pensiero corre già al nuovo confine, quello invisibile che ci aspetta e che per secoli ha separato, ma in fondo ancora separa, l’anima “cittadina” dei bormini, da quella montanara delle propaggini estreme della valle, la Val di Dentro e, oltre il Foscagno, quella di Livigno.
Bormio, da piccola capitale valligiana, arriva presentandosi sulla statale 38 come una tappa di arrivo. Là sopra, i trentasei tornanti dello Stelvio rinnovano il mito del ciclismo e segnano l’ennesima barriera psicologica e linguistica: quella con l’Alto Adige, il tedesco, la Val Venosta. Bresaola contro speck; Braulio contro Jägermeister. Di qua invece, più dimesso ma non meno arcigno, il Foscagno.
Giunti al valico bisogna passare la dogana (Livigno è in zona franca, quindi si è soggetti al controllo della Guardia di Finanza). Qui La roccia brulla e la mancanza d’alberi rammentano a chi transita quella crudezza implacabile di cui la montagna è capace. Si risale ancora fino ai 2100 metri di Trepalle, sperduta frazione che è anche la sede parrocchiale più alta d’Europa. Poi, nella sua moderna bellezza, la valle di Livigno si affaccia giù in fondo, con il paese lungo lungo, che sembra disteso. Uno splendido paesaggio da cartolina. Le baite di legno a mezza costa. Livigno è un paradiso dello sci e dello shopping. Di là dalla montagna è ormai Svizzera. Grigioni ed Engadina. Altri passi. E altra storia.

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