Per la prima volta una Tac multistrato è stata eseguita su alcuni calchi di vittime dell’eruzione del Vesuvio del 79 d.C. a Pompei. L’indagine, resa possibile da una apparecchiatura di ultima generazione messa a disposizione da Philips spa Healthcare, riguarda alcuni degli 86 calchi già oggetto di un intervento di restauro ad agosto. Il grande macchinario della Philips per la Tac è stato montato in una baracca provvisoria a ridosso delle mura dell’antica Pompei, nella zona dell’ingresso di piazza Anfiteatro. Lì, i calchi sono stati sottoposti a una moderna Tac a 16 strati modello MX16, con un potente tubo che genera radiazioni per scansioni a tutto corpo in soli 100 secondi, meno di due minuti. Uno speciale software, con gli elementi forniti dalla Tac, ha elaborato ricostruzioni degli scheletri e delle arcate dentarie.
Dai primi risultati è emerso che le persone di 2000 anni fa avevano denti perfetti, frutto di un’alimentazione sana, con pochi zuccheri. Nonostante ciò, i denti risultano in parte consumati dall’uso improprio di tagliare o spezzare oggetti con la forza delle mandibole.
Per Massimo Osanna, soprintendente di Pompei, Ercolano e Stabia, la Tac ai calchi dei resti dei pompeiani morti nell’eruzione del 79 dopo Cristo è innanzitutto un’operazione scientifica. “Mai tentata prima al mondo” aggiunge. “Perché la conoscenza, come la tutela, sono alla base della valorizzazione – spiega Osanna – e del Grande progetto Pompei con il quale abbiamo potuto restaurare gli 86 calchi di Pompei e studiarli come mai accaduto prima d’ora”.