Venerdì 22 Novembre 2024 - Anno XXII

Maiuri l’uomo che “scoprì” Pompei

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Inaugurata a Pompei la mostra “Amadeo Maiuri, da Rodi a Pompei” per celebrare l’impegno e la vita dello studioso archeologo

Maiuri
Amedeo Maiuri

E’ stata inaugurata domenica 24 gennaio la mostra: “Amedeo Maiuri da Rodi a Pompei”, curata da Umberto Pappalardo, direttore del Centro internazionale di studi pompeiani, allestita nei locali del costituendo Museo temporaneo di Impresa, a Palazzo De Fusco, con immagini e cimeli del “Fondo Maiuri”. “Le testimonianze che il Fondo Maiuri ha raccolto e che questa amministrazione promuoverà in ambito nazionale e internazionale –  afferma il sindaco di Pompei, Ferdinando Uliano – ci restituiscono un Maiuri molto legato alla città nuova, un fautore del dialogo tra la realtà archeologica e quella moderna, con la sua idea di una Pompei accogliente, sviluppata, economicamente florida grazie al turismo. Amedeo Maiuri è stato uno studioso, un archeologo che ha contribuito in maniera determinante alla storia di Pompei. Può annoverarsi tra le figure storiche di questa città, dopo il suo fondatore Bartolo Longo. Per questo motivo l’amministrazione comunale ha inteso intitolargli il premio di archeologia, che quest’anno è stato assegnato al professore Mario Torelli, a cui  è stata conferita anche la cittadinanza onoraria.

Quando parlo con i giovani, gli studenti, mi piace definire Maiuri come l’Indiana Jones di Pompei: un appellativo che può contribuire a trasmettere il suo messaggio alle future generazioni. La sua curiosità, la sua caparbietà, la sua conoscenza hanno determinato importanti scoperte nella Pompei archeologica, sebbene gli effetti della sua opera si siano estesi anche al resto della città, come ci testimoniano i documenti e le immagini che il Fondo Maiuri presso il Centro Internazionale per gli Studi Pompeiani denominato “CISP” ci mette a disposizione. Preservare la memoria per formare nuove generazioni che costruiscano il futuro di Pompei – conclude il sindaco Uliano -: è l’ambiziosa sfida che intendiamo lanciare con un premio di archeologia, solo il primo di altri eventi che coinvolgeranno la cittadinanza”.

Maiuri, un archeologo “meridionale”

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Maiuri in una singolare foto

Maiuri è stato senza dubbio uno dei maggiori archeologi italiani del secolo scorso. Nacque a Veroli, in provincia di Frosinone, il 7 gennaio del 1886 e morì a Napoli, all’età di 77 anni, il 7 aprile del 1963. Dal 1913 al 1924 fu responsabile della Missione archeologica italiana nell’Egeo. Rientrato in Italia, assunse la carica di direttore del Museo archeologico nazionale di Napoli e degli scavi di Ercolano e Pompei. Produsse oltre trecento pubblicazioni sulle sue attività nell’Egeo, in Italia meridionale e soprattutto nell’area campana. I suoi interessi andavano dalla preistoria al medioevo, dalle antichità greche e romane fino a quelle italiche e italiote. Nel suo ruolo di soprintendente indagò non soltanto gli antichi centri greci e romani della Campania, come Capri, Cuma, Baia, Miseno e Pozzuoli, ma anche gli insediamenti del Lazio meridionale, dell’Irpinia e della Lucania, senza tralasciare la Magna Grecia con Paestum e Velia. Un archeologo “meridionale”, ma senza dubbio tra i più grandi, se non il sommo studioso di archeologia nell’Italia del XX secolo.

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