Lunedì 11 Novembre 2024 - Anno XXII

Salvador de Bahia, la meticcia sempre in festa

Salvador De Bahia

Viaggio nello Stato brasiliano di Bahia. La capitale Salvador è un luogo fuori dal comune. Un pezzo d’Africa spostato di latitudine. L’Africa la trovi nel colore della pelle, nei tratti somatici dei volti, nella sensualità dei corpi, nei ritmi delle percussioni, nella cucina speziata. Gente semplice che ama divertirsi

Salvador De Bahia panoramica
Salvador De Bahia panoramica

Sbarchi all’Aeroporto Internacional di Salvador de Bahia e percepisci subito di trovarti in un luogo fuori dal comune. Il senso di straniamento dura pochi secondi. Lo sapevi già, prima ancora di partire, che non sarebbe stato facile opporsi al travolgente crogiolo di culture, musiche e colori che contraddistingue la Bahia de Todos os Santos. E probabilmente è stato proprio questo a condurti fin qui. Già, perché ognuno di noi, in un viaggio, cerca qualcosa. E in un paese come il Brasile, che è grande ventotto volte la nostra penisola, gli spunti proprio non mancano.

Magari poi, per anni, l’idea di recarti a Bahia l’hai accarezzata con il pensiero migliaia di volte, ma viverla è tutta un’altra storia. Personalmente a Salvador cercavo un pezzo d’Africa. Quell’Africa rievocata dalla figura della baiana nelle narrazioni di Jorge Amado, la stessa invocata dal compositore Chico César in una delle sue canzoni più celebri: Mama Africa. Una madre umiliata, oltraggiata e violentata che continua a vivere nello spirito di tutte le sue creature d’oltre mare.

Salvador detta “Bahia la negra”…

Salvador_Capoeira al Torreiro De Jesus
Capoeira al Torreiro De Jesus

L’America Latina vanta un numero non indifferente di comunità afro ancora fortemente legate alla madrepatria. Lo stato di Bahia però credo sia quello dove la concentrazione di neri e meticci sia in assoluto la più elevata. A titolo informativo, Salvador è stata lo scenario di uno dei capitoli più drammatici della storia latinoamericana. La città ha ospitato il primo mercato di schiavi deportati dalle coste africane e destinati alle piantagioni di canna da zucchero.

Non è un caso, quindi, che sia soprannominata “Bahia la negra” e “l’Africana del Brasile”, così come non è un caso che molti amanti dell’Africa interessati al Brasile si rechino proprio a Bahia.

e “l’Africana del Brasile”

Bahia Casa di Jorge Amado
Bahia Casa di Jorge Amado

Eh si, perché a Salvador stai pur tranquillo che l’Africa ce la ritrovi. Ce la ritrovi eccome! La ritrovi nel colore della pelle, nelle acconciature delle donne, nei tratti somatici dei volti e nella sensualità dei corpi voluttuosi di gran parte dei suoi abitanti. Nei colori sgargianti dei vestiti e negli odori forti e speziati della cucina baiana e nei ritmi delle percussioni che la sera fanno vibrare l’intero Pelourinho. La ritrovi nel candomblé, la religione afro-americana reinventata e riformulata dagli schiavi come prolungamento naturale del vodù; alla Feira de Sâo Joaquim, nella Cidade Baixa, dove le baiane si recano a comprare statue e collane da utilizzare durante le cerimonie religiose; sulla facciata rococò della Igreja Nossa Senhora do Rosario dos Prestos che presenta elementi decorativi tipici del candomblé.

L’Africa la ritrovi nella capoeira, l’arte marziale di origine angolana che ai movimenti tipici della lotta unisce quelli rituali della danza e che a Salvador ha trovato la sua espressione più piena. La ritrovi nel clima caldo e tropicale che oscilla tutto l’anno tra i 26 e i 30 gradi Centigradi. E, dulcis in fundus, la ritrovi nella gente, solare e ospitale come le popolazioni africane. Gente che non ha nulla ma che un sorriso non te lo nega mai e che sa relativizzare i problemi e non fa di un sassolino una montagna. Gente semplice e allegra per la quale ogni occasione è buona per fare festa. Persone da conoscere e da cui c’è molto da imparare…

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Pelourinho patrimonio Unesco bellissimo e pericoloso

Salvador Igreja-de-São-Francisco
Igreja de São Francisco

Ecco, Salvador de Bahia è tutto questo e altro ancora. Perché, non dimentichiamolo, oltre al sangue amerindio e a quello africano, nelle sue vene scorre anche sangue europeo. Scoperta dal navigatore Amerigo Vespucci per conto della corona portoghese nell’ormai lontano 1502, Salvador ha rivestito fino alla seconda metà del XVIII secolo il ruolo di capitale del Brasile. Buona parte delle vestigia dell’epoca coloniale – dagli antichi edifici adibiti oggi a centri culturali e artistici alle innumerevoli chiese in stile barocco e rococò – si concentrano nel centro storico della città, il Pelourinho, dichiarato dall’UNESCO Patrimonio Mondiale dell’Umanità nel 1985.

A me, vi confesso, il Pelourinho ha tolto il fiato. Nonostante si tratti di uno dei posti più pericolosi in cui mi sia capitato di soggiornare – furti e borseggi sono all’ordine del giorno, tanto a danno dei turisti che degli stessi brasiliani – non sono riuscita a resistere all’energia che aleggia nell’aria.

Una immersione dei sensi tra i vicoli del centro

Salvador Pelourinho
Pelourinho

Una passeggiata lungo i vicoli acciottolati del centro di Bahia è un viaggio che coinvolge tutti i sensi.
In primis la vista, rapita dagli scorci degli edifici policromatici e delle architetture religiose di epoca coloniale, con i colori accesi, le decorazioni in stucco, gli splendidi azulejos e un mix di barocco e rococò che decisamente adoro. In secondo luogo l’udito, costantemente solleticato dai ritmi delle percussioni che durante il giorno accompagnano gli spettacoli di capoeira e la sera quelli delle bande che invadono di samba il Pelourinho.

Salvador Pelorinho
Pelorinho

L’olfatto è chiamato in causa dal profumo di acarajé venduto dalle baiane in abito tradizionale e del quejo coalho con origano e miele a cui non resisteresti nemmeno se fossi intollerante ai latticini. Il gusto, poi, non ha nulla da invidiare ai suoi compagni di avventure: di sera il Pelourinho pullula di venditori ambulanti che preparano caipirinha… e caipifruta! Per inciso, frutta dolce e zuccherina come quella brasiliana l’ho provata rare volte nella vita. E poi c’è l’energia, quella della gente, talmente spessa e densa che hai la sensazione di riuscire a stringerla tra le dita! Difficile non lasciarsi conquistare da questo mix esplosivo di Europa, Africa e Brasile che permea il centro storico di Salvador de Bahia.

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Baiani gente allegra e festaiola sempre

Salvador Largo Pelourinho
Largo Pelourinho

Il fatto poi che i baiani siano festaioli credo sia noto a tutti ma poco gradito agli abitanti del sud del paese che li tacciano di nullafacenti. Un paulista con cui mi sono trovata a chiacchierare con in mano una bella cerveja gelata me ne ha dette peste e corna al riguardo! “Il Brasile è un paese pieno di problemi e quella gente pensa solo a fare festa! Per il Carnevale di Salvador si spendono quantità esorbitanti di denaro che vengono da dove secondo te? – mi chiede visibilmente alterato e per nulla interessato alla mia risposta. “Noi lavoriamo come schiavi affinché i baiani possano far festa!”. La sua frase suona come un ossimoro! Una delle cose tristi che ho riscontrato a Salvador è che la schiavitù sembra sia stata abolita solo a livello teorico perché di fatto i “neri”, concentrati prevalentemente nella Cidade Baixa, continuano a essere socialmente discriminati.

C’è ancora una discriminazione strisciante

Salvador Barrio Sant'Antonio
Barrio Sant’Antonio

I bianchi vivono in edifici residenziali vigilati ventiquattr’ore al giorno mentre i colorati, provenienti dalla favela, ne curano i bambini e ne puliscono le case, per dirne una. E poi sorrido pensando a quanto sia vero il detto “tutto il mondo è paese”. Perché anche in Italia sento spesso dire che al nord si lavora per mantenere quelli del sud che non hanno voglia di fare niente… sono invertiti i punti cardinali perché il Brasile si trova nell’altro emisfero, ma il succo del discorso non cambia.

Tuttavia, è giusto dirlo, il fatto che i baiani amino particolarmente fare festa è una sacrosanta verità, così com’è vero che sono pieni di problemi ma che i soldi per fare festa li trovano sempre. A Bahia più che negli altri stati del Brasile ogni occasione è buona per festeggiare, magari rinunciando a cose ben più importanti, almeno secondo la nostra concezione della vita, o chiedendo prestiti da rimborsare in quarantotto rate, ma in modo o nell’altro i soldi si tirano fuori.

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Una comunità che sa vivere e applica “carpe diem”

Salvador Carnevale
Carnevale

Di fatto la popolazione brasiliana è una delle poche, a mio avviso, capace di vivere il momento senza preoccuparsi troppo delle conseguenze. È gente che ama divertirsi, ridere, ballare. Farlo la rende felice e in questo il Carnevale è l’apoteosi. Non è solo l’avvenimento più importante di tutto l’anno per la maggior parte dei brasiliani ma è anche, e soprattutto, il carnevale popolare di strada più rilevante al mondo. Perché, a differenza di quello di Rio de Janeiro che molti considerano uno show per turisti, il carnevale di Salvador de Bahia è il carnevale “fatto dal popolo per il popolo”.

Delirio, follia, energia allo stato puro in cui resti intrappolato senza rendertene conto. E sull’onda delle note di Jammil e uma Noites: “Ahh, que bom você chegou! Bem vindo a Salvador, coração do Brasil!! Vem, você vai conhecer a cidade de luz e prazer, correndo atrás do trio. E vai compreender que o baiano é um povo a mais de mil. Ele tem Deus no seu coração e o Diabo no quadril. We are carnaval, We are folia, We are the world of carnaval, We are Bahia!” vi garantisco che è da provare, almeno una volta nella vita!

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