Venerdì 19 Aprile 2024 - Anno XXII

L’Inter, la Cina e la Mapelli

Inter deventata-cinese

Giornata di gloria e di glorie all’Università Bicocca di Milano per spiegare le sorti dell’Inter diventata squadra pallonara cinese. Meeting che si è svolto con la presenza di Javier Zanetti, vice vate nerazzurro.

Inter Università-Milano-Bicocca
Università di Milano Bicocca

La Cina “ha comprato l’ Inter”, quella mitica squadra che può ragionevolmente vantarsi di possedere il 90% della mia Aficiòn pallonara. E stante la suesposta non totalizzante percentuale di tifo, mi affretto a precisare che – tra riconoscenza alla mia città natale, e successiva pasiòn derivata dalle mie gite a sud dei Pirenei – il restante 10% va suddiviso come segue: 7% al Real Madrid Club de Futbol, 2% al Toro nel senso di Granata – fosse solo perché eroico nemico dell’odiata Goeba – e infine, il restante1% finale lo destino al Real Betis Balompiè (un po’ perché me gustan gli andalù, un po’ perché quelli dell’altra sponda del Guadalquivir, i señoritos del Sevilla esibiscono eccessiva puzzetta sotto il naso e per di più, alle corride, bevono snobisticamente un orrido brandy). E quanto alla Mapelli, oltre che docente dispensante cultura ispanica, è, e direi soprattutto, grande Sorella Nerazzurra (e ditemi se è poco). Tanto eccellente supporter, la Giovanna Mapelli, da aver convinto a spingersi fino alla Bicocca persino quel Javier che di cognome fa Zanetti, attuale vice-Vate nerazzurro (tifo da stadio alla sua apparizione, in visibilio le giovani universitarie, e ce credo: pensa a quelle del Milan idolatranti il cartapecorito Silvio, ahimè, e vabbè, coscritto del qui presente cronista …).

Operazione marketing

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Helenio Herrera con il torero Dominguìn Bosè

Dopodiché, per ultimare la spiegazione del titolo/rebus, resta soltanto, last but not least, la Cina. Un Paese dell’Asia abbastanza noto (basti pensare a Mao Polo) non soltanto perché vasto (e iperpopolato, tanto che alcuni di loro han dovuto emigrare aprendo un bar a Ro Ferrarese…). Solo che, per il definitivo ingresso nell’universo del Who is Who spaziale, la Cina aveva bisogno di una squadra pallonara così autorevole da spiegare tutto alla sola lettura delle formazioni … ad esempio franzosimarchipassalacqua … o, meno preistorica, sartiburgnichfacchetti (e saprei proseguire, fino al magazziniere…). A ‘sto punto, non senza ricordare il Grande Mago HH (tradussi financo un suo libro “Yo Helenio Herrera”, e che meraviglia le sue stramaledizioni alla Giuve!) preciso che nel foglio/info del Acto Cultural Nerazzurro Universitario a cui ho presenziato, erano segnalati anche un ‘Carc’ (Contemporary Asia Research Centre) e un Istituto Confucio (noto saggio orientale, probabilmente sconosciuto a Moggi non rispondendo arbitri acquistabili rispondenti a quel nome).

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Meeting su Inter e Cina

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Armando Picchi e Luis Suarez con la coppa dei campioni e coppa italia

Qui giunti, il cortese lettore avrà per certo capito che con tutta quell’ Inter la cronaca dell’happening al quale ho assistito non può che rivelarsi disordinata però non di parte (e vabbè, già che ci sono scimmiotto il Mario Appelius, oratore antibritannico dell’Eiar ex Rai durante la guerra, e proclamo al mondo un bel “Dio stramaledica la Juve!”). Solo che la cronaca di quel che han detto in questo meeting su Inter e Cina mi è parsa un po’ troppo “commerciale” eppertanto per me (umile dottore in scienze politiche pavesi, quasi sempre bocciato in aritmetica) abbastanza astrusa. Fatta eccezione, però (poi dicono che la venustà non conta … e bella era, ad esempio, la compagna del Luisito Suarez…) quando parlò la biondissima presidente di SportWide, Barbara Ricci, per certo dotta quanto bella, solo che (l’ha confessato lei) “ha lavorato per la Juve”, e allora ciao Pepp, fine del mio breve invaghimento per la bella ma probabilmente criptobianconera.
Dopodiché, di astrusa cronaca seriosa, marketing, fatturati, ‘per cento’, brand, core business e/o quel che l’è etc etc parlino pure gli altri (oltretutto stai a vedere che, quasi certamente, tutti ‘sti professoroni blablabla potrebbe financo non sapere chi erano Skoglund e Nyers… e chissà, forse forse qualche scarsa nozione su Ronaldo…).

Il popolo nerazzurro da Morattiano diventa Mandarino

Inter due-facce-una-razzaPer concludere nel modo più aulico possibile, non meno che velenoso (ma è sempre poca cosa) nel combattere la gloriosa guerra che la Nazione Nerazzurra (un tempo morattiana adesso Mandarina) conduce da sempre contro l’Impero del Male (ne sanno qualcosa i miti cinesi invasi dall’Impero del Sol Levante…) cito quanto sentenziò il mai troppo compianto avv. Peppino Prisco, grandissimo VicePresi nerazzurro (ricordo bene, stavamo volando a Varsavia per un match contro il Legia, ovvio trionfo…): “Caro Bonomi, se stringo la mano a un milanista corro a lavarmela, se la stringo a uno juventino guardo subito se ci sono ancora le dita…”. Sante parole, caro avvocato, e ‘a quei tempi’ non c’erano ancora i due scudetti bianconeri giustamente revocati e altrettanto giustamente distrutti pochi giorni fa, negli spogliatoi della Giuve, da quelli del Milan. Perché ogni tanto fanno qualcosa giusta anche i Cascavitt … salvo il non sapere come vendersi ai cinesi… (e sempre che, così dicunt alcuni, tutti ‘sti danèe in questione altro non siano che di quel baloss del Silvio…). Ma questa (avrebbe detto Kipling) è un’altra storia. E allora, con tante scuse a Mou (ricordi, Xavier, quel tuo Battesimo di Fuoco a Madrid il giorno del Triplete?) si concluda ammonendo che “Chi non crede in Herrera nella vita più non spera … Sia la sorte azzurra o nera Viva l’ Inter Viva Herrera”.

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P.S. All’Inter Club Universitario della Mapelli non ho notato altari (né mi sono stati distribuiti “santini”) del venerato San Magath … ricordate? … quel suo gol nella finale di Coppa Campioni, Amburgo – Juve, ad Atene (io c’ero… e – tra le due tifoserie – mi beccai gli spunti, degli amburghesi, che mi credevano “Gobbo”, eppoi le botte dei Gobbi, incazzati vedendomi esultare al gol … per la Serie “Martiri Nerazzurri”…).

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