Giovedì 18 Aprile 2024 - Anno XXII

Gloriosa Spagna, scovata tra mercatini e bancarelle

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Il volume Gloriosa Spagna, scritto da Costancia de la Mora, trovato a Milano su una bancarella del mercatino di piazza Diaz. La storia della guerra civile spagnola che ha visto la sconfitta della Repubblica in favore della monarchia.

Gloriosa Spagna coverÈ la seconda domenica del mese e, comme d’habitude  faccio un salto nella milanese piazza Diaz a dare un occhio alle canoniche bancarelle dei libri cosiddetti ‘usati’ (ma, ahimè, la gente oggidì legge sempre meno, e già leggeva poco  – colpa del Pippo Baudo e del Mike Bongiorno – col risultato che abbondano anche intonsi fondi di magazzino…). E se è vera quella battuta napoleonica dello “zaino di ogni soldato che contiene il bastone di maresciallo”, mi permetto di parafrasarla assicurando che anche sulle citate bancarelle è cuccabile qualche volume interessante. Stavolta, tanto per dire, eccomi buttare l’occhio e immantinente (come noto a quasi tutti, sono un gran aficionado alle vicende iberiche) acquistare “ Gloriosa Spagna ”. Un libro (basterebbe il titolo) che avrei dovuto, da sempre, possedere, aver letto e custodire per le mie periodiche non meno che dubbiose consultazioni (è ben noto che a una certa età la memoria tradisce, ancorchè dicunt accadere quasi sempre nelle nostre più fresche vicende, tipo non ricordare più dove hai messo i pantaloni appena tolti).

Gloriosa Spagna : la guerra civile spagnola

Gloriosa Spagna Guerra-civile-spagnolaOltretutto, l’acquisto del citato volume poteva vantare una doppia motivazione. In primis si trattava di un libro dedicato alla Guerra Civile Spagnola (1936 –1939) e, in più, avrei letto notizie e commenti su quell’importantissimo conflitto (costituì l’anticipazione, la prova generale del conflitto mondiale scoppiato pochi mesi dopo) per l’ennesima volta, sì, ma stavolta scritti “dall’altra parte” laddove, in ispanico, mi riferisco al “bando” dei “rojos”. Quelli, per capirci, che tenevano per la Repubblica, mentre, gli altri, del “bando” opposto (per capirci, i franchisti) erano i monarchici aficionados al rey Alfonso XIII (quello che, però, si vociferava, ahilui che portasse sfiga, e in effetti una faccia tristissima l’aveva per davvero). Quanto alla mie letture “di destra” (ovviamente non solo: i più bravi storiografi – che poi sono quasi tutti inglesi – non hanno  etichette politiche), potrei giustificarle con quel “motivi famigliari” assai usato per spiegare le assenze scolastiche.

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Mio zio nello sbarco in Andalusia

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Ruggero Bonomi, il coronèl Federici

Accadde infatti che a proteggere dal cielo il futuro Caudillo durante la traversata dello Stretto di Gibilterra (sbarco di Franco in Andalusia) fu mio zio, al secolo l’allora tenente colonnello della Regia Aeronautica, Ruggero Bonomi, che poco dopo (divenendo – come noto all’arruolamento si cambiava nome – il coronèl Federici) fondò la Aviaciòn del Tercio, alias la Legione Straniera spagnola. (E fu così, breve inciso, che, quando a Melilla mi qualificai come nipote del citato coronèl e chiesi di visitare il museo storico della Legiòn, il comandante mi salutò sull’attenti e ordinò che fossi accompagnato – una sorta di onori militari-  da un ufficiale della Legiòn, e vabbè…). Fosse solo per controbilanciare (in medio stat virtus) le gesta dello zio (che sulla Guerra Civil scrisse pure un libro, “Viva la Muerte!”, ma già dal titolo non sono tanto d’accordo…) eccomi a intraprendere la lettura del citato “Gloriosa Spagna” di Constancia de la Mora.

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Incontro tra ufficili alla presnza di Bonomi, col. Federici

Gloriosa Spagna è un bestiùn di libro, autobiografia, 454 pagine, che consiglierei anche al cortese lettore, sempre che fosse in grado di reperirlo. La copia in mio possesso, acquistata, come detto, alla bancarella nella milanese piazza Diaz, altro non è, infatti, che un volume – omaggio per gli abbonati a “L’Unità” nel lontano 1976. Da cui, e mi riferisco a Cronos, il tempo, si evince che … Sic transit gloria mundi …. Il Comunismo vaticinato non meno che sperato da l’Unità e da Contancia è finito rottamato o secondo alcuni sopravvive solo a Pyong Yang dal Caro Fratello, ma in tal caso è un po’ poco. Andrà a finire che la sullodata Unità dovrà ‘parlar  bene’ pure di quell’over capitalista del Berlusca. E alla fine della fiera resterà soltanto la vicenda di Constancia de la Mora (quanto al reperimento del suo libro posso precisare che fu scritto in inglese, pubblicato nel 1939, titolo  “In place of Splendor” – “Doble Esplendor” e se ho ben capito – frequento solo le bancarelle – sarebbe disponibile su Amazon).

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Costancia de la Mora e la dittatura del proletariato

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Constancia de la Mora

Constancia nasce a Madrid nel 1906 (e scompare nel 1950 in un incidente d’auto nel Guatemala) da – si diceva antan – magnanimi lombi. L’autrice di Gloriosa Spagna appartiene a un’antica famiglia aristocratica (nobiltà piuttosto fresca) tra padre e madre la futura sognatrice della dittatura del proletariato poteva infatti vantare un fior di status alto-borghese (zii e altri familiari materni alla corte del già citato rey Alfonso XIII). Dopo uno scombinato matrimonio con un signore malagueño (nella prima parte delle memorie Constancia fornisce tragiche info sull’arretratezza della cosiddetta buona società spagnola del tempo, alias la casta dei Poderosos, ricchi possidenti con testa medioevale) l’autrice scopre l’amore della vita incontrando Ignacio Hidalgo de Cisneros. Da cui la narrazione di un bel flirt con matrimonio. Epperò ecco la Guerra Civile. Con Hidalgo capo della Aviaciòn Roja (così almeno li chiamava mio zio) e Constancia capo ufficio stampa della Prensa repubblicana. Ma come a tutti (quasi) noto (che bella, la Storia, leggerne le vicende è per certo molto più bello – anche se sai già come va a finire) la Guerra Civil spagnola fu vinta dall’altro bando. Da cui la diaspora della Republica, quasi tutti in Francia, tanti in Messico (e approfitto per mandare un bèl basìn a Frida Kalho). Ma che bella la historia de la vida di Constancia de la Mora (poderosa di arcaici privilegi lotta per un ideale che finirà in uno dei più incredibili flop della Storia).

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