Cosa c’è di strano in una Italia in cui le autorità governative, giornalmente, dichiarano di voler puntare sul turismo, ma, nei fatti, contravvengono alle loro stesse dichiarazioni? C’è di strano, per esempio, ma non è l’unico caso, ciò che accade a Positano, località posta sulla costiera amalfitana. A seguito di scavi nel 2003, ad otto metri sotto il livello stradale, vicino alla chiesa di Santa Maria dell’Assunta, è stata rinvenuta una bellissima villa romana del I secolo d.C., i lavori dovevano terminare a dicembre 2015. La Villa è un meraviglioso gioiello che, colpito come Ercolano e Pompei dall’eruzione del 79 d.C., oggi potrebbe essere fruibile al pubblico ma ancora non lo è. Sembra che manchi una firma da parte della Soprintendenza. Stando a quanto sostenuto dalla soprintendente di Salerno, Francesca Casule, la pratica è all’esame degli uffici, ma non ci sono certezze sull’approvazione. La stranezza è che tutti i lavori di preparazione siano stati eseguiti per consentire l’accesso ai turisti. Sono stati infatti predisposti per accogliere i visitatori sia il percorso archeologico, sia le passerelle e l’illuminazione.
Positano una firma blocca l’apertura della villa
Il sindaco di Positano, Michele De Lucia, ha dichiarato: “Aspetto di firmare l’intesa con la Soprintendenza, noi siamo pronti, aprirei anche subito”. Ecco la stranezza, il paradosso, se non la contraddizione, senza motivi fondati, se non quelli di un cavillo burocratico. Durante i lavori di scavo, conclusi a marzo scorso, vennero alla luce oltre ad affreschi definiti del IV stile, tipici appunto del I secolo, anche brocche, tazze e vasi di bronzo, oggetti che evidentemente il proprietario utilizzava durante i simposi con i suoi ospiti. La villa si trova sotto la Chiesa di Santa Maria Assunta, davanti la spiaggia di Positano. Ricorda molto le ville marittime di Stabia: il triclinio, ovvero la stanza da pranzo, è stato completamente messo in luce ed è perfettamente conservato.