C’erano una volta i passage… e naturalmente ci sono ancora. Parigi non sarebbe Parigi senza la Galerie Vivienne, la Galerie Colbert, il Passage Choiseul, il Passage des Panoramas, il Passage Jouffroy, le Passage Verdeau e altri ancora. Tutti posizionati sulla rive droite.
Da qualche giorno anche la rive gauche ha il suo nuovo passage, rivisitazione moderna di quei luoghi ottocenteschi ovattati e riparati dal tumulto della metropoli, spesso luogo di vendita di libri antichi e di oggetti d’antiquariato.
Il Beaupassage, fra rue du Bac, rue de Grenelle e il boulevard Raspail, è invece tutto dedicato al food, con qualche installazione d’arte contemporanea, come le Due querce di Fabrice Hyber, la Traversée, un corridoio di rami e radici di Eva Jospin che accoglie i visitatori dall’ingresso Raspail, la Mangusta gigante di Stefan Rinck, l’Albero Neuronale di Marc Vellay e gli inserti di verde realizzati dal paesaggista Michel Desvigne.
Beaupassage nuovi spazi per il pubblico
Il Beaupassage, un progetto del gruppo Emerige autore di interventi di riqualificazione urbana anche a Barcellona e Madrid, ha permesso di aprire al pubblico gli spazi di un ex convento femminile, il Couvent des Récollettes, ora collegati con edifici industriali che ospitavano un garage.
Qui, come dicevamo, si viene soprattutto per le proposte gastronomiche: alcuni grandi chef e pasticceri si presentano in versione easy e accessibile a tutti. Si va dalla panetteria che porta la firma di Thierry Marx (2 stelle Michelin), al Daily Pic di Anne-Sophie Pic (unica donna 3 stelle Michelin in Francia), dall’Allénothèque di Yannick Alléno (3 stelle) alla macelleria-ristorante di Alexandre Polmard, dalla prima caffetteria aperta da quello che è forse il più famoso pasticcere francese, ovvero Pierre Hermé, allo street food in chiave marinara di Olivier Bellin (2 stelle) per finire con il caffè in versione giapponese di Junichi Yamaguchi.
Si comincia con il caffè da Pierre Hermé
Il successo del Beaupassage è stato immediato. Già la sera della inaugurazione era difficile se non impossibile trovare un tavolo libero nel bistrot di Alléno. Ma possiamo procedere con ordine e scoprire che cosa ci offre il nuovo passage parigino nel corso della giornata. Si può partire con un caffè da Pierre Hermé: il pasticcere di origini alsaziane si è lanciato in una nuova sfida abbinando i suoi famosi dolci – su tutti gli inarrivabili macaron – al piacere di una tazza di tè o di caffè. Lui che è stato fra i primi a far conoscere l’alta pasticceria francese in Giappone e che ha i suoi negozi di Parigi con una coda costante di clienti, ha creato con il Cafè Hermé uno spazio elegante e al tempo stesso informale. Il bancone del bar al centro del locale è un invito ad iniziare la giornata con un croissant Ispahan (alla rosa), ma la giornata prosegue poi con il light-lunch a base di omelettes, quiche o club sandwich e poi con l’ora dell’aperitivo. A dirigere il locale è stato chiamato l’italiano Alessandro Cirino.
Pane biologico alla boulangerie di Thierry Marx
A fianco troviamo la boulangerie di Thierry Marx dove si può acquistare un buon pane biologico, ma anche viennoiseries e una bella scelta di torte e dolci. L’arte bianca è una vera e propria passione per lo chef del Mandarin Oriental, un souvenir degli aromi dell’infanzia passata fra le strade di Ménilmontant. Col tempo Tierry Marx è diventato un globetrotter ma al tempo stesso ha continuato ad essere difensore della cucina identitaria. E’ da queste esperienze apparentemente contradditorie che nascono molte delle sue ricette, anche per quel che riguarda il pane che ha voluto riportare al centro dell’esperienza gastronomica. Se invece ci si trova al Beaupassage all’ora di pranzo o di cena la scelta si fa ancora più ampia. I locali di Anne-Sophie Pic e di Olivier Bellin erano ancora in fase di completamento al momento dell’inaugurazione del passage (apriranno a giorni), ma invece possiamo raccontare la nostra esperienza all’Allénotèque e da Alexandre Polmard.
Allénotèque vino, cucina, arte
L’Allénotèque, come si può intuire, è un gioco di parole fra il cognome di uno degli chef più famosi di Francia – a capo di un vero e proprio impero gastronomico – e l’enotèque che occupa tutto in piano sotterraneo. La visita deve cominciare da qui, da questa strepitosa raccolta di circa 700 etichette, in gran parte francesi. Nessun timore reverenziale, si parte anche da bottiglie sotto i venti euro per arrivare a prezzi decisamente più importanti (con sconto immediato del 10% su spese significative). Al primo piano c’è la galleria d’arte della moglie di Alléno, mentre le grandi vetrate con cucina a vista che affacciano sul passage sono tutte riservate al bistrot: cucina francese contemporanea con prezzi che, a mezzogiorno, per la formula entrée+plat partono da 29 €. Come abbinamento si può scegliere anche un vino a bicchiere, consigliato dal premuroso sommelier, con prezzi che partono da 7 €. Spesa assolutamente accettabile per provare i piatti di uno chef tristellato, sia pure in versione bistrot. Il Morceau de lotte rôtie au beurre, purée et bouillon aux Coco de Paimpol, crevettes grises et chorizo, jus d’arêtes crémé e la Canette des Dombes, navets glaçons cuisinés et jus complexe sono piatti perfetti, come pure – al momento del dessert – l’Ananas rôti aux agrumes et son sorbet moelleux o il Baba au rhum frais et crème Chantilly à volonté, tartare de pêches. Merito anche dei due chef di partita italiani, Sebastiano Rivoli e Giorgio Pignagnoli che lavorano nella cucina a vista dell’Allénotèque.
Alexandre Polmard macellaio e ristoratore
Esperienza molto originale quella che offre il giovane (non ha ancora compiuto trent’anni) Alexandre Polmard: siamo alla sesta generazione di una famiglia di allevatori e di macellatori della Meuse.
Gli animali vivono allo stato semi-brado, la qualità delle carni e le tecniche di conservazione sono degli imperativi categorici per Alexandre che, dopo altre aperture a Parigi e Nancy, rilancia ulteriormente con questo bell’indirizzo su due livelli: sotto bancone macelleria, salumeria, frigoriferi a vista con tutte le specialità della casa, sopra ristorante ovviamente di carne con la chicca di una cave à cigares, con sigari dell’Honduras in edizione limitata.
Beaupassage 53-57, rue de Grenelle (VIIe)- altri ingressi al n. 83-85 di rue du Bac e al n.14 di bd. Raspail. www.beaupassage.fr
Dove dormire
Hôtel du Rond-Point des Champas-Elysées (Paris 8), rue de Ponthieu 10, www.espritdefrance.com/rondpoint Un hotel 4 stelle, 36 camere & suites, spazio benessere, piscina, cocktail bar riaperto da poco più di un mese dopo un accurato restauro di un palazzo Art Deco curato dai milanesi di Dimorestudio.
Siamo a pochi passi dagli Champs-Elysées, in un quartiere ricco di gallerie d’arte e case d’asta. Dalle camere al 7° e 8° piano si ha una bella vista da un lato verso la Tour Eiffel, dall’altro verso il Sacre Coeur. E’ l’ultima apertura del gruppo Esprit de France che ha 11 hotel nell’area Paris–Île de France e altri 35 nel resto della Francia.
Hotel Brighton (Paris 1), rue de Rivoli 218, www.espritdefrance.com/brighton. Sotto i portici di rue de Rivoli, fra il Louvre e place de la Concorde si trova uno dei più antichi hotel di Parigi, aperto da Lord Egerton all’inizio del XIX secolo. Oggi è un accogliente 4 stelle con 62 camere & suites.
Comodissima la posizione, di fronte alla stazione di metro (linea 1) Tuileries. E in effetti i giardini del Palazzo Reale sono proprio di fronte all’hotel: basta attraversare rue de Rivoli per avere a disposizione il più storico degli spazi verdi di Parigi.
Dalle stanze si gode una splendida vista che spazia dal Museo del Louvre alla Tour Eiffel, fino ai più lontani grattacieli della Défense.
Dove mangiare (oltre al Beaupassage)
Da ormai 28 anni la Maison Blanche di Parigi è uno dei punti di riferimento per la buona cucina, ora affidata allo chef Fabrice Giraud, ma è anche conosciuta per l’incredibile panorama che offre sui tetti di Parigi e sulla Tour Eiffel che si erge non lontano dal ristorante. Siamo nella prestigiosa avenue Montaigne, XV arrondissement della capitale, dove una dopo l’altra si susseguono le vetrine delle più prestigiose griffe della moda.
La Maison Blanche si trova all’ultimo piano dell’edificio che ospita il Théâtre des Champs‐Élysées, un edificio – detto per inciso – progettato da Auguste Perret, uno dei padri dell’architettura moderna francese, e inaugurato nel 1913. Fu uno dei primi in cemento armato e oggi è classificato “monumento storico”.
Nella bella stagione ci si può accomodare in una delle due spettacolari terrazze, la George V e la Montaigne. Entrambe con vista sul monumento-simbolo di Parigi, ma ben protette e riscaldate. Consentono di pranzare o di cenare en plein air ben oltre il periodo estivo. Ma anche le sistemazioni all’interno godono di una vista unica, perché davanti ai tavoli sistemati su una specie di balconata, si ha soltanto un’immensa vetrata oltre la quale si profila lo skyline parigino. Se l’ambientazione è da sogno, Fabrice Giraud fa di tutto per non deludere anche i palati dei clienti. Con 95 €, una cifra decisamente ragionevole per un locale di questo livello, si seguirà un percorso degustazione di ben cinque portate.
Il nome di qualche piatto per stuzzicare la curiosità? Maigre sauvage émincé finement, feuilles d’argent et sauce vierge saveur Manzana, oppure Gaspacho de pêche et tomate de collection, huile et poudre d’olives noires aux agrumes fra le entrées; Canette poêlée, jus corsé ambré et noix de macadamia, navets et poires rôties fra le portate principali. Infine Citron meringué et sablé à l’huile d’olive fra le proposte dello chef pâtissier. A pranzo formule più convenienti: 2 portate a 49 euro, 3 portate a 59 euro. Ma sarà un’esperienza parigina indimenticabile, sia in coppia sia in famiglia.
Restaurant Maison Blanche, avenue Montaigne 15; www.maison-blanche.fr
Champs-Elysées: i macaron di Hermé sposano i profumi dell’Occitane
Fra le novità di questi ultimi mesi c’è l’incontro, sul viale più famoso di Parigi, di Pierre Hermé con i profumi dell’Occitane, noto marchio della profumeria. Impossibile non notare questo elegante spazio creato dall’architetto parigino Laura Gonzalez quando si risalgono gli Champs verso l’Arc de Triomphe tenendo la destra. Al centro c’è il grande bancone semicircolare della pasticceria dietro il quale uno stuolo di gentili commessi vi illustreranno tutte le novità e tutti i classici di quello che uno dei pasticceri più famosi del mondo.
Circa due anni fa, L’Occitane ha lanciato una collezione di profumi creati da Pierre Hermé con il packaging di Olivier Baussan. Questa collezione temporanea includeva in particolare tre profumi Gelsomino, Immortelle e Neroli, Pompelmo e Rabarbaro, e Miele, Immortelle e Mandarino che hanno avuto grande successo. Pierre Hermé assecondato dal suo inseparabile socio Charles Znaty e Adrien Geiger capo de L’Occitane hanno deciso di continuare assieme e in meno di dodici mesi hanno progettato e realizzato il nuovo, grande spazio al numero 86 degli Champs.
A dominare la scena è la collezione di macaron: un tripudio di colori e di sapori, con qualche gusto che Hermé dedica in esclusiva a questo indirizzo. C’è anche uno spazio ristorazione, discretamente sistemato sul fondo del locale che funziona dalla prima colazione alla cena.
86Champs, 86 avenue des Champs-Elysées; www.86champs.com