Giovedì 21 Novembre 2024 - Anno XXII

Ginosa: viaggio di fine estate nella Terra delle Gravine

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Puglia da scoprire. In provincia di Taranto nella Terra delle Gravine. Un lembo di terra solcato da fenditure. Profondi crepacci. Grotte naturali. Chiese e abitazioni scavate nella roccia. Lago Salinella ultima zona umida dell’anfiteatro ionico

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Gravina del Casale (foto: Emilio Dati © Mondointasca.it)

La Puglia, dove l’estate dura sei mesi, turisticamente parlando ha tante facce e molto da raccontare. È conosciuta per il suo mare, le lunghe spiagge sabbiose, per la cucina tradizionale, per il saper fare: l’arte della ceramica e della maiolica. Il nostro viaggio in terra di Puglia ci porta alla ricerca di qualcosa di arcaico e affascinante, dall’atmosfera magica e misteriosa: i muretti a secco, le grotte calcaree, le città scavate nella roccia.

Un pezzo di Puglia ancora poco frequentato, ma tutto da scoprire. Parliamo della Terra delle Gravine, in provincia di Taranto. Un lembo di terra solcato da fenditure, profondi crepacci, con grotte naturali che vanno dall’alta Murgia barese alla Murgia materana. Un territorio unico. Montagne a rovescio. Grattacieli scolpiti nella roccia. E poi nelle narici il profumo intenso delle erbe aromatiche. In provincia di Taranto di questi luoghi spettacolari dove la roccia è incisa, scavata ma non ferita, se ne contano circa sessanta.

Per promuovere il territorio a fini turistici alcuni comuni del Parco Naturale Regionale Terra delle Gravine, in accordo con la regione Puglia, stanno sviluppando club di prodotto: Natura, Sport, Benessere. I comuni coinvolti, a cominciare da Ginosa, sono Laterza, Castellaneta, Mottola e Massafra.

Ginosa piccola Matera pugliese
Ginosa Chiesa rupestre di Santa Barbara vista dall'interno verso il Castello
Chiesa rupestre di Santa Barbara vista dall’interno verso il Castello (foto: Emilio Dati © Mondointasca.it)

Il nostro viaggio alla scoperta della Terra delle Gravine comincia da Ginosa, nell’entroterra della provincia di Taranto. Una piccola Matera pugliese quasi dimenticata. Distante solo 25 km dalla città Capitale Europea della Cultura nel 2019. Gli insediamenti rupestri nella Gravina di Ginosa risalgono al paleolitico. La presenza abitativa dell’uomo risale a circa 60mila anni fa.

Nel corso dei millenni lo scivolamento verso il mare delle acque piovane hanno dato origine alle gravine, profondi e spettacolari canyon.
Il centro urbano del comune di Ginosa è incastonato nella gravina, con profonde anse e pareti ripide di roccia tufacea che circondano come un ferro di cavallo tutto l’abitato per oltre 10 chilometri. I due rami della gravina di Ginosa prendono il nome di Villaggio Rivolta e Rione Casale.

Villaggio Rivolta
Ginosa affreschi Chiesa rupestre di Santa Sofia
Affresco nella Chiesa rupestre di Santa Sofia (foto: Emilio Dati © Mondointasca.it)

In compagnia di una esperta guida dell’info point, abbiamo visitato i due insediamenti: Rivolta e Casale. Il percorso per Rivolta è facilitato da un sentiero protetto da staccionate. Si tratta di un villaggio troglodito, composto da 66 case grotta, disposte su cinque livelli e collegate tra di loro con sentieri e gradini. Ogni abitazione ha un comignolo, la stalla, il frantoio ipogeo, una cisterna per la raccolta delle acque piovane, tutte scavate nella roccia di tufo.

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Percorrendo il sentiero delle Murge di fronte alla Rivolta (a noi non è stato consentito) sul costone opposto si trovano la sguarnita chiesa rupestre di Santa Barbara, Santa Lucia e gli affreschi della più nascosta Santa Sofia. Le chiese hanno subito gravi danni dall’alluvione del 2013.

Ginosa: Rione Casale
Ginosa Chiesa Matrice (foto: Emilio Dati © Mondointasca.it)
Ginosa Chiesa Matrice (foto: Emilio Dati © Mondointasca.it)

Scendendo sul fondo della gravina, nel torrente in secca si va verso il villaggio rupestre del Casale. Anche qui le abitazioni in grotta presentano un unico accesso e due vani. Da segnalare quattro chiese rupestri  affrescate, di matrice antropica che si aprono nei fianchi della gravina con vari schemi architettonici.

I monaci dell’ordine dei Benedettini che le hanno abitate hanno reso gli ambienti suggestivi. Visitabili sono San Vito Vecchio, Santa Domenica e quella dei SS. Medici, dove all’interno si trova il dipinto di Ecce Homo, raggiungibili solo se si è degli esperti scalatori.

Da visitare anche la Chiesa Madre o Matrice, con la sua facciata bianca che si staglia maestosa sulla gravina. Edificata a partire dal 1554 e stata dedicata a San Martino di Tours, raffigurato in un affresco  sotto il rosone della facciata principale, mentre divide il suo mantello con un povero. Le linee architettoniche, tipiche del Cinquecento, armonizzano lo stile gotico che dominava in Francia, con quello rinascimentale affermato in Puglia. L’interno della chiesa è a tre navate. Se avete la fortuna di incontrare Carmelo, custode della chiesa, vi incanterà con i suoi racconti, aneddoti e curiosità su questo luogo.

A Pasqua e ad agosto, se siete in zona, non perdetevi la “Passio Christi”. Un evento spettacolare e scenografico che si svolge nella gravina: 300 attori-figuranti rievocano la vita di Gesù con dialoghi, narrazione, musica e gioco di luci.

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Ginosa: dalle grotte al mare
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Ginosa Marina, lo spettacolo dei delfini (foto: Emilio Dati © Mondointasca.it)

Dopo aver tanto camminato. Visitato cose mai viste prima. Incantati dalle ingegnose soluzioni per sopravvivere in grotta, ci concediamo un po’ di mare e di attività sportiva sulla sabbiosa spiaggia di Marina di Ginosa. Una località molto apprezzata in estate da turisti italiani e stranieri.

Il borgo dispone di una stazione ferroviaria e di una metereologica. In estate, tra i vari sport che si praticano, si svolgono trofei nazionali di tennis. Ma si può sperimentare un volo in mongolfiera, in deltaplano.

Noi siamo attratti dal cielo e dall’acqua. Decidiamo di provare l’emozione di vibrarsi nell’aria con il Deltaplano, qualcun altro decide di andare a scrutare i fondali marini. Io mi consento di girare in pista al Kartodromo 106 Reverse sulla statale 116 uscita di Ginosa Marina. Il vento ci porta delle nuvole con una pioggerellina. Tornato il sole, verso il tramonto, tutti in barca a salutare i delfini nelle acque azzurre e cristalline.

Lago Salinella e Torre Mattoni
Ginosa Marina Torre Mattoni
Torre Mattoni (foto: Emilio Dati © Mondointasca.it)

Dopo aver pernottato all’agriturismo Villa Elide, il giorno successivo ci rechiamo al Lago Salinella, un luogo suggestivo a tre chilometri dall’abitato di Ginosa. Nascosto da dune ricoperte di vegetazione è un paradiso naturale al confine con la Basilicata. Il Lago, immerso in una splendida pineta di pino d’Aleppo e pino Domestico, con i suoi 90 ettari rappresenta l’ultima zona umida dell’anfiteatro ionico.

Ricco di fauna ittica, il sito è anche rifugio ideale di numerose specie di uccelli palustri: il gabbiano reale, il fanello, la calandrella, la gallinella d’acqua, il migliarino di palude, l’airone.

Proseguendo lungo la spiaggia raggiungiamo la Torre Mattoni. Una torre costiera antisaracena. Costruita nel XVI secolo a difesa delle coste ioniche dalle incursioni marine da parte dei Turchi. Arrivarci non è facile. Bisogna passare attraverso un villaggio turistico costruito nella Riserva naturale di Stornata. Problema risolto dal simpatico Giacomo Cassano, un personaggio poliedrico, titolare dell’agenzia viaggi Gravine Tours.

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