Domenica 6 Ottobre 2024 - Anno XXII

Land Rover: 70 anni di grandi viaggi

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Un vettura icona mondiale non solo “british”. La Land Rover è stata la preferita della regina Elisabetta. Churchill ne ricevette una un po’ speciale in regalo per gli ottant’anni. La produzione è cessata nel 2016. Alcuni record di questo fuoristrada

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Trai tanti anniversari che ricorrono quest’anno nel mondo dell’auto non può essere dimenticato quello relativo ai 70 anni del mitico fuoristrada Land Rover. Il primo modello fu costruito dalla casa inglese Rover e lanciato all’Amsterdam Motor Show il 30 aprile 1948. Caratteristica del modello la trazione integrale che permette a questi veicoli di affrontare terreni molto accidentati. La produzione è cessata nel 2016 mentre nel 2015 ha toccato 2milioni di esemplari prodotti. Nel corso degli anni è diventato una vera icona, non solo “british” ma mondiale.

Due illustri proprietari: Winston Churchill e la regina Elisabetta II

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Winston Churchill con la sua Land Rover

Una Land Rover 107 Pick up Serie I venne regalata allo statista Winston Churchill nel 1954, in occasione del suo ottantesimo compleanno, con alcune modifihe. Personalizzata con una chiusura in legno e alluminio del vano di carico. Una grande maniglia rivestita in pelle per facilitare la salita a bordo. Un riscaldatore supplementare per i piedi del passeggero e un’insolita sistemazione dei sedili. Quello dell’autista per esempio è ridotto all’essenziale. Quello centrale trasformato in bracciolo e quello per Churchill è di grandi dimensioni. Churchill la utilizzò quasi esclusivamente all’interno della sua tenuta nel Kent, dove si era ritirato al termine della sua attività politica.

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La Regina Elisabetta II col principe Filippo Duca di Edimburgo e il piccolo Carlo

La Land Rover è stata anche uno delle vetture preferite dalla regina Elisabetta. Nel corso degli anni il fuoristrada ha accompagnato Elisabetta II in un’infinità di cerimonie ed eventi, testimoniati da tantissime foto che la ritraggono al volante.
Già agli inizi della storia della Land, nel 1948, fu donato a re Giorgio VI il centesimo esemplare prodotto della Series I. La Regina ricevette la sua prima Land Rover appena salita al trono nel 1952. Da allora ha continuato a usarle. Ricordiamo alcuni dei più significativi viaggi avventura che sono stati effettuati con Land Rover.

The Oxford and Cambridge Far Eastern Expedition

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Land Rover Oxford SNX891 a Automotoretrò 2018 (foto: Paolo Gamba © Mondointasca.it)

I visitatori di Automotoretrò 2018, salone dell’auto d’epoca che si tiene annualmente a Torino, erano incuriositi da una vettura esposta nello stand del Registro Storico Italiano. Era la Land Rover Oxford SNX891, in condizioni d’uso. Un modello che ha una storia da raccontare. Era il 1955 quando sei studenti universitari di Oxford e Cambridge, grazie a due vetture Serie I messe a disposizione dalla Land Rover, decidono di intraprendere una spedizione da Londra a Singapore.

Le due Land: quella di Cambridge blu, quella di Oxford più scura, erano equipaggiate con il “tetto safari” in doppio strato di alluminio. Per la casa produttrice la spedizione era un severo road-test ma anche un grande ritorno pubblicitario. I due veicoli erano a passo corto (86 pollici) e montavano il motore da 2 litri. Poche le modifiche effettuate. L’aggiunta di due taniche montate ai lati della griglia del radiatore, un proiettore orientabile. Inoltre un ulteriore serbatoio da 100 galloni di carburante nella parte posteriore e un argano anteriore guidato dal motore.

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Da Londra a Singapore

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1955 Land Rover Series I Oford expedition

Il raid parte da Hyde Park all’alba del primo settembre 1955. Hanno attraversato Francia, Germania, Austria, Jugoslavia, Grecia, Turchia, Siria, Iraq, Iran, Afghanistan, Pakistan, India, Nepal, Birmania, Thailandia. Dopo aver percorso circa 29.000 chilometri (sei mesi e sei giorni di viaggio) arrivarono in Malesia il 6 marzo 1956. Le due Land Rover, con gli evidenti segni del lungo viaggio, entrano trionfalmente nella città di Singapore. È stata la prima volta che un percorso così è stato effettuato interamente con veicoli.

I rischi di un viaggio avventuroso

Land Rover discovery 1955 first overland expedition
Land Rover discovery 1955 first overland expedition

Le difficoltà maggiori sono state l’attraversamento del deserto tra Damasco e Bagdad. Ma anche in India nel perorrere la Ledo Road, costruita durante la 2ª guerra mondiale e andata in rovina per la maggior parte, con una zona controllata da banditi e cacciatori di teste. Infine in Tailandia la spedizione ha dovuto farsi largo nella giungla perchè mancava una vera e propria strada.

Al termine della spedizione le due automobili vengono rispedite in Inghilterra. Mentre della Cambridge si sono perse le tracce, la Oxford viene trasferita sull’isola di Ascensione nell’Oceano Atlantico. Dopo varie vicissitudini, nel 1977 anche di questa si perdono le tracce e l’ultimo proprietario si trasferisce nell’isola di Sant’Elena. Dopo quasi 40 anni un facoltoso collezionista inglese decide di mettersi alla ricerca della Land scomparsa. Grazie alla memoria degli abitanti dell’isola, riappare anche se è un rottame in quanto nel corso degli anni usata per i pezzi di ricambio per altre auto: addirittura il motore e alcune parti del telaio erano finite sottoterra. Però il nuovo proprietario è riuscito a riassemblarla ed è proprio quella ammirata a Torino.

Dall’Inghilterra alla Rhodesia del Sud

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Nel 1953 la famiglia inglese Beak – composta da padre, madre e due figli, un maschio e una femmina, di 16 e 9 anni rispettivamente – che possedeva un garage nei dintorni di Bath, a causa di problemi economici, decide di trasferirsi nella Rhodesia del Sud.
Dimenticavo di dire che il mezzo scelto per il trasferimento è stata una Land Rover. Ron, il marito, ha trascorso molte ore a lavorare sulla Land per adattarla al lungo viaggio. Un grande portapacchi montato sul tetto per trasportare tutta l’attrezzatura da campeggio ed un grosso serbatoio per l’acqua, posto sopra i sedili anteriori, a protezione del tutto un grande telone.

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Sulla parte posteriore è stato montato un telone che poteva aprirsi a quarto di cupola e creare spazio per un posto letto supplementare. L’interno è stato rivestito con reti a protezione degli occupanti dai vari insetti che si sarebbero incontrati nel viaggio. Montato un serbatoio supplementare all’interno e un vericello sulla parte anteriore del veicolo, rinforzate le sospensioni e acquistato uno stock di ricambi e attrezzi da officina.

The Great 1953 Trek

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La famiglia Beak partì dal Regno Unito il 22 gennaio 1953 e arrivò in Rhodesia il 15 marzo 1953, l’intero viaggio è raccontato nel libro “The Great 1953 Trek. Dopo aver attraversato su nave i due mari per arrivare ad Algeri, il 3 febbraio 1953 iniziano l’attraversamento del Sahara. Il viaggio è poi proseguito tra innumerevoli difficoltà e avventure. Difficoltà superate grazie anche all’aiuto della popolazione locale.

Incuriosita ogni volta che la famiglia e la Land si fermavano per le soste notturne, attraverso l’allora Nigeria Francese e Britannica, il Cameron e l’Africa Equatoriale. Poi attraverso il Congo Belga, sotto forti temporali e incontri con animali (leoni, elefanti, scimmie), infine in Rhodesia del Nord per poi giungere alla meta finale, quella del Sud, raggiunta dopo aver percorso 12.450 km, senza una foratura.

Il viaggio dei recordo: Alaska, Terra del Fuoco, Aziza 3

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In Italia, all’inizio degli anni Sessanta, circolavano come fuoristrada solo le Fiat Campagnola, residuati dell’esercito. Nino Cirani, laureato in architettura, fotografo, giornalista, esploratore e protagonista di raid automobilistici in ogni parte del mondo, diventa un vero e proprio mito per tutti i fuoristradisti, percorrendo migliaia di chilometri nei deserti sahariani e nelle foreste amazzoniche, a bordo di Land Rover, denominate Aziza (carina in arabo).

La prima avventura è del 1962 ed è la traversata dall’Italia a Ceylon (138 giorni, 31.000 Km) su un Land Rover 88 (Aziza 1), ovvero passo corto. Nel 1965 invece a bordo di un modello 109 (Aziza 2), passo lungo, effettua un raid in Africa da Città del Capo fino al Cairo (otto mesi e mezzo, 53.000 Km). Ma, l’impresa che ha reso celebre Nino Cirani è quella portata a termine tra l’estate del 1968 e la primavera del 1969.

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La straordinaria traversata del continente americano da nord a sud a bordo di una nuova 109 (Aziza 3): il viaggio dei record, 102.000 chilometri dall’Alaska fino alla Terra del Fuoco in 11 mesi, il più lungo raid automobilistico effettuato fino ad allora. Il Land Rover giunge a quota 5.007 metri, alle pendici della vetta del Cerro Rico sulle Ande Boliviane, l’altezza massima raggiunta da un veicolo a motore. Attraversati 18 paesi (Stati Uniti, Canada, Messico, Guatemala, Salvador, Honduras, Nicaragua, Costa Rica, Panama, Colombia, Venezuela, Ecuador, Perù, Bolivia, Argentina, Cile, Paraguay, Brasile) e 64 controlli doganali, la Aziza 3 viene infine imbarcata per fare ritorno in Italia.

Tecnica, esperienza, attenzione ai dettagli

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Cirani era un uomo che sapeva prevedere molte difficoltà che avrebbe incontrato in un viaggio cosi lungo e avventuroso: ne è un esempio la preparazione della Aziza 3, dove tutto è stato progettato per sfruttare ogni singolo spazio interno ed esterno, per alloggiare olio, ricambi, carburante, piastre da fango, due tubi imbullonati alle ruote dotati di un cavo di acciaio che funzionavano da verricello.

Inoltre sul tetto era montata una tenda Air Camping, che grazie all’esperienza e ai suggerimenti di Nino Cirani, raggiunge lo stato dell’arte, tanto che la casa produttrice ha prodotto una versione celebrativa con gli stessi colori e le stesse soluzioni tecniche adottate dall’uomo che la rese leggendaria. Una curiosità infine: la consueta spia di indicazione della pressione dell’olio era dotata di un segnale sonoro che avvisasse in caso di calo di pressione, in previsione del fatto che la luce del deserto avrebbe reso impossibile la vista della sola spia luminosa.

Per i 70 anni, Land Rover d’epoca sull’Himalaya

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Fra i numerosissimi eventi per festeggiare i 70 anni della Land Rover vogliamo ricordare l’incredibile raid che 42 vetture d’epoca, alcune del 1957, hanno percorso per raggiungere una località sperduta nell’Himalaya indiano, un villaggio a 3.636 metri di altezza, unicamente attraverso una pista sassosa, ripercorrendo i 31 chilometri che gli abitanti di Maneybhanjang effettuano abitualmente per recarsi a Sandakphu con il loro carico, e dove la Land Rover ha un ruolo vitale per le comunità locali.

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