Jackson Pollock, importante artista appartenente alla corrente artistica dell’espressionismo astratto del XX secolo, sarà protagonista della mostra dal titolo “Pollock e la scuola di New York” nell’Ala Brasini del Complesso del Vittoriano a Roma. L’esposizione, organizzata da Arthemisia Group, aprirà al pubblico domani 10 ottobre e si concluderà il 24 febbraio 2019 e saranno visitabili circa 50 capolavori, opere di Pollock ma anche di altri prestigiosi nomi del firmamento della famosa New York School. Si sente spesso dire: “è un uomo bizzarro, stravagante, ma dopo tutto è un artista”, questo luogo comune sembrerebbe calzare a pennello per Pollock. Originario del Wyoming, si trasferì presto in California con la famiglia e qui frequentò le scuole senza particolare successo ad eccezione delle materie artistiche.
Jackson Pollock fu attratto ben presto dall’alcool e, in assenza di autocontrollo, fu trovato spesso ubriaco con atteggiamenti aggressivi nei confronti del prossimo. A nulla valsero le attenzioni dei familiari e, in seguito, quelle della futura moglie Lee Krasner, anche lei pittrice di talento, perché Pollock fu sempre affascinato dalla bottiglia nonostante fosse riuscito, per brevi periodi, a disintossicarsi e a migliorare i suoi comportamenti. L’alcool fu pure il responsabile del rovinoso incidente mentre era alla guida della sua auto lanciata a forte velocità quando, nell’affrontare una curva, non riuscì a dominare il veicolo, andò a schiantarsi contro un albero e vi trovò la morte.
Pollock e la Action Painting
La rassegna porta alla ribalta una serie di opere realizzate dagli artisti che, negli anni quaranta e cinquanta del 1900,seguirono le orme di Pollock il quale ebbe un’affezionata fan nella persona di Peggy Guggenheim, la ricca ereditiera americana amante dell’arte e collezionista di opere notevoli. Pollock è il fautore dell’Action Painting, una forma d’arte innovativa dove il colore non è steso a pennellate, bensì viene fatto gocciolare e addirittura lanciato o macchiato sulle tele creando un effetto policromatico e strane texture, tipiche dell’espressionismo astratto che fece parecchi adepti.
Si trattava di creare un’opera che scaturiva da un’azione eseguita spontaneamente, priva quindi di un progetto, di un bozzetto, ma doveva essere l’espressione che l’artista provava in quel momento a dispetto del tecnicismo ponderato. Le opere esposte provengono dal Whitney Museum di New York tra cui la celebre tela Number 27, lunga oltre tre metri il cui numero identifica l’ordine cronologico dei quadri e che fu realizzato nel 1950. Il dipinto è un olio su tela nel quale l’aspetto principale è l’equilibrio fra le pennellate di nero e la fusione dei colori più chiari distribuiti sulla tela con la tecnica dell’ Action Painting secondo la volontà dell’artista che non intende creare un’immagine concreta ma anzi dare vita ad un tema indecifrabile lasciando all’osservatore la libera interpretazione. Altri artisti in mostra: Mark Rothko, Willen de Kooning, Franz Kline, e tanti altri esponenti della Scuola di New York.
Per informazioni su orari, costi e prenotazioni on line: www.ilvittoriano.com