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Tintoretto 500: due mostre per celebrare il pittore veneziano

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A cinquecento anni dalla nascita, la città di Venezia celebra l’arte senza tempo di Jacopo Robusti, detto il Tintoretto. Dal 7 settembre 2018 al 6 gennaio 2019 a Palazzo Ducale e alle Gallerie dell’Accademia, esposte opere provenienti da musei italiani e stranieri

Tintoretto Tarquinio-e-Lucrezia
Tarquinio e Lucrezia

Due splendidi luoghi veneziani per celebrare i cinquecento anni dalla nascita del grande pittore originario di Venezia. Jacopo Robusti, detto il Tintoretto, per effetto dell’occupazione del padre, tintore di stoffe, nacque nella stupenda città lagunare nel 1519 e divenne nel tempo, grazie alla sua bravura ed esperienza, il pittore del nobile patriziato e delle confraternite veneziane. Venezia intende ricordare il suo famoso cittadino attraverso due percorsi espositivi che si snodano nell’appartamento del Doge a Palazzo Ducale e presso le sale delle Gallerie dell’Accademia.
La mostra è l’eccellente conclusione di un progetto internazionale, iniziato nel 2015 fra la Fondazione Musei Civici di Venezia e la National Gallery of Art di Washington per onorare la memoria di uno degli artisti più prolifici della storia dell’arte.

Progetto Tintoretto 500

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Il Paradiso

L’esposizione è centrata sulle opere dipinte dal pittore nel corso della sua lunga carriera artistica: dall’età giovanile presso la bottega del celebre Tiziano, all’età matura, quando dipinse la grande tela denominata “Il Paradiso” (metri 22×7) collocato nella parete del Trono nella Sala del Maggior Consiglio a Palazzo Ducale. La curiosità delle due mostre dal titolo generale “Progetto Tintoretto 500” sta nell’aver saputo fare ricerca e riunire i tanti tasselli che riguardano la vita e le opere dell’insigne artista a cominciare dal singolare concorso bandito nel 1582 dalla Serenissima per abbellire la parete del Trono. Gli artisti che si prodigarono nel presentare i loro bozzetti sono pittori di fama intramontabile dai nomi eccelsi: Paolo Caliari detto il Veronese, Francesco Bassano, Jacopo Palma il Giovane, e naturalmente Tintoretto che fu il prescelto, forse anche a causa della morte del Veronese.

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Due mostre: 110 opere esposte e 20 disegni

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Il Miracolo dello schiavo

La mostra “Tintoretto 1519-1594” a Palazzo Ducale espone 50 dipinti e 20 disegni con firma autografa di Tintoretto oltre alle tele realizzate per Palazzo Ducale tra il 1564 e il 1592, visibili nella Sala del Maggior Consiglio. “Il Giovane Tintoretto” è, invece, il percorso espositivo di 60 opere presso le Gallerie dell’Accademia, con lo scopo di ripercorrere il primo decennio dell’attività dell’artista:1538/1548; anni in cui il pittore veneziano iniziò a lavorare come artista indipendente. Uno dei maggiori successi del maestro fu il grande telero, il “Miracolo dello Schiavo” legato alle storie di San Marco del 1548, commissionato per la Scuola Grande di San Marco e che suscitò grande scalpore per l’impatto emotivo che scaturiva dalla costruzione teatrale della scena.

Tintoretto Conversione-di-San-Paolo
Conversione di San Paolo

Sicuramente Jacopo Robusti fu influenzato dagli stili dei grandi dell’epoca quali Tiziano, Paris Bordon, Bonifacio de’Pitati, ma seppe fare propria una cifra stilistica del tutto personale tale d’essere riconosciuto per effetto della componente luministica profusa in scenografie drammatiche e stravolte, le atmosfere scure da cui scaturiscono bagliori di luce abbagliante che avvolgono le figure, protagoniste tanto quanto le sue quinte teatrali.
La produzione pittorica del Tintoretto fu talmente proficua che molte chiese veneziane possono esibire tele con soggetti religiosi intesi a raccontare fatti biblici in una veste del tutto anticonvenzionale e drammaticamente ricca di effetti luministici.

Tintoretto 500: prestiti da musei italiani e stranieri

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Mercurio e le tre Grazie

I prestiti provengono da musei italiani e stranieri: da Londra la National Gallery, la Royal Collection, il Victoria and Albert Museum; dal Louvre di Parigi, da Lione, Dresda, Praga, Rotterdam, dal Prado di Madrid, da Vienna, Berlino, dagli Uffizi di Firenze, Galleria Borghese di Roma e oltreoceano da Chicago, New York, Philadelphia, Washington.
Tintoretto disegna e dipinge soggetti sacri con la stessa maestria e cura nei dettagli con la quale rappresenta figure mitologiche come Venere, Apollo, Cupido, le Tre Grazie oppure scene di avvenimenti storici. Non mancano i ritratti, soprattutto di dogi, notabili veneziani e gli autoritratti nei quali il Robusti immortala se stesso e gli altri in momenti di intensa penetrazione psicologica.
Per l’occasione, la mostra a Palazzo Ducale, si apre con un autoritratto che risale agli inizi della carriera del maestro proveniente dal Philadelphia Museum of Art e si chiude con un altro autoritratto prestato dal Louvre di Parigi, eseguito nel 1588 nel quale possiamo osservare il volto illuminato dell’età senile all’interno di uno sfondo scuro.

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Tintoretto Susanna e i Vecchioni
Susanna e i Vecchioni

Alcuni titoli delle opere esposte provenienti dai musei esteri: Giuditta ed Oloferne, Giuseppe e la moglie di Putifarre, il Ratto di Elena di oltre tre metri di lunghezza e realizzato per la corte dei Gonzaga; Susanna e i Vecchioni, il ritratto del nobile Giovanni Mocenigo, la Conversione di San Paolo, Apollo e Marsia, la Cena di Emmaus. La rassegna, suddivisa nelle due mostre, si avvale della direzione scientifica di Gabriella Belli, direttrice della Fondazione Musei Civici, con il contributo di due studiosi statunitensi Robert Echols e Frederick Ilchman, e con la collaborazione di Paola Marini, direttrice delle Gallerie dell’Accademia.
Giorgio Vasari definì Jacopo Robusti: “il più terribile cervello che abbia mai avuto la pittura”; mentre John Ruskin, critico dell’Ottocento, dopo aver visitato la Scuola Grande di San Rocco, scriveva a suo padre: “Mai sono stato così totalmente schiacciato a terra dinanzi a un intelletto umano, quanto oggi davanti a Tintoretto”.

Itinerari tintorettiani

Tintoretto Autoritratto
Tintoretto, Autoritratto

Per completare il tributo offerto a Jacopo Robusti. la città propone ”Itinerari tintorettiani”, costruiti col Patriarcato di Venezia, che collegano in un organico percorso l’arte del grande pittore conservati nelle antiche chiese veneziane come Madonna dell’Orto dove è collocata la “Presentazione di Maria al Tempio” e la chiesa di San Giorgio Maggiore, nell’isola omonima, dove si trova la tela dell’ “Ultima Cena”. Altri capolavori sono custoditi alla Scuola Grande di San Rocco, e alla Scuola Grande di San Marco.
Dal 10 marzo 2019 il Museo di Washington, come tributo all’artista veneziano, proporrà al pubblico americano la figura e l’arte di Tintoretto attraverso la rassegna veneziana.

Informazioni e prenotazioni
Palazzo Ducale “Tintoretto 1519-1594”: tel. +39 041 271591- info@fmcvenezia.ithttp://palazzoducale.visitmuve.it
Gallerie dell’Accademia Il giovane Tintoretto”: tel. +39 041 5200345 – www.mostratintoretto.it

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