Schiva e riservata, incastonata tra mare Adriatico, monti Sibillini e dorsale appenninica, la regione Marche si disvela al visitatore con il riserbo delle cose preziose, invitandolo alla scoperta di un patrimonio culturale ed artistico d’insospettabile opulente bellezza.
Il territorio, vastissimo, è una tavolozza di colori cangianti, che si rincorrono tra colline punteggiate di casolari in pietra. Nei mille borghi, torri ed antiche città romane. E ancora i colori tra campi di girasoli, oliveti e vigneti. Marche, regione dove storia, natura, fede e tradizioni monastiche sono la promessa di eccellenti esperienze di stile e di vita, non soltanto mistiche e religiose, ma anche culturali ed enogastronomiche.
Marche: Loreto e i Cammini Lauretani
A Loreto si estendono i Cammini Lauretani. Una molteplicità di vie di fede che, in oltre sette secoli di storia, hanno consentito a pellegrini provenienti da ogni angolo del mondo, di raggiungere il santuario della Santa Casa di Maria. Il primo Santuario di portata internazionale dedicato alla Vergine Maria e “vero cuore mariano della cristianità” (Giovanni Paolo II).
Al suo interno, secondo un’antica tradizione, oggi comprovata dalle ricerche storiche e archeologiche, è custodita la dimora della Vergine Maria. Trasportata prodigiosamente dagli Angeli nella notte tra il 9 e 10 dicembre del 1294, tant’è che papa Benedetto XV nominò la Beata Vergine di Loreto “Patrona di tutti gli aeronautici“.
Loreto, la Lourdes italiana
Considerata la “Lourdes” italiana, la Santa Casa, fin dall’inizio del Trecento, è meta di pellegrinaggio anche di re e regine, principi, cardinali e papi. Qui lasciarono doni o ex voto per grazie ricevute. Nei secoli si aggiunsero condottieri, poeti, scrittori, inventori, fondatori di Ordini religiosi, filosofi, artisti, futuri santi e beati, tant’è che nel 1520 papa Leone X equiparò il voto dei pellegrini del Santuario di Loreto a quello di Gerusalemme.
L’esterno si apre sull’ampia Piazza della Madonna circondata dal palazzo Apostolico e dal grandioso porticato bramantesco. Quest’ultimo con lo splendido doppio ordine di logge, mostra al centro l’elegante fontana Maggiore di Carlo Maderno e Giovanni Fontana, esempio dell’arte barocca della prima metà del Seicento.
I camminamenti lungo la cinta della Basilica di Loreto
Lungo il muro esterno di cinta della Basilica di Loreto, si snodano “le rocchette”, gli splendidi e suggestivi camminamenti di ronda che caratterizzano l’architettura della Santa Casa, dandole l’aspetto di una fortezza, cui, nel tempo, sono stati aggiunti ulteriori bastioni di fattezza medievale. Si accede ai camminamenti con una guida specializzata ed a gruppi, attraverso 124 gradini in pietra elicoidali piuttosto stretti ed impervi. Non ci sono ascensori.
Al seguito del Dott. Stefano D’Amico, Guida turistica professionista (Cum Duco) la visita nelle Marche è divenuta occasione per conoscere luoghi, storie ed opere d’arte in una veste affascinante e completa. Difficilmente inafferrabile per qualsiasi semplice turista, l’identità di questo territorio straordinariamente ricco e prezioso.
Recanati, il cuore de l’Infinito
A pochi minuti di auto da Loreto, Recanati è il cuore de “L’Infinito” di Giacomo Leopardi. Qui, in piazza “Sabato del villaggio”, il settecentesco Palazzo Leopardi, casa natale del poeta ancor oggi abitata dai suoi discendenti, offre una visita ai luoghi familiari. Si può vedere dove visse e si formò il celebre poeta. Ammirare un’ampia esposizione di oggetti, volumi, manoscritti e la ricca biblioteca del padre Monaldo.
Il 2019 sarà un anno speciale per la città di Recanati, che, grazie al progetto Infinito Leopardi, celebrerà ilbicentenario della scrittura de L’Infinito, con una vasta programmazione di spettacoli, mostre, conferenze e pubblicazioni incentrate sul “pensiero leopardiano”.
Macerata e l’Arena Sferisterio
A breve distanza, viaggiando verso l’interno, la città di Macerata accoglie il visitatore con l’imponente Arena Sferisterio di Ireneo Aleandri, splendido esempio di architettura neoclassica, che ospita ogni estate una prestigiosa stagione lirica, il Macerata Opera Festival.
Il cuore cittadino vanta un centro storico prezioso come un gioiello, con musei, opere d’arte, teatro, torri, palazzi nobiliari e chiese monumentali. La Basilica della Madonna della Misericordia, nata da un’antica cappella votiva eretta nel 1447 in un solo giorno, per allontanare il pericolo della peste. Fu ricostruita in più fasi e da ultimo nel ‘700 su disegno dell’architetto Luigi Vanvitelli, con splendide forme, ricco di luce, affreschi, stucchi e marmi policromi.
Al centro della piazza cittadina, la Torre Civica, alta 64 metri, è l’emblema dello splendore della cosmologia dell’epoca (1492) nonché della fede, col carosello dei Magi adoranti la Vergine con il Bambino.
Palazzo Bonaccorsi
Il settecentesco Palazzo Buonaccorsi, dell’omonima famiglia, si trova in una complessa aggregazione di edifici preesistenti. Nel 1697 l’architetto romano Giovan Battista Contini, allievo del Bernini, venne incaricato da Simone Buonaccorsi, allievo del Bernini, di creare una nuova residenza accorpando case più antiche. I lavori terminarono nel 1718 con gli interventi di Ludovico Gregoriani, che vi aggiunse il cortile e il giardino all’italiana. L’ampio atrio pavimentato in legno di quercia, la loggia e i saloni decorati, i bellissimi soffitti a cassettoni e il fasto delle pitture raggiunge l’apice nello splendore artistico del Salone dell’Eneide. La grandiosa volta a botte è affrescata con le nozze di Bacco ed Arianna, opera di Michelangelo Ricciolini; mentre alle pareti corre il ciclo di dipinti su tela delle mitiche gesta dell’eroe virgiliano.
Proprietà del Comune dal 1967 e sede dell’Accademia di Belle Arti fino al 1997, il palazzo ospita oggi le collezioni comunali: il museo della carrozza e le raccolte di arte antica e moderna. Fino al 10 febbraio 2019, Palazzo Buonaccorsi ospita la mostra sul pittore rinascimentale Lorenzo Lotto (1480-1557), 25 opere, tra tele, carteggi (come l’atlante nautico che disegna gli spostamenti dell’artista da Venezia alla costa marchigiana) e due grandi pale in prestito dall’Hermitage di San Pietroburgo.
Museo della Carrozza e la Biblioteca Mozzi Borgetti
Molto interessante anche il Museo della Carrozza, sempre nel Palazzo Buonaccorsi, un percorso storico attraverso le epoche che hanno segnato la nascita, l’auge e il declino delle stesse, con possibilità, a sorpresa!, di effettuare un viaggio virtuale in carrozza scegliendo anche gli itinerari (proiettati e descritti all’interno).
Duecento anni e 350mila volumi, 10mila manoscritti, 300 incunaboli per la Biblioteca Mozzi e Borgetti, sempre a Macerata che sorta nel 1773 nei locali della soppressa sede del Collegio della Compagnia di Gesù, oggi è una delle biblioteche più rifornite delle Marche.
Spostandoci ancora all’interno, si incontrano le rovine di Septempeda, antica colonia romana in territorio piceno, sorta sul sito dell’odierna San Severino Marche, in prossimità della chiesa di S. Maria della Pieve.
Costruita sulle rovine dell’antico tempio pagano dedicato alla dea Feronia, protettrice della natura, degli animali selvaggi (dal lat. fera ferae, le fiere), dei boschi e delle messi, l’Abbazia di San Lorenzo in Dodolio è stata fondata dai monaci benedettini nel XII secolo ed è caratterizzata, all’esterno, da un’alta torre campanaria trecentesca alla base della chiesa, dal portale romanico e dalla pianta rettangolare, disposta su tre livelli. L’interno, a tre navate, ha possenti colonne, dipinti del Pomarancio nel catino absidale e frammenti di un importante ciclo di affreschi di Jacopo e Lorenzo Salimbeni nella cripta medievale.
Sempre dei fratelli Salimbeni, molte delle opere custodite presso la Pinacoteca civica “Padre Tacchi Venturi”, che, tra l’altro, vanta la Madonna della Pace del Pinturicchio, capolavoro artistico di ricchezza policroma e dettagli.
Gastronomia marchigiana
Mare, colline, borghi antichi e un’antica tradizione rurale sono la semplice e autentica eredità della cultura gastronomica delle Marche. Territorio vocato prevalentemente all’agricoltura. Rituali e tradizioni secolari come la pasta fatta in casa, all’uovo o con acqua e semola. I Vincisgrassi è il piatto più celebre della cucina marchigiana. Simile alla lasagna emiliana. Costituito in sfoglie di pasta di grano duro, farina 00, burro e Marsala sbollentate e poi stese ad asciugare, prima di essere farcite a strati (proprio come una lasagna) con ragù di pollo e funghi e, infine, cotte in forno.
Altro piatto tipico, i Bringoli sono grossi spaghetti di acqua e farina, chiamati anche brigonzoli o bringuilli. Condivisi anche con Toscana e Umbria, utilizzati in passato anche come merce di scambio.
Infine, i Frascarelli, da ‘frasca’, il bastone a tre rebbi che nelle cucine contadine era impiegato per girare la polenta all’interno dei paioli posti sul camino, sono una sorta di polenta ottenuta non dalla farina di mais ma da quella di grano tenero, che conferisce un sapore delicato e una consistenza densa e cremosa. Molto usata, secondo le credenze popolari, dalle puerpere per stimolare la produzione del latte.
Solitamente sono conditi con il ragù ‘finto’, cioè senza carne, fatto con la salsa di pomodoro o pelati, un trito di sedano, carote e cipolla, olio, vino rosso e varie erbe aromatiche (rosmarino, salvia e prezzemolo, oppure basilico e maggiorana) oppure con verdure, come la verza passata in padella.
Info: www.turismo.marche.it/