La finale mondiale del Bocuse d’Or 2019 ha – la settimana scorsa – concentrato su Lione l’attenzione del mondo della gastronomia. Il concorso concepito nel 1987 da Paul Bocuse, il re dei cuochi scomparso lo scorso anno all’età di quasi 92 anni, ha incoronato ancora una volta i paesi scandinavi. Bocuse d’Or, come una sorta di olimpiade degli chef, è diventato con gli anni la più importante competizione del settore. Sul gradino più alto del podio è salita la Danimarca guidata da Kenneth Toft-Hansen, poi la Svezia con Sebastian Gibrand e la Norvegia (che aveva vinto la finale europea a Torino nel giugno 2018) con Christian André Pettersen.
Bocuse d’Or 2019, delusione per la squadra italiana
Solo quindicesima la squadra italiana capitanata dallo chef pugliese Martino Ruggieri (lavora a Parigi al Pavillon Ledoyen di Yannick Alléno, 3 stelle Michelin), affiancato dal commis Curtis Clement Mulpas. Un po’ di delusione nel gruppo italiano arrivato soprattutto dal Piemonte. La regione che ha sostenuto la candidatura e gli allenamenti dell’equipe tricolore assieme all’Ente Fiera Tartufo Bianco d’Alba e all’Ente turismo Langhe e Roero.
Enrico Crippa, come presidente dell’Accademia Bocuse d’Or Italia, era in giuria mentre nel parterre, a sostenere Ruggieri, è arrivato anche Carlo Cracco.
Bocuse d’Or 2019 una vetrina per la cucina del territorio
L’esperienza di questa edizione (Bocuse d’Or 2019) non andrà comunque sprecata. Forse è la prima volta che l’Italia crede seriamente nella partecipazione al Bocuse d’Or come vetrina di promozione della nostra cucina e del nostro territorio. Si è lavorato seriamente: bisognerà continuare ad investire, non solo a livello regionale ma anche a livello nazionale su un evento che ha ormai un’eco mediatica paragonabile a quella dei grandi eventi sportivi.
La finale mondiale si svolge ogni due anni a Lione nel contesto di Sirha – Salon international de la restauration, de l’hôtellerie et de l’alimentation. Si tratta della più grande fiera mondiale del settore. Quest’anno ha accolto circa 224.000 visitatori professionali, di cui 25 mila chef. La superficie complessiva occupata è stata di 140 mila metri quadrati, ripartiti su sette, immensi, padiglioni.
Lione apre in autunno la Cité Internationale de la Gastronomie
Lione si conferma (con l’edizione Bocuse d’Or 2019) polo mondiale della gastronomia. A rafforzare la volontà di posizionare la città sulle rive del Rodano al centro di una strategia di potenziamento della sua storica vocazione di eccellenza nel campo della cucina, in occasione del Sihra è arrivata la conferma dell’apertura in autunno della Cité Internationale de la Gastronomie.
Sarà un altro grande centro di attrazione per il turismo: 4 mila metri quadrati espositivi su quattro livelli accoglieranno 300 mila visitatori l’anno per un fatturato di oltre 5 milioni di euro.
Per vedere a che punto sono i lavori siamo andati a curiosare all’interno del centralissimo Grand Hôtel-Dieu. Lo storico ex ospedale con una facciata monumentale di 375 metri di lunghezza che si affaccia sulle rive del Rodano. Uno spazio a soli 4 minuti a piedi da place Bellecour dove troverà posto la Cité Internationale.
Dalla storia della medicina a quella della cucina
L’opera di restauro e di riapertura di questo grande isolato nel cuore di Lione è pressoché completato. All’appello mancano solo la Cité che occuperà la parte settentrionale e l’Hotel Intercontinental. Un resort a 5 stelle di 144 camere, ristorante gastronomico e centro congressi di 2700 metri quadrati la cui inaugurazione è prevista in primavera.
Per il resto il Grand Hôtel-Dieu è ormai interamente accessibile al pubblico dai suoi 8 ingressi. Si entra in un luogo dove è stata scritta la storia della medicina, dai primi documenti risalenti al XII secolo alla presenza di Rabelais che vi esercitò la professione medica fino all’ampliamento monumentale nel corso del XIII secolo su progetto dell’architetto Jacques-Germain Soufflot.
Lione mette in vetrina i suoi prodotti migliori
Fra spazi commerciali, bar, ristoranti, gallerie porticate si passa da un cortile all’altro con scorci sull’imponente Dôme che si eleva fino a 32 metri di altezza. Alla fine del 2018 sono state inaugurate le Halles, un mercato coperto su due piani dove Lione mette in vetrina i suoi migliori prodotti gastronomici, come già avviene nelle Halles Paul Bocuse del quartiere Part Dieu.
Fra i nomi che si sono installati nelle Halles del Grand Hôtel-Dieu c’è la Maison Vianey per il pesce e i prodotti di gastronomia, Guyot per i vini, Trolliet per la carne, Renée Richard per i formaggi, Pozzoli per i prodotti da forno bio, la Maison Voison per il caffè e il cioccolato e altri ancora.
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