Mercoledì 6 Novembre 2024 - Anno XXII

Ivrea, città industriale del XX secolo

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Il riconoscimento Unesco è un invito a visitare i luoghi dell’Olivetti. A Ivrea una storia tutta italiana apprezzata nel mondo. Adriano Olivetti il pensiero e l’innovativa politica sociale. Da non perdere la visita alla chiesa di San Bernardino

Ivrea vedute

A poco più di mezz’ora d’auto da Torino, un’ora da Milano, il Canavese è terra di laghi, castelli, colline e buon vino. Eppure sembra essere ancora una zona quasi incognita per il turismo domestico e internazionale. Di Ivrea, la capitale storica di questa microregione piemontese, si sente parlare in occasione del Carnevale, con la famosa Battaglia delle arance che attira folle di visitatori. Poi tende a sparire dalla luce dei riflettori.

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La facciata delle Officine ICO domina un lungo tratto di via Jervis

Eppure quest’anno in luglio si è festeggiato un anno dall’iscrizione della città nel patrimonio mondiale dell’Unesco. “Ivrea, Città industriale del XX secolo” è il titolo della motivazione con cui il capoluogo canavesano si è meritato l’ingresso nel prestigioso elenco mondiale di siti da proteggere e valorizzare.
Cominciamo dai luoghi che sono stati il cuore dell’avventura industriale della città che coincide con la storia della famiglia Olivetti. Partiamo da qui per capire qualcosa di più sull’identità della regione e sulla gente che popola questo spicchio di territorio chiuso fra Piemonte e Valle d’Aosta.

San Bernardino gioiello dell’arte italiana

Chiesa di San Bernardino Ivrea
Chiesa di San Bernardino

Paradossalmente per farlo bisogna compiere un salto all’indietro nel tempo di quasi seicento anni. Perché all’interno del complesso delle Officine ICO, il principale nucleo produttivo olivettiano, costruito e ampliato a più riprese fra il 1933 e il 1958 da nomi importanti del modernismo italiano fra i quali Luigi Figini e Gino Pollini, sopravvive un gioiello dell’arte italiana. E’ la chiesa di San Bernardino. La cappella del convento francescano costruito nel 1456, conserva una delle più importanti testimonianze rinascimentali del Piemonte. Si tratta del ciclo pittorico della Vita e Passione di Cristo dipinto da Giovanni Martino Spanzotti. Un bene ancora di proprietà della famiglia Olivetti. Marco Peroni, in un libro edito dalle Edizioni di Comunità, scrive: “nell’ammirarlo si goda la vista dell’Italia che avrebbe potuto essere: di buona integrazione fra città e campagna, nuovo e antico, produzione e arte e, in ultima analisi, vita attiva e vita contemplativa”.

Ivrea: l’intuizione di Adriano Olivetti

Primo Stabilimento Olivetti
Il primo stabilimento Olivetti in mattoni rossi

Pochi metri più in là c’è la fabbrica di “mattoni rossi”. Il luogo da cui partì l’avventura di Camillo Olivetti, il padre di Adriano, che a inizio ‘900, dopo un viaggio negli Stati Uniti, ebbe l’intuizione di iniziare a produrre macchine per scrivere. In quel che rimane del chiostro del convento sono state girate molte scene della fiction televisiva dedicata ad Adriano Olivetti, protagonista Luca Zingaretti. Difficile riassumere in un biopic destinato al grande pubblico il pensiero di riforma sociale che ispirava il Movimento di Comunità elaborato dal giovane ingegnere laureatosi al Politecnico di Torino. Ma, potere della televisione, sono molti i turisti che arrivano ad Ivrea per visitare i luoghi olivettiani dopo aver visto la fiction televisiva.

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Architetture olivettiane. La Nuova ICO

Via Jervis, che Le Corbusier quando visitò Ivrea per la seconda volta nel 1936 definì “la strada più bella del mondo”, è l’asse della città industriale pensata da Adriano Olivetti. Da un lato gli stabilimenti di produzione con il Centro Studi (arch. Eduardo Vittoria), la mensa aziendale e il circolo ricreativo (Ignazio Gardella); dall’altro il Centro dei Servizi Sociali, l’Asilo Nido, gli edifici residenziali per dirigenti. Fiore all’occhiello dell’innovativa politica sociale varata dalla Olivetti.

Olivetti, una storia tutta italiana

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Il Salone dei Duemila con la statua del fondatore Camillo Olivetti

Le visite guidate permettono di scoprire la fabbrica entrata nella storia dell’industria italiana e mondiale. Al nucleo originario si appoggia il Primo ampliamento, in cui vennero sistemate le nuove officine e i nuovi uffici. Si entra in quello che divenne un luogo emblematico dello spirito aziendale, il Salone dei Duemila, dove campeggia la statua di Camillo Olivetti, il fondatore. Duemila, perché tanti erano i dipendenti al momento della sua costruzione.

E’ qui che Adriano Olivetti riuniva le maestranze per i suoi discorsi più importanti. Ed è qui che si svolgevano i momenti ricreativi. Visitare oggi la fabbrica vuota fa tornare in mente l’abitudine di Adriano di andare negli stabilimenti la domenica, quando le linee di produzione erano ferme e tutto era silenzio. E a chi gli chiedeva perché amasse quei momenti lui rispondeva, come ha ricordato alcuni anni fa la figlia Laura “quando la fabbrica è ferma, quando le macchine tacciono… il problema fondamentale, la domanda essenziale dell’uomo, emerge in tutta la sua forza, è in quel momento che si fa più evidente.”

Talponia, l’Unità Residenziale Ovest

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Unità residenziale ovest, chiamata Talponia

Sullo sfondo, all’estremità di via Jervis ecco gli edifici più recenti. Nati dopo la morte improvvisa, nel 1960, di Adriano Olivetti su un treno che lo portava a Losanna. Sono il Palazzo Uffici Olivetti e il Nuovo Palazzo Uffici Olivetti (Gino Valle, 1985-1988), nato quando il sogno utopico di riformare la società attraverso la fabbrica si stava esaurendo. Uno degli edifici più curiosi, per la forma e l’ubicazione, è l’Unità Residenziale Ovest, che tutti conoscono come “Talponia”. Il soprannome gli deriva forse dagli oblò posti sul tetto calpestabile che sembrano tanti sbocchi di tane di talpe. E’ un grande complesso semicircolare lungo 300 metri costruito da Renzo Gabetti e Aimaro Isola fra il 1968 e il 1971 che ingloba 82 cellule residenziali simplex e duplex destinate a ospitare i dipendenti residenti temporaneamente ad Ivrea.

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Laboratorio Museo, mezzo secolo di storia della tecnologia

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Laboratorio Museo Tecnologic@mente

Per scoprire la storia della Olivetti attraverso gli oggetti prodotti nel corso dei decenni si deve visitare il Laboratorio-Museo Tecnologicamente accompagnati da uno dei volontari. Questi ragazzi sono l’anima dell’associazione che gestisce lo spazio museale e laboratoriale. Sono loro che, oltre ad accompagnare i visitatori, mettono le mani sugli oggetti per pulirli, restaurarli e renderli fruibili al pubblico. C’è oltre mezzo secolo di storia della tecnologia che ha attirato su Ivrea l’interesse del mondo intero. Dalla mitica M1 del 1911, la prima macchina per scrivere uscita dalla fabbrica di Camillo Olivetti.

E’ esposta anche una lettera scritta a macchina del fondatore alla moglie Luigia: poche righe, con incertezze di battitura dovute ai limiti tecnici dei primi anni. Una lettera in cui si legge tutta l’emozione e l’orgoglio di aver messo a punto un mezzo che avrebbe rivoluzionato la comunicazione. O ancora la Divisumma, la calcolatrice elettrica scrivente ideata da Natale Capellaro, il geniale direttore tecnico (con licenza elementare, poi con laurea honoris causa) che negli anni Cinquanta e Sessanta contribuì all’espansione mondiale della Olivetti. E poi le Logos, le macchine per il calcolo elettronico e i primi computer da tavolo messi a punto a Ivrea dal team dell’ingegner Pier Giorgio Perotto. Tutti oggetti dal design innovativo e accattivante, alcuni dei quali sono oggi esposti anche al MOMA di New York.

Dove dormire e mangiare

Hotel-Crystal-Palace-e-Trattoria-ModernaHotel Best Western Crystal Palace

, via Circonvallazione 4/f; info@hcrystalpalace.com. Hotel moderno, ai margini del quartiere Olivetti, a circa un chilometro dal casello autostradale. Confortevole, con accoglienza cordiale e professionale.
Nello stesso edificio si trova la Trattoria moderna – Il Simposio, gestita dai coniugi Adriano e Viviana Presbitero, già detentori di 1 stella Michelin al ristorante La Panoramica di Loranzè. Ottimo indirizzo per gustare una cucina tradizionale piemontese rivisitata con gusto e con utilizzo di prodotti territoriali: dal cavolo di Montaldo ai topinambur, dal tartufo bianco al Passito di Caluso.

Castello-di-Pavone-Canavese-hotel-e-ristorante
Castello di Pavone Canavese hotel e ristorante

Castello di Pavone, Pavone Canavese; www.castellodipavone.com. Il castello di origine medievale domina il paese a pochi minuti da Ivrea. Fu restaurato da Alfredo d’Andrade fra fine ‘800 e inizio ‘900 in maniera molto suggestiva, seguendo i gusti neo-gotici dell’epoca.
La famiglia Giodice lo ha rilevato e trasformato in un hotel e ristorante di lusso dove tutta l’ambientazione riporta al medioevo.

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Cosa acquistare

Cantina Orsolani

, San Giorgio Canavese; www.orsolani.com Quattro generazioni di viticoltori. Gian Luigi Orsolani, l’attuale titolare, è un infaticabile ambasciatore dei vini del Canavese e in particolare dell’Erbaluce, l’emblema enologico di questa terra. Un vino bianco di grande eleganza che si può degustare in versione ferma, spumantizzata e come passito. Il padre Francesco fu il primo a spumantizzare l’Erbaluce nel 1969 e una bottiglia di quella storica annata campeggia ancora nelle sede della cantina.

Pasticceria Roletti, San Giorgio Canavese; www.roletti1896.it La pasticceria fondata nel 1896 ha come suo prodotto di punta i Biscotti della Duchessa, un friabile ed etereo dolce al cacao molto amato da una nobildonna che risiedeva nel vicino Castello di Aglié, una delle più belle Residenze Sabaude.

Pasticceria Balla, Ivrea, www.torta900.com La pasticceria Balla è depositaria della ricetta della Torta ‘900, dolce tipico della città, inventato da un pasticcere eporediese alla fine del XIX secolo.

Cosa vedere

A pochi minuti d’auto da Ivrea, il Lago di Viverone è il più grande del Canavese. Circondato dai vigneti dell’Erbaluce e da boschi è un apprezzato centro per lo sci nautico, la vela e nella bella stagione anche per la balneazione. Per info: www.navigazioneviverone.it

Il Progetto Vistaterra

Castello-di-Parella-Vistaterra-(hotel,-ristorante,-enoteca-e-bottega-dei-sapori)

Il Castello di Parella, paese a pochi chilometri da Ivrea, è stato recentemente restaurato per essere trasformato in un hotel di lusso, con annesso ristorante. Quello che è un vero e proprio complesso adatto ad una sosta rilassante nel verde ospita anche una bellissima enoteca dove si trova il meglio dell’enologia nazionale, regionale, in particolare Canavesana, e una Bottega dei sapori dove acquistare conserve, miele, pasta, caffè, salumi e formaggi. Nel castello sono stati restaurati gli splendidi affreschi del ‘600 che impreziosiscono numerosi saloni. Dal vigneto risalente al ‘700 nasce il Colleluce, un Erbaluce di Caluso Docg. Il progetto Vistaterra sta proseguendo con la realizzazione di un biolago balneabile e di una Spa ecologica.

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