“Divisionismo la rivoluzione della luce” è il titolo della mostra aperta a Novara, al castello visconteo sforzesco, fino al 5 aprile dell’anno prossimo. Nel castello antico, restituito al pubblico dopo una fase di restauri, si visita la rassegna a cura di Anne-Paule Quinsac, una delle maggiori esperte del Divisionismo. Sono esposte settanta opere. Distribuite nelle stanze storiche del castello al primo piano. Eccetto che per la Maternità di Gaetano Previati, eccezionale prestito del Banco Bpm, collocato al piano terra. La mostra “Divisionismo la rivoluzione della luce” raccoglie opere di Tranquillo Cremona, Daniele Ranzoni, Angelo Morbelli. E ancora, Emilio Longoni, Giovanni Segantini, Giuseppe Pellizza da Volpedo, Carlo Fornara. Come per la Maternità di Previati, molte opere appartengono a collezioni private e la mostra è quindi occasione unica, per il pubblico, di ammirarle.
Divisionismo la rivoluzione della luce
Tra fine Ottocento e inizio del Novecento si diffuse, tra alcuni pittori italiani, una nuova tecnica pittorica. Influenzati dall’impressionismo francese, ma soprattutto da studi di ottica, i divisionisti non mescolavano più i colori sulla tavolozza. Essi accostavano i toni complementari direttamente sulla tela. Contò molto, secondo Anne-Paule Quinsac, l’utilizzo dei tubetti di colore industriale, che grazie al codice univoco permetteva agli artisti di studiare le combinazioni e confrontarle.
L’effetto pittorico del divisionismo si affiancava a scelte nuove, sui soggetti e la composizione: come per L’oratore allo sciopero, di Emilio Longoni, con un manifestante che sovrasta, dall’alto, un corteo di protesta. Tematiche sociali tornano ancora in Riflessioni di un affamato, sempre di Longoni. Ma il divisionismo attraversa anche la pittura di paesaggio e le riflessioni sulla natura.
Perché il divisionismo a Novara
Il divisionismo nasce a Milano, ma molti autori che abbracciarono il movimento lavoravano nel Nord Italia, tra Lombardia e Piemonte. Piemontesi erano Angelo Morbello, Carlo Fornara, Giuseppe Pellizza da Volpedo. Novara è apparsa agli organizzatori della mostra luogo giusto per approfondire la ricerca artistica di pittori che raffigurarono, per esempio, la valle Vigezzo, come Fornara, la val Padana, come Previati o le Alpi come Segantini.
Le opere in mostra sono tutte bellissime. Di grande intensità espressiva Le fumatrici di hashish e Le tre Marie ai piedi della croce, di Previati. Tra simbolismo, rappresentazioni intimistiche, poetiche della natura, si muovono tele come Sul fienile, di Pellizza da Volpedo, All’ovile, di Segantini. La grande Maternità di Previati, collocata al piano terra, per scelta del prestatore si visita liberamente, senza dover pagare l’ingresso alla mostra.
info: www.metsarte.com