Giovedì 18 Aprile 2024 - Anno XXII

Viaggio tra le botteghe artigiane nella tradizione del saper fare marchigiano

botteghe artigiane Le paiarole foto Ignacio Maria Coccia

La lunga tradizione del saper fare marchigiano tra torri e campanili, vicoli e piazzette. Un viaggio tra le botteghe artigiane disseminate nei borghi storici del territorio della Regione Marche.

Acquaviva Picena Piazza del forte Foto Vid Pogacnik
Acquaviva Picena Piazza del forte Foto Vid Pogacnik

La Regione Marche è una terra ricchissima di antiche tradizioni artigiane e di mestieri. Una testimonianza sono la grande quantità di botteghe artigiane disseminate nei piccoli borghi storici del territorio.
Tra torri e campanili, vicoli e piazzette, è ancora oggi possibile incontrare donne e uomini che hanno scelto di intraprendere un’attività artigianale.

Un lavoro che si affranca soprattutto alla bravura, alla abilità e alla creatività. Tra questi giovani che intraprendono spesso si mescola sapere antico, esperienza e “saper fare”. Il tutto condito con il design e il gusto dei giorni nostri.

Botteghe artigiane: Acquaviva Picena l’antica arte delle paiarole
botteghe artigiane Museo della Paiarola
Il Museo della Paiarola

Per conoscere l’antica arte delle paiarole bisogna recarsi ad Acquaviva Picena, in provincia di Ascoli Piceno. In questo borgo si può scoprire l’arte di fare i cesti con paglia di frumento, vimini e vari tipi di canne palustri. Si tratta di un’arte tutta al femminile, detenuta dalle cosiddette Paraiolane, le poche lavoratrici ormai rimaste capaci di creare meravigliose ceste richieste in molte grandi città italiane.

Dagli anni Settanta, poi, la loro produzione si è anche arricchita di bamboline e personaggi del presepe realizzati con gli sfogli del mais.
Nel 2000, all’interno della Rocca medievale, come tributo a un mestiere divenuto ormai distintivo, è nato il Museo-Laboratorio della Paiarola. Qui è conservata una ricca raccolta di cesti, utensili da cucina e bamboline. Una preziosa testimonianza del passato artigianale della zona.

Botteghe artigiane: Offida e il monumento dedicato al merletto
Botteghe artigiane Offida-merletto-al-tombolo
Mani esperte creano il merletto al tombolo

È sempre femminile la tradizione del merletto a tombolo, per la quale il borgo di Offida (AP) è conosciuto in tutto il mondo. Si tratta di un’arte tanto radicata nella cultura del luogo, che un monumento dedicato alle merlettaie di Offida sorge come riconoscimento all’inizio del paese.
Si suppone che il merletto a tombolo sia stato importato nel 1300, ma è in realtà nel 1700 che la lavorazione si diffuse in tutto il borgo.
Nel diciottesimo secoo, ogni casa del paese veniva impiegata per tessere vestiti, tovaglie, tende e molte tipologie di tessuti che ancora oggi ritroviamo nelle abitazioni di Offida.

LEGGI ANCHE  Ercolano si ricandida a Capitale italiana della Cultura
Botteghe artigiane: Force e la tradizione dei ramai
tradizione Force, Museo dei ramai, sala della fonderia
Force, Museo dei ramai, sala della fonderia

Sempre nell’ascolano il borgo di Force vanta una fiorente tradizione di ramai viva ancora oggi e documentata nel Museo Ramai a Palazzo Canestrari, dove si possono vedere, e anche realizzare attraverso laboratori, gli oggetti d’uso e lavoro quotidiano che si producevano con il rame.

Sull’origine della lavorazione del rame, avviata probabilmente in zona dai monaci farfensi, c’è una leggenda. Si narra di uno zingaro Boro, molto abile in quest’arte che, persa la voce a causa dell’invidia di un altro zingaro, inizia a insegnare ai giovani come lavorare il rame. Per farlo si esprimeva attraverso suoni incomprensibili. Questi suoni presero il nome di “baccajamento”, l’originale dialetto forcese spesso identificato come la lingua dei ramai.

Botteghe artigiane: Montappone e il cappelo di paglia
Museo del cappello
Museo del cappello

Montappone, in provincia di Fermo, è meritatamente riconosciuta come la capitale europea del cappello di paglia. Già nel Settecento, i mezzadri si raccoglievano nelle stalle per filare, tessere, intrecciare cesti, cappelli e scope di saggina, utilizzando la paglia.
Con il passare dei secoli, il paese ha saputo affinare le tecniche di fabbricazione fino a creare una vera e propria industria del settore.

Anche a Montappone, per non dimenticare questa splendida tradizione, è sorto il Museo del Cappello. Attraverso proiezioni, fotografie, pannelli e macchinari d’epoca perfettamente funzionanti, il museo ripropone e illustra tutte le fasi di lavorazione della paglia fino alla creazione del cappello.

Botteghe artigiane: Castelfidardo e la fisarmonica
tradizione Realizzazione della fisrmonica
Realizzazione della fisarmonica

Castelfidardo, in provincia di Ancona, è invece la patria della fisarmonica. Lo si deve all’ingegno di Paolo Soprani che, nel 1863 intuì le potenzialità dell’organetto e lo adattò ai gusti e agli stili musicali della zona e del periodo.
La cittadina, alla fine del secolo scorso ha attraversato due fasi distinte. La prima è degli anni Ottanta, quando si è dato vita ad una fiorente industria di strumenti musicali diversi. L’arrivo della concorrenza nel mercato orientale ha fatto crollare le vendite e le esportazioni. La seconda fase però è stata caratterizzata da una veloce riconversione produttiva. Quest’ultima ha consolidato e rilanciato la produzione tradizionale della fisarmonica e dell’organetto.

LEGGI ANCHE  In difesa dell'Artico. Canta Sarah Stride

Anche a questa antica tradizione è dedicato il Museo Internazionale della Fisarmonica che, ubicato nel piano seminterrato del Palazzo Comunale, rappresenta un efficiente mezzo didattico per seguire le fasi evolutive dello strumento musicale e per conoscere tutti i personaggi che tramandano il mestiere artigiano.

Botteghe artigiane: la lavorazione della carta a Fabriano
tradizione Museo della carta
Il Museo della carta

La lavorazione della carta, con l’invenzione di una particolare tecnica di filigrana, è una tradizione consolidata a Fabriano in provincia di Ancona. Proprio grazie ad essa la città è stata nominata una delle due città creative dell’UNESCO in Italia.

L’invenzione fu introdotta dai mastri cartai fabrianesi nella seconda metà del XIII secolo e ancora oggi Fabriano resta uno dei pochi luoghi al mondo dove la carta viene prodotta a mano. Una testimonianza della volontà di non recidere i legami con la tradizione.
Per saperne di più bisognerà visitare il Museo della carta che si trova ospitato all’interno del convento di San Domenico.

Leggi anche:

Territorio e sapori. Vini e formaggi lombardi della Valcamonica

Radicchio di Chioggia il buono che fa bene

Radicchio di Chioggia il buono che fa bene

Condividi sui social:

Lascia un commento