Il terzo millennio o meglio l’ultima decade ha visto avanzare sempre più movimenti a tutela dell’universo femminile. Richiamati, in particolare, dal dilagare di forme di violenza, di stalking, di bullismo, mobbing nei confronti delle donne.
La memoria storica ci ricorda l’impegno delle suffragette inglesi che rivendicarono il voto femminile; come pure la partecipazione elettorale delle donne italiane avvenuta solamente nel 1946 nel corso del referendum istituzionale per la scelta del futuro governo. Ed ancora, in epoca meno remota, i movimenti femminili del 1968 e 1970, intesi come emancipazione della donna verso l’uguaglianza di genere; ovvero la parità uomo-donna in ambito sociale, economico e politico.
Donne e arte: una rivoluzione lenta e progressiva
Era iniziata una rivoluzione culturale il cui processo, lento nel tempo e nello spazio, non ha cessato di produrre benefici ma anche errori sul piano sociale. Errori che il progresso tecnologico, complice il digitale, non è stato in grado di controllare. La privacy della nostra sfera personale è un bene imprescindibile che va tutelato, gestito con oculatezza, e conservato nello scrigno della nostra mente.
Nel mondo del lavoro, le donne hanno iniziato a ricoprire incarichi importanti. Molto si deve alla buona formazione culturale, a studi approfonditi, ricerche e master universitari raggiungendo posizioni di rilievo.
Ricordando l’antico adagio “non è tutto oro quello che luccica” vi sono ambiti nei quali il lavoro e la professionalità della donna non sono tenuti in debita considerazione.
È il caso del mondo dell’arte in cui lo spazio museale dedicato all’arte femminile registra da tempo un divario ben lontano dall’essere superato.
Donne e arte: le loro opere e il mercato
Ne parla l’Università di Oxford secondo cui le opere d’arte delle donne registrano una vendita del 47,6% in meno rispetto a quelle degli uomini. L’agenda Unesco 2030 lancia un appello per rivedere il gender balance. Per dibattere la tematica, Fatma Naït Yghil visiting director del Museo Marino Marini a Firenze ha curato un Forum Online Internazionale ad accesso libero sull’equità di genere nel mondo dell’arte e della cultura dal titolo “Art Gap. Museums and the gender equality global trend”.
La diretta streaming sul canale youtube del Museo Marini, ha visto la partecipazione di eminenti esponenti dell’arte collegati dal Museo Ermitage di San Pietroburgo; dal Museo Nazionale Il Bardo di Tunisi; il Museo di Baltimore (USA) e il Museo dell’Automobile di Torino. È intervento anche il critico d’arte Danilo Eccher sotto la guida della moderatrice Chiara Gatti, critica d’arte e giornalista di Repubblica. Dal dibattito e dagli interventi dei relatori è emerso che il ruolo della donna nel variegato universo artistico, è stato per buona parte gestito da figure maschili e che ultimamente, però, stanno emergendo politiche di marketing di tipo paritario.
Donne e arte: una presenza sempre più presente
A Tunisi, come a Baltimore, la percentuale delle donne impiegate nella curatela delle mostre, nel restauro di opere d’arte, è sempre più incisivo.
Al Museo Ermitage a San Pietroburgo, invece, il divario non esiste. In Russia, da generazioni le donne hanno rappresentato una forza lavoro equivalente a quella maschile.
Un esempio è dato dal numero delle maestranze che lavorano all’Ermitage: su 2500 addetti il 50% sono donne impiegate a vario titolo specie per lo sviluppo dell’Arte Contemporanea.
Nel futuro dei musei saranno sempre più numerosi gli spazi dedicati alle artiste che potranno essere gratificate con la bellezza delle loro opere da cui traspare l’animo e la sensibilità propri della mente femminile.
Donne e arte: grandi mecenate
Valori che sono appartenuti alle donne mecenate, filantrope, collezioniste come Caterina de’ Medici, Caterina di Russia, Peggy Guggenheim, Marina Marini, moglie dell’artista dell’omonimo Museo a Firenze. Donne che hanno incantato il mondo con la loro passione per il bello, per la possibilità di conservare opere d’arte inestimabili fruibili per tutti all’interno di sale museali dei loro splendidi palazzi.
Discutere su questo problema non significa ghettizzare, creare un recinto dove isolare ed emarginare la donna, bensì prendere consapevolezza sull’importanza della proficua collaborazione tra uomo-donna per il beneficio delle future generazioni in tutti i settori della vita umana. L’organizzazione del webinar è stata curata da Villaggio Globale International.
Info: museomarinomarini.it