A Cortina sono in corso i Campionati del Mondo di Sci Alpino, per la prima volta senza pubblico. L’evento di Cortina ci porta a ricordare un grande campione che proprio qui ha esordito: Gustav Thöni. Il campione sportivo che il 28 febbraio compie 70 anni si è prestato a rispondere ad alcune domande tra ricordi e attualità. Comincio col presentare, a quei pochi che non ricordano, le sue vittorie e la sua storia. Gustav Thöni nasce a Trafoi, frazione del comune di Stelvio. È considerato uno dei più grandi campioni di tutti i tempi dello sci alpino.
Il suo palmares conta quattro vittorie nella Coppa del Mondo generale (1971, 1972, 1973 e 1975), un secondo posto conquistato nel 1974, a cinque Coppe del Mondo di specialità. Alle Olimpiadi: oro nello slalom gigante e argento nello slalom speciale agli XI Giochi olimpici invernali di Sapporo 1972; argento nello slalom speciale ai XII giochi di Innsbruck 1976; due ori (slalom gigante e slalom speciale) ai Mondiali di Saint Moritz 1974. E poi altri due titoli mondiali in combinata del 1972 e del 1976, validi per l’albo d’oro dei Mondiali.
Un grande campione timido ma con un gran cuore
La carriera di Gustav Thöni comincia a 16 anni a Cortina nel 1967. Partecipa ai Campionati Studenteschi di Cortina, proprio sulle piste coinvolte nei Campionati del Mondo di Sci Alpino 2021. In questa intervista, la leggenda dello sci italiano intreccia ai suoi ricordi con l’attualità. Thöni, tra 10 giorni compie 70 anni, un traguardo importante. Come si sente? Ci risponde con un sorriso e dice: sembrano tanti ma in realtà mi sento ancora giovane.
Ci parla di quella volta a Cortina che è arrivato studente e poi è diventato campione?
Arrivare a Cortina per i Campionati Studenteschi 1967 non è stato così semplice… In quel periodo ero in collegio a Merano. Ricordo di essermi alzato alle 5 per raggiungere a piedi la stazione. Avevo due borsoni pieni di attrezzatura, scarponi compresi, e due paia di sci sulle spalle. Una volta i trasferimenti erano così. Nonostante la fatica, l’esperienza di Cortina ai Campionati Studenteschi nel 1967 è stato un bellissimo regalo per il mio sedicesimo compleanno. Ho vinto entrambe le gare: lo slalom speciale il giorno del mio compleanno (28 febbraio) e lo slalom gigante l’indomani. È stata anche l’occasione per me di mettermi sulle tracce del mio eroe d’infanzia Toni Sailer. Ho provato le piste che nel 1956 lo avevano reso leggenda: l’Olympia delle Tofane e quella che oggi è la Drusciè A di Tofana – Freccia nel Cielo; fra le piste che ritengo più belle al mondo.
Come sta oggi e com’è la situazione dal tuo punto di vista dell’albergatore?
Di salute molto bene, mi sento in forma, anche se ogni tanto ho dolore al ginocchio. Come albergatore, la situazione attuale è drammatica. Mia figlia maggiore Petra gestisce il nostro Hotel Bella Vista a Trafoi. L’hotel è chiuso da mesi e tutto è fermo. Economicamente parlando, è un disastro! Ma il Bella Vista è sopravvissuto sia alla Prima che alla Seconda Guerra Mondiale, sopravviveremo anche al covid. La gente sente il bisogno di viaggiare e tornerà in montagna. Abbiamo una natura stupenda e un sacco di spazio aperto qui, cose che oggi sono fondamentali. Molti ospiti abituali hanno rimandato le loro vacanze al prossimo inverno o all’estate. Nell’estate del 2020 abbiamo già dimostrato che la gestione di un hotel col rispetto delle regole funziona benissimo anche in tempi di covid. Dobbiamo tutti quanti imparare a conviverci!
A proposito di coronavirus ha fatto il vaccino?
No… ma adesso con i mei 70 anni anch’io faccio parte del gruppo a rischio. Penso che sia molto importante che a breve un vasto numero di persone si faccia vaccinare. Quando mi daranno la data, mi farò vaccinare immediatamente. La vaccinazione è un dovere civico, è l’unico modo per uscire da questa crisi.
Con tutta la neve che è arrivata da Natale ha sciato?
Quest’anno è stata la prima volta nella mia vita che non ho sciato a Natale. Abbiamo una neve da sogno, ma gli impianti di risalita sono chiusi, è molto triste. Di solito vado regolarmente a sciare con i nostri ospiti, quest’anno mi sono preso un paio di sci da alpinismo, salgo con le pelli e poi scendo con gioia. Mi ricorda la mia infanzia, anche allora andavamo a sciare senza skilift.
Quali erano i suoi eroi da bambino?
Mio padre Georg è stato il mio primo maestro e punto di riferimento. Era uno sciatore stilisticamente perfetto, ha anche vinto più volte nei campionati Balilla. Successivamente il mio eroe sugli sci era Toni Sailer. Aveva vinto 3 medaglie d’oro a Cortina nel 1956. Tenevo il suo libro sotto il cuscino e studiavo attentamente tutte le foto. Non avrei mai pensato che da ragazzo avrei seguito le sue orme sulla pista Tofana a Cortina…
Ricordo, da quasi coetaneo, i suoi successi e il periodo della ‘valanga azzurra’, orgoglio per l’Italia. Chi erano i suoi rivali?
Più che rivali erano concorrenti. Per citarne qualcuno potrei dire Ingemar Stenmark, Franz Klammer, Bernhard Russi; ma soprattutto nella Squadra Nazionale: Piero Gros, Tino Pietrogiovanna, Helmut Schmalzl, Erwin Stricker, Paolo De Chiesa… Questa competizione interna era però alla base del successo per la mitica “Valanga Azzurra”. Oggi siamo tutti amici e siamo felici quando ci incontriamo.
Riavvolgendo il nastro della sua vita quali sono stati i migliori successi e le emozioni più forti?
Tra i successi più belli ci sono certamente le 4 Coppe del Mondo complessive. Ma anche l’oro olimpico a Sapporo nel 1972 è qualcosa di molto speciale… naturalmente anche i Campionati del Mondo a St. Moritz nel 1974, dove ho vinto l’oro due volte: nello slalom dopo la prima manche ero solo ottavo, poi ho fatto una gara da sogno. Poi l’indimenticabile “Slalom parallelo” in Val Gardena nel 1975. Ho anche bellissimi ricordi e soddisfazioni da allenatore di Alberto Tomba, è stato un periodo che definirei emozionante.
Cosa significa lo sci per Gustav Thöni?
Lo sci è la mia vita. Grazie a questo sport ho potuto condurre una vita straordinaria. Lo sci è stata la mia chiave, che ha aperto l’intero mondo al timido ragazzino di Trafoi.
Come festeggerà il traguardo dei 70 anni?
Festeggeremo in famiglia, che non è più così piccola. Mia moglie Ingrid ed io eravamo figli unici, abbiamo 3 figlie ed una “valanga di 11 nipoti” tra i 18 e i 3 anni e 9 di loro già sciano. Nel nostro Bella Vista c’è tanta vita e movimento e sono veramente felice.