A Louis de Funès la Cinémathèque Française di Parigi dedica un’esposizione fino al 31 maggio (attualmente chiusa in ragione della pandemia). L’attore ha dominato la commedia cinematografica francese per almeno un paio di decenni, fra gli anni ’60 e l’inizio degli anni’80 del secolo scorso. La sua maschera comica, il viso di gomma che si prestava alle espressioni più stralunate, le scenette da slapstick comedy lo avvicinano, con le dovute differenze, a quello che è stato Totò, di cui fu doppiatore in Francia, per il cinema italiano.
Nel 1959 i due attori si incrociarono due volte sul set de “I Tartassati” e di “Totò, Eva e il pennello proibito“, in entrambi i casi diretti da Steno. A differenza dell’attore napoletano, De Funès non volle mai interpretare ruoli drammatici. Almeno sui set cinematografici (fu anche attore di teatro), rimase ostinatamente legato al suo profilo comico. Il fatto che il tempio parigino del cinema francese fondato da Henri Langlois, a distanza di quasi quaranta anni dalla morte, gli dedichi per la prima volta una grande esposizione significa che l’attore, amatissimo dal pubblico e campione di incassi, ma snobbato dalla critica è ormai entrato di fatto nella storia del cinema.
Louis de Funè e Totò
Nato Louis Germain David de Funès de Galarza, il 31 luglio del 1914 a Courbevoie, allora periferia di Parigi, era il figlio di una famiglia nobile di origini sivigliane. Un altro particolare, questo, che lo unisce a Totò, che notoriamente amava ostentare il suo (acquisito) titolo nobiliare di principe. Di formazione pianista, durante la seconda guerra mondiale si guadagnò da vivere suonando; poi iniziò con una serie di particine in decine di film; una gavetta lunghissima fino alla fama arrivata quando era già avviato alla cinquantina.
Pur avendo avuto ruoli in film di registi importanti come Sacha Guitry e Claude Autant-Lara, il grande successo arriva solo nel 1964 con Una ragazza a Saint-Tropez. De Funès interpreta il ruolo del gendarme (il titolo originale è infatti Le gendarme de Saint-Tropez) e sarà il primo di una fortunata serie. Nel 1966 arriva poi il successo planetario di Tre uomini in fuga che consacra definitivamente la fama dell’attore.
Louis de Funès al Musée de la Gendarmerie et du Cinéma
Ed è proprio a Saint-Tropez che dobbiamo spostarci per questo itinerario sulle tracce del comico francese, perché è qui che nel Musée de la Gendarmerie et du Cinéma un’intera sezione gli è stata dedicata. Il museo rende omaggio al maresciallo Cruchot con una statua in bronzo a grandezza naturale, con l’attore nella divisa che lo ha reso celebre. Poi con tanti altri oggetti e documenti, fra questi la sceneggiatura originale di quello che doveva essere il settimo episodio della serie dei gendarmi, Il Gendarme e l’Imperatore, mai girato a causa della morte, a soli 68 anni, nel 1983.
Il fatto curioso è che l’edificio dove ha sede il museo ha davvero ospitato la gendarmerie dal 1879 fino alle dismissioni nel 2003. Il percorso museale non si limita a omaggiare De Funès ma racconta l’epoca d’oro del cinema nella località francese, soprattutto gli anni ’60 e ’70 con Brigitte Bardot e Roger Vadim che contribuirono a farne una località del jet-set internazionale. E poi Romy Schneider, Johnny Hallyday e tanti altri.
A Saint-Raphaël un edificio con documenti e oggetti
A meno di una quarantina di chilometri da Saint-Tropez, nel 2019 è stato aperto un altro museo, questa volta interamente dedicato all’attore. Siamo a Saint-Raphaël, sempre in Costa Azzurra, dove un palazzo moderno vicino alla stazione ospita le raccolte di documenti privati e le collezioni di oggetti appartenuti alla famiglia su una superficie di 400 metri quadrati. Si ripercorre un itinerario lungo 140 film e i tre decenni che hanno accompagnato la Francia nel miracolo economico, un periodo che qui hanno ribattezzato “Trente glorieuses”. Sono confluiti a Saint-Raphaël i documenti, le foto, i disegni autografi e gli oggetti che prima erano stati riuniti dai parenti e da un gruppo di appassionati a Cellier, vicino a Nantes, dove l’attore ha vissuto gli ultimi anni nel castello di famiglia della moglie.
Odioso senza essere antipatico
“Louis de Funès – ha detto una volta Gérard Oury, uno dei suoi registi – è forse il solo attore al mondo che sa essere odioso senza essere antipatico. Io e De Funès non siamo di quelli che vogliono veicolare dei messaggi. Eppure, c’è qualcosa nelle sue gag, dietro il suo humor, dietro la comicità surreale che tocca il cuore degli uomini.”
E Alain Kruger, curatore della mostra parigina, scrive che è “impossibile avere del risentimento nei confronti dei suoi personaggi bugiardi, ladri, egoisti, collerici, razzisti, biliosi, sciovinisti, servili…In fondo soffrono e ci rassicurano: de Funès siamo noi, in peggio.”
Informazioni sulla Francia: www.france.fr
Parigi: www.cinematheque.fr
Saint-Tropez: www.saint-tropez.fr/culture/mgc/
Saint-Raphaël: www.museedefunes.fr