Introduzione
“Un viaggio non inizia nel momento in cui partiamo né finisce nel momento in cui raggiungiamo la meta”. (Ryszard Kapuscinski)
Viaggiare non significa solo andare verso una destinazione o attraversare dei posti. Viaggiare è anche scendere in profondità. Percorrere le strade che portano dentro noi stessi. Ciò è ancora più vero se il viaggio si snoda in Giappone. Una terra intimamente legata alla dimensione della profondità e alla ricerca di te stesso. Questo reportage sul Giappone è la condivisione della mia esperienza giapponese. Un racconto di viaggio che a puntate, vuole condividere con i lettori un’esperienza per me unica e indimenticabile, di viaggiatore e di uomo. Testimone e compagna di questa avventura è Sayaka Fukuda – detta Saya, la mia cara amica giapponese conosciuta a New York dove vive e lavora. Senza di lei, senza la sua discreta insistenza, tipicamente giapponese, questo viaggio non sarebbe stato lo stesso.
Taccuino di viaggio: preparativi per la partenza
Come ogni primavera mi arriva un messaggio da New York: è Saya, che mi invita ad accompagnarla in Giappone per promuovere i sandali di sua creazione. Fino ad ora non ero mai riuscito a trovare un incastro per accompagnarla. Quest’anno però il mese di maggio sembra incredibilmente libero. È un’occasione a cui sento di non poter rinunciare. Percepisco quasi una forza che mi chiama e mi invita ad andare, una forza che mi dice che è arrivato il momento giusto per fare un viaggio che desideravo da tanto. Un viaggio che ha da subito tutta l’aria di non essere un giro turistico, ma qualcosa di più profondo.
Prendo un bel po’ di giorni di ferie, prenoto un volo e mi butto su internet per cercare di capire come conciliare l’itinerario degli appuntamenti di lavoro di Saya con le cose interessanti da vedere e nelle varie città. Prenoto qualche hotel sui portali online, lasciandomi aperte delle opzioni per modificare o cancellare alcune date e mi lascio guidare dall’istinto e dal programma di lavoro fluido e in costante evoluzione della mia ‘sorellina’ giapponese.
Il necessario per un viaggio fai-da-te
Un pianificatore seriale potrebbe svenire alla vista del calendario di Saya. Si modifica di continuo sul nostro drive condiviso: nemmeno la data del nostro primo ritrovo a Tokyo è un punto fermo. Decido di abbracciare questi cambiamenti come una prova. Mi affido un po’ al caso, prenotando una serie di hotel in modo da seguire il suo itinerario nelle varie città.
Partire per il Giappone per un viaggio fai-da-te, senza usufruire di viaggi organizzati, è abbastanza facile grazie all’aiuto della tecnologia. Con lo smartphone, il pocket wi-fi e una buona padronanza dell’inglese, si può avere quasi tutto il Giappone nel palmo di una mano. E poi non bisogna dimenticare il Japan Rail Pass, la card che permette di girare il paese in treno con estrema facilità e velocità e a prezzi tutto sommato contenuti.
Partenza: Roma Fiumicino Tokyo
Il 3 maggio 2019 parto da Roma Fiumicino alla volta di Tokyo. Dopo circa 13 ore di volo arrivo all’aeroporto di Narita. La prima tappa d’obbligo è trovare lo sportello dell’ufficio postale per ritirare il mio pocket wi-fi ordinato su internet. Poiché la topografia dell’aeroporto è un po’ complicata, decido di andare al banco informazioni, dove avviene il primo incontro con il modo di fare giapponese: ed è amore a prima vista!
Con un mix di gentilezza che imbarazza e sfacciataggine che imbarazza pure quella, la giapponesità mi travolge subito. Alle ragazze dell’ufficio informazioni, chiedo indicazioni su dove si trovi l’ufficio postale. Prima di rispondere mi fanno i complimenti per il look, per l’accento italiano e, ridendo e coprendosi la bocca con la mano, ammiccano in maniera dolce e innocente, riempiendomi di attenzioni e di sorrisi.
Taccuino di viaggio: efficienza giapponese
Ancora stordito da tanto entusiasmo, raggiungo l’ufficio postale e vengo subito investito da un altro tratto tipico della giapponesità: l’efficienza! Lo sportello delle poste, che da noi è sinonimo di purgatorio nel migliore dei casi, è un paradiso di velocità e organizzazione. In pochi minuti posso ritirare il pacco a me destinato, quello ordinato in Italia e che mi aspetta qui con all’interno il pocket wi-fi, mio inseparabile compagno di viaggio in queste settimane. Una volta collegato il mio cellulare al wi-fi tascabile, sono pronto per raggiungere il mio hotel ad Asakusa, grazie alle mappe di Google che permettono di muoversi facilmente in metropolitana.
Quando si mette piede sulle isole del Sol Levante, ci si rende conto che la tecnologia rappresenta un aiuto fondamentale. In un paese viene utilizzata per semplificare ogni aspetto della vita. Sulle mappe, se consultate in inglese, si trovano informazioni utilissime per muoversi nella metro: dall’orario di passaggio di ogni treno, al numero di vagone più comodo su cui salire per evitare di allungare il percorso a piedi nei sotterranei; al codice alfanumerico dell’uscita da prendere per raggiungere la destinazione in superficie nel minor tempo possibile. E di uscite ce ne sono davvero tante, credetemi! In questo caso la tecnologia è una vera panacea, soprattutto quando si ha il bagaglio al seguito.
Tokyo e il quartiere di Asakusa
Asakusa è uno dei quartieri più interessanti di Tokyo. Il destino mi riporterà qui spesso durante questo viaggio. Ancora non ne ho la consapevolezza, ma forse non è un caso che io abbia prenotato l’hotel proprio qui… Asakusa è un’area molto vivace, piena di negozi, locali e ristoranti di tutti i tipi, alcuni con le caratteristiche vetrine piene di scintillante cibo promozionale di plastica! Devo dire che è davvero invitante e divertente! Nonostante vi siano ancora edifici d’epoca e strade pedonali in cui si respira un’aria abbastanza tradizionale, alcune delle follie dei giapponesi sono arrivate anche in questo quartiere. Follie come i dispenser di bibite in stile Pokemon, i distributori automatici di Pokemon e i “petto-kafé”, ovvero i pet-bar in cui i clienti possono sorseggiare qualcosa accarezzando un animale.
A parte le considerazioni sull’igiene di questo genere di locali (ve ne sono con gatti, cani, uccelli, rettili…) mi imbatto in un pet-bar in cui i clienti accarezzano dei porcospini con appositi guanti antipuntura.
Non posso fare a meno di farmi una sonora risata alla vista dei clienti che si mettono in mostra sulla vetrina con guantone e porcospino d’ordinanza.
Il cambio dell’era da Heisei a Reiwa
Ma Asakusa è anche – e soprattutto – un’area storica e religiosa, al cui centro si erige maestoso, per bellezza e imponenza, il complesso del Tempio Senso-ji, il più vecchio complesso religioso di Tokyo. E la fortuna di chi come me, inconsapevolmente, capita nel posto giusto al momento giusto. Il 1° maggio 2019 è iniziata in Giappone una nuova era e al Senso-ji ci sono i festeggiamenti per le celebrazioni. La nuova era non è qualcosa che capita tutti i giorni… sono stato molto fortunato!
Il Giappone è appena passato dall’era Heisei (平成 “pace ovunque”), cominciata nel 1989 con l’imperatore Akihito, all’era Reiwa (令和) iniziata con l’ascesa al trono del crisantemo di suo figlio Naruhito proprio qualche giorno prima del mio arrivo. Ma cosa significa Reiwa? Il primo kanji Rei (令) significa ordine/comando, mentre Wa (和) ha il significato di pace e armonia. Reiwa è un kanji tratto da un poema che parla del fiore di pruno giapponese che fiorisce in primavera. Un fiore che sopravvive all’inverno e resiste alle difficoltà. È il primo kanji nella storia delle ere imperiali che è stato tratto da un poema giapponese anziché cinese. Insomma: tante novità intorno a me e tante cose da imparare già da subito…
Asakusa, festeggiamenti per l’inizio della nuova era
Per le celebrazioni della nuova era il complesso del santuario di Senso-ji è invaso di persone. Per l’insediamento del nuovo imperatore godono di un periodo eccezionale di vacanza e di festa. La bellezza di ciò che vedo è travolgente: giovani vestiti in abiti tradizionali, una fila composta e al tempo stesso appassionatamente devota cerca di raggiungere il tempio per ringraziare e celebrare l’inizio della nuova era. Un’atmosfera festante e vociante tutta intorno nelle botteghe e nelle bancarelle che circondano il tempio. Risciò trainati da bei ragazzi muscolosi vestiti in abiti tradizionali e splendide dame che sembrano delle geishe d’altri tempi che incantano con la loro grazia innocente.
Asakusa di sera si tinge di un mix di colori struggente: l’indaco del cielo dopo il tramonto e l’ocra delle luci che illuminano il quartiere nella notte riempiono i miei occhi e appagano il mio bisogno di quiete interiore. Sono qui solamente da stamattina e mi sento già esaltato da questa atmosfera. Caro Giappone, mi sa che mi piacerai un sacco.
Tempio di Senso-ji: conosciamolo meglio
Il Tempio di Sensō-ji è il più vecchio tempio di Tokyo (645 d.C.). È uno dei più importanti templi buddisti di tutto il Giappone. Accanto sorge la pagoda a cinque piani detta Santuario Shinto di Asakusa, a testimonianza delle due religioni che convivano perfettamente nelle tappe di vita dei giapponesi: i riti shintoisti per nascite e matrimoni e i riti buddisti per i funerali.
Il tempio è dedicato a Kannon Bosatsu dea della compassione. Sono oltre 30 milioni le persone che ogni anno lo affollano. Il suo imponente portale lascia senza fiato per grandezza e maestosità. Al centro un’enorme lanterna di carta rossa e ai lati, verso l’interno, due sandali giganti sui quali avrebbe camminato il Budda. Nell’area del tempio ad Asakusa si trova anche un vivace mercato, pieno di negozi artigianali e botteghe di tutti i tipi.
Con soli 100 yen si può consultare l’oracolo estraendo i bastoncini da alcuni contenitori che vengono agitati come i dadi. Sul bastoncino estratto si possono leggere combinazioni di simboli a cui corrispondono 100 cassettini: da quello scelto sulla base dei simboli si potrà estrarre un foglietto con la risposta alla propria domanda. Attenzione: se il foglietto reca qualcosa di fortunato il consultante può tenerlo con sé, ma se il responso è negativo fate come gli altri, legatelo e lasciatelo lì, in modo che la sfortuna non si appiccichi a voi ma rimanga nel tempio. I giapponesi sono come gli italiani mi sa: piuttosto superstiziosi ma anche pragmatici quando serve!
Giappone in Tasca: consigli di viaggio
Viaggiare in Giappone è semplicissimo se avete con voi un pocket wi-fi. Diverse le compagnie che li offrono con quantità di gigabyte compresi nel consumo giornaliero. Consiglio di ordinarlo già in Italia e farvelo recapitare in aeroporto o al vostro hotel. L’organizzazione è sorprendente per la sua efficienza: troverete il pacchetto ad aspettarvi all’aeroporto, basterà esibire il passaporto e il pacchetto sarà vostro. Dentro troverete una busta con l’apparecchio, il caricabatterie, le istruzioni per attivarlo e per restituirlo.
Noleggiare il pocket wi-fi è la scelta migliore da fare per viaggiare in autonomia. Potete così utilizzare le app di viaggio, comunicare su whatsapp, ricevere email, navigare le mappe. Ma anche utilizzare applicazioni di traduzione simultanea da e per il giapponese e di lettura degli ideogrammi. Evitando soprattutto spiacevoli sorprese in bolletta sui costi di roaming del traffico dati. Cose da fare: caricare il wi-fi prima di andare a dormire; staccare la connessione tra wi-fi e cellulare quando non lo utilizzate e nelle zone non coperte dalla rete; bloccare il traffico dati dal vostro cellulare, per non avere sorprese sui costi.