Sabato 5 Ottobre 2024 - Anno XXII

Giappone. Terra di geisha e samurai

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La città di Treviso ospita nell’antico palazzo Ca’ dei Carraresi due mostre da terre lontane e vicine. Fino al 30 giugno dedicata all’estremo Oriente “Giappone. Terra di geisha e samurai”e “Trame d’incanto” dal 16 al 28 aprile

Utagawa-Kuniyoshi-1852-Kumagaya-Le-69-stazioni-sulla-strada-del-Kisokaido
Utagawa Kuniyoshi Kumagaya 1852. Le 69 stazioni sulla strada del Kisokaido

Ca’ dei Carraresi, palazzo dalle origini medievali situato in centro storico a Treviso, propone due mostre che raccontano l’arte, la storia, il vissuto di vari protagonisti.
Dal 4 aprile al 30 Giugno 2019 il palazzo ospita l’esposizione dedicata all’estremo Oriente “ Giappone. Terra di geisha e samurai”.

Sei secoli di storia, arte e cultura giapponesi sono narrati attraverso 150 opere, databili tra il XIV e XX secolo. Le opere provengono dalla collezione privata di Valter Guarneri, appassionato cultore trevigiano della cultura nipponica.
Il percorso espositivo è articolato attraverso sezioni tematiche. Un modo per sviluppare la conoscenza sugli aspetti legati alla vita, alle tradizioni e alla cultura della società giapponese.

Geisha e samurai la bellezza e il coraggio

Geisha e samurai Belta femminile
Beltà femminile

Quando si parla di Giappone, spesso l’immaginario collettivo rimanda alla geisha di Madame Butterfly, celebre opera di Puccini. Al coraggio dei samurai. Agli arditi Kamikaze che immolarono la loro giovane vita durante l’ultimo conflitto mondiale. Per fare chiarezza su questi stereotipi, la mostra inizia associando due figure molto singolari in Giappone: la geisha e il samurai.
La figura femminile è esaltata nei preziosi kimono del XVI e XVII secolo, finemente lavorati. Vestiti a cui le geishe sono sempre state fedeli e raffinate indossatrici. Non mancano eleganti paraventi, incensieri, specchi, statuette, rotoli verticali dipinti. Presenti anche i celebri menuki, le borchie in metallo usate per impreziosire l’impugnatura delle spade. Altre rarità sono le magnifiche xilografie dell’artista Utamaro e una katana provvista della lama originale risalente nientemeno che al 1100.

La cultura del popolo nipponico

Yoshu-Chinkanobu--1838-1912-Passatempi-di-belta-femminili-in-un-giorno-nevoso-trittico-di-xilografie.
Yoshu Chinkanobu 1838-1912. Passatempi di beltà femminili in un giorno nevoso trittico di xilografie.

Il tema religioso, che affonda le sue radici nel Buddhismo, è rappresentato in rotolo verticale tra cui primeggia il dipinto raffigurante il fondatore dello Zen. Lo Shintoismo, altra dottrina religiosa tipica in Giappone, diventa il tema dominante dei rotoli verticali, risalenti al XVIII secolo, dove è dimostrata la relazione tra divinità e natura.
La terza sezione è dedicata all’arte e alla cultura del popolo nipponico, straordinario interprete di usi e costumi così lontani dal mondo occidentale. Sono esposti dei dipinti con focus sulla letteratura, sulle rappresentazioni teatrali del No e del Kabuki; altre opere di micro-scultura con accessori tipici per il consumo del tabacco.

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La cerimonia del té

Un incontro piacevole è caratterizzato dalla Chashitsu, emblematica stanza dove si svolgeva la tradizionale cerimonia del tè. Le ultime sezioni sono dedicate alla fotografia d’autore con opere di un anonimo viaggiatore e alla raffinata, complessa arte della calligrafia di cui i giapponesi sono maestri nell’abbinare disegni e stati d’animo. L’esposizione è curata da Francesco Morena, esperto d’arte orientale, prodotta da Artika, con la collaborazione di Fondazione Cassamarca e il patrocinio della città di Treviso.
Informazioni: www.casadeicarraresi.it


“Trame d’incanto”

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Renzo Cristiano Carliì, maternità

Per rimanere in ambito regionale, è prossima l’inaugurazione della mostra di un artista veneziano, recentemente scomparso, ma sempre vivo nei cuori di chi lo ha conosciuto. L’artista è Renzo Cristiano Carli e la mostra s’intitola “Trame d’incanto” aperta al pubblico dal 16 al 28 aprile. Rappresentati uno dei temi favoriti dall’artista: la maternità, in chiave moderna. Renzo Cristiano Carli aveva una grande sensibilità d’animo che era in grado di imprimere sulla tela. I suoi soggetti sono talmente variegati da non essere categorizzati perché frutto dell’esperienza quotidiana vissuta con partecipazione e consapevolezza e mai con superficialità.

Le sue opere trasmettono emozione, pathos sia che si osservi un ritratto o ci si soffermi sugli “scarti tessili”:  composizioni astratte fatte da intrecci di fili variopinti, secondo il linguaggio dell’Informale. L’esposizione trevigiana porta alla ribalta circa 20 opere selezionate tra il folto numero di una produzione artistica eclettica e longeva.

Le madri del mondo

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Volti

Renzo Cristiano Carli, infatti, è artefice di lavori pittorici, di astratti ottenuti col collage di fili, di disegni di nudo e di versi poetici, alcuni dei quali centrati sulla filosofia Zen. Il tema della mostra verte sulla figura femminile, immortalata nelle maternità dal volto volutamente celato per omaggiare non una madre in particolare, bensì tutte le madri del mondo. Completano il percorso espositivo i ritratti di donne comuni avvolte nel mistero della loro identità, i disegni di nudo, gli intrecci astratti e alcune poesie Zen tratte dalla nutrita raccolta dei suoi versi dettati dal suo vissuto quotidiano.

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Nel corso degli anni, l’artista, collaborò con illustri Maestri del mosaico per l’allestimento di importanti vetrate. ha esposto Le sue opere sono state esposte fin dal 1955 in molte città tra cui Venezia, Padova, Firenze, Verona, Gorizia, Assisi, Desenzano del Garda.
“La vita vale per quanto un giorno la si possa raccontare” è stata la sua massima e probabilmente fonte d’ispirazione che lo ha accompagnato durante la sua vita artistica.

Informazioni: www.andreacarli.com

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