Venerdì 26 Aprile 2024 - Anno XXII

Storia di un’avventura di recupero architettonico. Forte di Bard 1999-2019

Storia di un 'avventura Forte di Bard

Il Forte di Bard racconta l’avventura del progetto di restauro in una mostra. “Storia di un’avventura. Forte di Bard 1999-2019” aperta fino al 10 novembre e raccontata in 60 foto in bianco e nero del fotografo Gianfranco Roselli

Storia di un’avventura,-Gianfranco-RoselliSono trascorsi vent’anni dall’avvio dell’imponente opera di recupero architettonico del Forte di Bard. La mostra Storia di un’avventura. Forte di Bard 1999-2019 inaugurata il 19 marzo resterà aperta fino al 10 novembre. L’esposizione ripercorre la genesi di questo ambizioso progetto di riqualificazione e restauro architettonico.

Le foto che raccontano il progetto sono state scattate prima e durante le fasi dei lavori, dal fotografo torinese Gianfranco Roselli. Un vero e proprio racconto fotografico costituito da immagini di architettura di interni ed esterni, fasi del cantiere, persone e maestranze al lavoro.

Ma anche vedute e paesaggi del Forte e dal Forte. Vie di comunicazione, segni antichi e moderni sul territorio. Uno sguardo architettonico e antropologico che si sviluppa attraverso 60 immagini in bianco e nero di grande formato e impatto. L’esposizione è ospitata nelle sale dell’ultima nata tra le sedi museali, l’Opera Ferdinando, quella che maggiormente conserva manufatti murari originali e permette la lettura degli interventi eseguiti, come ad esempio nel taglio delle solette o nel recupero degli intonaci.

Storia di un’avventura. Forte di Bard 1999-2019

Storia di un'avventura Forte Brand esterno«Essere direttore dell’Associazione in occasione dei vent’anni dai primi interventi di riqualificazione del Forte di Bard e l’aver preso parte agli inizi degli ‘80 al progetto culturale per il suo recupero, anche nelle connessioni con il Borgo, ha per me un significato molto importante e profondo”, dichiara Maria Cristina Ronc, Direttore dell’Associazione Forte di Bard.

Credo che nell’immaginario di tutti i valdostani il Forte abbia da sempre avuto un impatto potente: una presenza talvolta severa e cupa a barriera dell’imbocco alla Valle, luogo famigliare e di accoglienza nel ritorno a casa. I lavori sono stati una vera e propria “avventura” – come sottolinea il titolo dell’esposizione – pionieristica per le dimensioni del cantiere e per le complessità degli aspetti economici, ambientali, sociali e culturali che ad oggi ne fanno un unicum non ancora eguagliato nell’arco alpino».

LEGGI ANCHE  La passione per lo sci firmata Valle d'Aosta
Una mostra documenta Forte di Bard prima e dopo il restauro

Storia di un’avventura foto Gianfranco Roselli

Le immagini selezionate per la mostra raccontano come si presentava il Forte di Bard nelle prime fasi del cantiere, con uno sguardo concentrato sui primi due anni, ha spiegato il fotografo Gianfranco Roselli. Un modo per documentare lo stato delle cose, immutato per decenni, che pian piano lasciava spazio al suo nuovo divenire.

Durante la fase di ristrutturazione – ha aggiunto Roselli – alla principale attività di documentazione fotografica finalizzata a monitorare puntualmente gli aspetti tecnici e costruttivi del cantiere, ho affiancato una mia personale visione dello stesso luogo attraverso un percorso parallelo.

Questo lavoro ha preso forma con il progetto editoriale “Storia di un’avventura”, di cui queste immagini sono un estratto. “Ho avuto in questo modo il privilegio di essere testimone di una fase in cui il Forte riprendeva vita, come un organismo in movimento che respira e si trasforma”.

La documentazione fotografica racconta e descrive anche il lavoro delle maestranze, in tutto più di 500, che hanno partecipato con passione, forza e ingegno alla rinascita del Forte di Bard. Roselli ha raccolto micro e macro elementi, i segni che compongono il territorio circostante, i manufatti antichi e quelli contemporanei, costruendo una mappa a più livelli, in cui convivono aspetti materiali, fisici e immaginari, spaziali, legati al paesaggio e alla rivelazione estetica della natura.

Alle origini del progetto

Storia di un’avventura foto Gianfranco-Roselli

Il progetto di restauro, realizzato dalla Regione autonoma Valle d’Aosta con il contributo del Fondo Europeo di Sviluppo Regionale e del Fondo di Rotazione Statale, è stato definito nel 1993. Tre anni dopo, venne costituita la Finbard. Società per curare la realizzazione degli investimenti previsti dal piano operativo e la costituzione del piano di recupero. I lavori partirono nel 1999.

LEGGI ANCHE  In Valle d’Aosta si respira l’atmosfera celtica

Il Forte venne aperto al pubblico il 13 gennaio del 2006 con l’inaugurazione, all’interno dell’Opera Carlo Alberto, del Museo delle Alpi e degli spazi dedicati alle esposizioni temporanee. Da allora la gestione del polo culturale è affidata all’Associazione Forte di Bard.

Il Forte in cifre

14.467 metri quadrati di superficie; 3600 metri quadrati di aree espositive; 2036 metri quadrati di cortili interni; 9000 metri quadrati di tetto; 106 metri di dislivello; 1295 metri quadrati di corridoi. Più di 500 maestranze coinvolte, 283 locali, 385 porte, 296 feritoie, 806 gradini, 153.737 metri cubi di terreno rimosso, 112.705 metri di cavi elettrici.
La mostra Storia di un’avventura. Forte di Bard 1999-2019 è corredata dalla riedizione del volume Storia di un’avventura. Orari di visita: Feriali 10.00 | 18.00; Sabato, domenica e festivi 10.00 | 19.00. Lunedì chiuso.

Informazioni al pubblico, Associazione Forte di Bard:  info@fortedibard.it | www.fortedibard.it

Leggi anche:

Jean Auguste Ingres e la vita artistica ai tempi di Napoleone Bonaparte

Leonardo da Vinci Visions: le sfide tecnologiche del genio universale

Canaletto e Venezia ai tempi della Serenissima

Condividi sui social:

Lascia un commento