Giovedì 21 Novembre 2024 - Anno XXII

Il gesso che raffigura Ebe di Antonio Canova ritorna al suo splendore

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Il Museo Civico di Bassano del Grappa dedica al maestro del neoclassicismo la mostra “Ebe Canova”. Il 2022 ricorre il bicentenario della morte dello scultore. Il gesso delle dea, figlia di Zeus e di Era, si potrà ammirarlo nel Salone Canoviano dal 4 dicembre al 30 maggio 2022.

Ebe 1817 gesso, Musei Civici di Bassano del Grappa
Antonio Canova, Ebe 1817 gesso, Musei Civici di Bassano del Grappa

I Musei Civici di Bassano del Grappa, celebrano il bicentenario della morte dell’illustre trevigiano, nato a Possagno nel 1757 e deceduto a Venezia nel 1822, con la mostra “Ebe Canova”.

La statua in gesso che raffigura la dea Ebe, figlia di Zeus e di Era, ancella e coppiera degli dei dell’Olimpo, personificazione della giovinezza si potrà visitarla dal 4 dicembre al 30 maggio 2022. Antonio Canova fu un attento studioso dell’antichità classica. Egli volle ritrarre Ebe con gli attributi iconografici propri della dea adolescente: ampolla e calice con cui somministrare agli dei l’elisir della giovinezza.

La distruzione del gesso di Ebe

Le guerre, i bombardamenti, specie quelli avvenuti durante il secondo conflitto mondiale del secolo scorso, hanno sepolto vittime civili, edifici, palazzi e anche opere d’arte. È il caso della riproduzione in gesso della celebre Ebe, opera dello scultore, maestro del neoclassicismo, Antonio Canova.

Frammenti-del-gesso-di-Ebe-prima-del-restauro
Frammenti del gesso di Ebe prima del restauro

Il bombardamento alleato del 24 aprile 1945 procurò ingenti danni a molti centri d’interesse della gloriosa cittadina veneta. Tra questi distrusse anche il gesso di Ebe riducendolo in piccoli frammenti. Con i mezzi e gli strumenti di restauro adottati settant’anni fa ricostruire il prezioso gesso non sarebbe stato possibile. I vari pezzi però furono conservati nei depositi del Museo di Bassano del Grappa. Oggi le moderne tecniche di restauro, che si avvalgono di sofisticate apparecchiature, e l’aiuto di esperti restauratori, si è riusciti a ricomporre i frammenti. La famosa Ebe reinterpretata dal Canova in più versioni è tornata nel pieno del suo splendore.

Leggendarie figure mitologiche

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Marmo di Ebe presso i Musei San Domenico di Forlì

Antonio Canova ritrasse leggendarie figure mitologiche e illustri personaggi del secolo XIX. Chi non ricorda il gruppo marmoreo delle “Tre Grazie”, “Amore e Psiche”, “Venere Vincitrice”, i busti di Napoleone Bonaparte, di George Washington e tutta la produzione legata al mondo dell’antichità classica? Canova, nell’Ottocento, fu lo scultore più apprezzato e ricercato presso le corti d’Europa. I regnanti e le famiglie blasonate desideravano possedere una scultura uscita dall’indiscussa creatività e dalle abili mani del celebre Maestro.

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Per soddisfare le esigenze dei committenti, Antonio Canova, dovette ricorrere a produrre più copie dello stesso soggetto come avvenne, per esempio, per il gruppo “Le Tre Grazie”, “Amore e Psiche”, e “Ebe”. Quest’ultima fu riprodotta in quattro statue in marmo custodite presso grandi collezioni pubbliche e private. Le troviamo presso: Staatlichen Museen di Berlino, Ermitage di San Pietroburgo, Collezione Devonshire a Chatsworth (U.K), Musei di San Domenico a Forlì.

La bellezza delle forme

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Ebe, 1806 gesso, Collezione Privata Palazzo Papafava Padova

Canova è l’artista dello stupore. Impossible non rimanere impressionati dalla bellezza delle forme, dalla delicatezza delle espressioni del volto; ma anche dalla morbidezza dell’incarnato delle sue figure femminili, leggiadre o voluttuose, sensuali o pudiche. Il Canova scolpiva il marmo dopo diversi lavori preparatori. Dapprima realizzava vari disegni delle pose del soggetto, poi il bozzetto in argilla, a cui seguiva il modellino in gesso a dimensioni ridotte; il modello in gesso con le misure reali segnando i punti chiave con i repères, dei chiodini in bronzo in grado di calcolare le distanze.

Il gesso di Ebe potrà essere ammirato nel Salone Canoviano del Museo di Bassano del Grappa e messo a confronto con l’altro esemplare in gesso della dea conservato presso Palazzo Papafava a Padova. Nella mostra saranno esposti approfondimenti circa le tecniche di restauro intraprese  coadiuvate da un libro dove si narra il mito di Ebe e della sua eterna giovinezza.
Al recupero del patrimonio canoviano custodito in città hanno collaborato Il Comune e i Musei Civici, col sostegno dei Rotary Club di Bassano del Grappa e di Asolo e della Pedemontana del Grappa. Si è associato pure il Comune di Forlì proprietario della versione in marmo della medesima dea.

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Info: www.museibassano.it

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