
I Musei Civici di Bassano del Grappa, celebrano il bicentenario della morte dell’illustre trevigiano, nato a Possagno nel 1757 e deceduto a Venezia nel 1822, con la mostra “Ebe Canova”.
La statua in gesso che raffigura la dea Ebe, figlia di Zeus e di Era, ancella e coppiera degli dei dell’Olimpo, personificazione della giovinezza si potrà visitarla dal 4 dicembre al 30 maggio 2022. Antonio Canova fu un attento studioso dell’antichità classica. Egli volle ritrarre Ebe con gli attributi iconografici propri della dea adolescente: ampolla e calice con cui somministrare agli dei l’elisir della giovinezza.
La distruzione del gesso di Ebe
Le guerre, i bombardamenti, specie quelli avvenuti durante il secondo conflitto mondiale del secolo scorso, hanno sepolto vittime civili, edifici, palazzi e anche opere d’arte. È il caso della riproduzione in gesso della celebre Ebe, opera dello scultore, maestro del neoclassicismo, Antonio Canova.

Il bombardamento alleato del 24 aprile 1945 procurò ingenti danni a molti centri d’interesse della gloriosa cittadina veneta. Tra questi distrusse anche il gesso di Ebe riducendolo in piccoli frammenti. Con i mezzi e gli strumenti di restauro adottati settant’anni fa ricostruire il prezioso gesso non sarebbe stato possibile. I vari pezzi però furono conservati nei depositi del Museo di Bassano del Grappa. Oggi le moderne tecniche di restauro, che si avvalgono di sofisticate apparecchiature, e l’aiuto di esperti restauratori, si è riusciti a ricomporre i frammenti. La famosa Ebe reinterpretata dal Canova in più versioni è tornata nel pieno del suo splendore.
Leggendarie figure mitologiche
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Antonio Canova ritrasse leggendarie figure mitologiche e illustri personaggi del secolo XIX. Chi non ricorda il gruppo marmoreo delle “Tre Grazie”, “Amore e Psiche”, “Venere Vincitrice”, i busti di Napoleone Bonaparte, di George Washington e tutta la produzione legata al mondo dell’antichità classica? Canova, nell’Ottocento, fu lo scultore più apprezzato e ricercato presso le corti d’Europa. I regnanti e le famiglie blasonate desideravano possedere una scultura uscita dall’indiscussa creatività e dalle abili mani del celebre Maestro.
Per soddisfare le esigenze dei committenti, Antonio Canova, dovette ricorrere a produrre più copie dello stesso soggetto come avvenne, per esempio, per il gruppo “Le Tre Grazie”, “Amore e Psiche”, e “Ebe”. Quest’ultima fu riprodotta in quattro statue in marmo custodite presso grandi collezioni pubbliche e private. Le troviamo presso: Staatlichen Museen di Berlino, Ermitage di San Pietroburgo, Collezione Devonshire a Chatsworth (U.K), Musei di San Domenico a Forlì.
La bellezza delle forme
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Canova è l’artista dello stupore. Impossible non rimanere impressionati dalla bellezza delle forme, dalla delicatezza delle espressioni del volto; ma anche dalla morbidezza dell’incarnato delle sue figure femminili, leggiadre o voluttuose, sensuali o pudiche. Il Canova scolpiva il marmo dopo diversi lavori preparatori. Dapprima realizzava vari disegni delle pose del soggetto, poi il bozzetto in argilla, a cui seguiva il modellino in gesso a dimensioni ridotte; il modello in gesso con le misure reali segnando i punti chiave con i repères, dei chiodini in bronzo in grado di calcolare le distanze.
Il gesso di Ebe potrà essere ammirato nel Salone Canoviano del Museo di Bassano del Grappa e messo a confronto con l’altro esemplare in gesso della dea conservato presso Palazzo Papafava a Padova. Nella mostra saranno esposti approfondimenti circa le tecniche di restauro intraprese coadiuvate da un libro dove si narra il mito di Ebe e della sua eterna giovinezza.
Al recupero del patrimonio canoviano custodito in città hanno collaborato Il Comune e i Musei Civici, col sostegno dei Rotary Club di Bassano del Grappa e di Asolo e della Pedemontana del Grappa. Si è associato pure il Comune di Forlì proprietario della versione in marmo della medesima dea.
Info: www.museibassano.it