A piedi fino a Cavriana
Siamo all’ultima tappa del nostro Cammino di fede e solidarietà. L’itinerario che stiamo per intraprendere è improntato su un mix di modalità che prevedono, comunque, sempre l’utilizzo delle nostre gambe. Dopo Solferino la nostra prima destinazione è Cavriana. Si tratta di un’antica cittadina sorta in un territorio frequentato fin dal neolitico. La raggiungiamo con una facile passeggiata, questa volta senza l’ausilio delle bici.
Prima di lasciare definitivamente i confini comunali di Solferino, il percorso da trekking che abbiamo intrapreso passa nelle immediate vicinanze dei suoi stagni. Osserviamo un’area verde che circonda gli specchi d’acqua presenti in terreni dai quali, nei tempi passati, si estraeva la torba.
Rispetto alle due ruote, camminare a piedi è sempre più agevole e utile. Ognuno può adeguare la sua andatura alla propria forma fisica; ma anche per la possibilità di fare più attenzione ai particolari del paesaggio che si attraversa. Superfluo ricordare che i sentieri seguono tracciati campestri punteggiati da cascinali dove, ancora una volta, si è circondati dalla natura. Non sfugge però la presenza della mano dell’uomo che ara e coltiva i campi. Lavori per trarne le materie prime dalle risorse di Madre Terra utili al fabbisogno alimentare. Così, passo dopo passo, tra uno scambio di battute tra pellegrini e un sorso d’acqua (calda) per alleviare l’arsura dell’afosa giornata, raggiungiamo la nostra meta.
Soggiorno a Cavriana di Francesco Giuseppe e Napoleone III
A Cavriana attraverso l’antica porta entriamo in piazza Castello. Del trecentesco maniero voluto da Francesco Gonzaga e dai suoi successori, purtroppo non rimane più nulla. Dalla metà circa del 1600 iniziò, infatti, la sua graduale decadenza conclusasi, all’inizio del secolo successivo, col definitivo abbattimento di quanto ancora rimasto in piedi. Sulle sue fondamenta si costruì villa Mirra, importante edificio nel quale furono ospitati l’imperatore Francesco Giuseppe e, la notte successiva, l’imperatore Napoleone III, vincitore della Seconda Guerra d’Indipendenza.
Il monumento cittadino più importante di Cavriana rimane la Pieve romanica di San Biagio, dedicata alla Madonna Immacolata. Essa è caratterizzata dall’alta Torre campanaria, dai frammenti di affreschi medioevali e dalla presenza di una antica scultura raffigurante la Madonna della Misericordia, nella parte centrale dell’abside.
L’ultima pedalata da Pozzolo sul Mincio
Ora ci attende Pozzolo sul Mincio dove, al termine della breve visita alla chiesa Parrocchiale della Natività della Beata Vergine Maria, riprenderemo a cavalcare le nostre amate e-bike. È un rilassante percorso pianeggiante che attraversa il fiume nel punto in cui la presenza del Chiosco dei Mulini, diviene un ottimo riferimento per una sosta refrigerante. È una meta frequentatissima nei weekend dai ciclisti che qui sanno di potersi fermare per una gustosa pausa con hamburger da accompagnare con le ottime birre artigianali. La ciclovia che imbocchiamo, immersa ancora una volta nel verde, è molto frequentata in entrambi i sensi, probabilmente proprio a causa della festività.
Questa trasferta si rileva molto interessante dal punto di vista paesaggistico. Dopo aver lasciato il fiume, infatti, i sentieri che percorriamo sono circondati dai cangianti colori degli alberi prossimi all’abito autunnale. Inoltre, l’affollata loro frequentazione ci ha permesso di fare conoscenza con altri appassionati dai quali, pur continuando a pedalare, abbiamo ricevuto utili informazioni.
Arrivo a Volta Mantovana
L’arrivo a Volta Mantovana è preceduto da un’ulteriore sosta presso il chiosco Freesco, un bar-caffè ubicato di fronte al Bike-Park cittadino. Il Bike-Park è una struttura creata affinché i ciclisti possano gratuitamente allenarsi lungo i saliscendi della pista a loro dedicata. Anche questa città vanta lontane origini così come annovera numerosi casati avvicendatisi nel suo governo. Sotto il dominio dei Gonzaga fu riorganizzata la difesa del territorio comunale rinforzando le torri e la cinta muraria esistente. Di tale perimetro difensivo oggi restano solo alcune torri del castello al quale si accedeva attraverso l’arco gotico, una porta ancora oggi visibile.
Il Palazzo Gonzaga
Finalmente entriamo in centro e, depositati caschi e bici, ci avviamo verso il rinascimentale Palazzo Gonzaga. Intorno alla metà del 1400 la famiglia di Luigi II Gonzaga, all’interno delle mura, fece costruire un palazzo destinato a essere la loro residenza estiva. Oggi tale edificio, caratterizzato da tre originali alti camini, è sede comunale. Ciononostante esso è aperto al pubblico e, dal piano terra col suo grande camino in marmo, si passa agli ambienti del primo piano. Qui il salone delle feste incanta per la sua scenografia che, partendo dai colorati soffitti lignei a cassettoni, passa all’inganno prospettico delle pareti su cui dipinti trompe-l’œil fanno sembrare l’ambiente molto più profondo di quanto realmente sia.
Non manca la visita ai meravigliosi giardini all’italiana mentre nel piazzale antistante il palazzo, area destinata un tempo alle scuderie, si svolge una manifestazione con squarci di vita contadina. Ed è qui che, prima del nostro definitivo rientro, salutiamo la compagine dei “contadini” con un calice di Vernaccia di Volta.
Info: Associazione Colline Moreniche del Garda www.collinemoreniche.it
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