Venerdì 29 Marzo 2024 - Anno XXII

Palermo, la ‘Santuzza’ e il Festino della rinascita

Santuzza Rosalia Palermo, Fontana delle Vergogne

La Festa per la patrona di Palermo ritorna dopo due anni per intonare il ‘canto contro la peste’. Tutto è pronto per l’inizio dei festeggiamenti il 10 luglio. Un grande evento corale ched coinvolge tutta la città.

Statua di santa Rosalia sul Carro in una precedente edizione
Statua di santa Rosalia sul Carro in una precedente edizione

Dopo due anni di stop Palermo intona il suo ‘canto contro la peste’. Anzi, contro tutte le pesti del mondo. È l’allegoria scelta dall’amministrazione guidata dal neo sindaco Roberto Lagalla, insieme con un’articolata partnership che raccoglie le energie della comunità e di altre istituzioni cittadine. Tutto è pronto per la 398esima edizione del Festino di Santa Rosalia, evento apicale del capoluogo siciliano nella sua veste di manifestazione religiosa e laica.

Il riferimento alle epidemie della tremenda malattia batterica, incubo dell’epoca medievale, ha nel caso della ricorrenza palermitana una precisa ragione storica. Quella legata alla pestilenza subita dalla città nel maggio del 1624. Pestilenza subito debellata grazie all’intercessione di Rosalia Sinibaldi, giovane appartenente a una nobile famiglia locale. La giovane (vissuta 5 secoli prima) è apparsa diverse volte a alcuni abitanti della città proprio nei suoi periodi di maggiore crisi dovuti alla peste.

La ‘Santuzza’ Rosalia patrona di Palermo

Interno del Santuario di Santa Rosalia
Interno del Santuario di Santa Rosalia

Nel 1152, all’età di 12 anni, Rosalia fuggì dal matrimonio impostole dal padre con un nobile palermitano per rifugiarsi in una spelonca nel mezzo dei Monti Sicani. Il posto ha preso il nome di eremo della Quisquina. In tempi recenti è diventato mèta di escursioni all’interno dell’affascinante comprensorio dell’entroterra siciliano tra Palermo e Agrigento. In questo luogo Rosalia visse per oltre un decennio prima di tornare in città su permesso della regina spagnola Sibilla. Quest’ultima le consentì anche di occupare un’altra grotta situata appena sotto la cima del Monte Pellegrino, dove trascorse il resto della sua vita. Rosalia Sinibaldi muore all’età di 40 anni nel 1170. Stando alle ricostruzioni storiche, furono proprio le sue apparizioni nel XVII secolo a salvare Palermo dalla peste. E a guadagnarle il titolo di santa patrona dei palermitani.

Il Festino di Santa Rosalia

L'arcivescovo di Palermo Corrado Lorefico con il modellino del Carro trionfale
L’arcivescovo di Palermo Corrado Lorefice con il modellino del Carro trionfale

Tornando all’attualità, il programma del Festino 2022 si presenta denso. Dalla mattina di domenica 10 fino all’intera giornata del 15 luglio – nell’auspicio del rispetto delle regole prudenziali in queste settimane in cui si sta registrando una nuova impennata dei contagi da coronavirus – articolerà, tra i diversi appuntamenti, venerazioni dell’icona della ‘Santuzza’ palermitana e concerti di campane dalle 4 torri della Cattedrale arabo-normanna (censite tra i 20 più bei campanili d’Italia). Come da consuetudine l’evento di maggior richiamo, popolare e turistico, si concentrerà tra la sera del 14 luglio e le prime ore del giorno successivo.

È quello che unisce la processione del carro trionfale di Santa Rosalia lungo il Cassaro, oggi ufficialmente Via Vittorio Emanuele. È la strada più antica di Palermo (tracciata nel VII secolo avanti Cristo dai Fenici), con lo spettacolo dei giochi pirotecnici. I fuochi coloreranno la notte più rovente dell’estate palermitana dai bordi della Villa a Mare, l’ampio spazio verde che fiancheggia il porto davanti al Palchetto della Musica.

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Il Carro fatto dai detenuti e portato dagli extracomunitari

Modellino del Carro trionfale di Santa Rosalia(3)
Modellino del Carro trionfale di Santa Rosalia mostrato ai palermitani

È proprio questa costruzione neoclassica che guarda al mare, una tra le più rappresentative della città, a costituire il tradizionale punto d’arrivo del Carro. Un prezioso manufatto riproposto in fogge differenti nelle edizioni degli anni passati. Quest’ultima versione è stata realizzata interamente dai detenuti del carcere Ucciardone nel 2019, su progetto dell’Accademia di Belle Arti. Nel 2021, dopo esser stata vandalizzata e usata dai senzatetto, è stata restaurata.

Più nel dettaglio, il percorso dell’amato monumento su ruote che, come avviene ormai da anni, verrà trainato da una nutrita compagine di volontari extracomunitari. Il corteo si articolerà in 9 stazioni e 6 zone di riferimento. La partenza avverrà come di consueto dalla Porta Nuova, accanto al Palazzo Reale, punto d’inizio del Cassaro. Prima tappa dinanzi alla Cattedrale e qualche centinaio di metri più giù, nell’ottagonale piazza Vigliena, cuore del centro storico di Palermo. La piazza è conosciuta come i Quattro Canti perché vi campeggiano altrettante sculture delle sante vergini della città: Cristina, Ninfa, Oliva e Agata.

La ‘Santuzza’ Rosalia alla Passeggiata delle Cattive

Festino di-Santa Rosalia ai quattro canti
Festino di Santa Rosalia ai quattro canti

Con il suo corteo di gente, che si ingrosserà metro dopo metro, il Carro oltrepasserà poi l’incrocio tra il Cassaro e la via Roma, per essere spinto verso un’altra suggestiva sosta, quella sotto la Passeggiata delle Cattive. Si tratta della splendida terrazza ottocentesca situata tra la Piazza Kalsa e la Porta Felice (dove la linea retta del Cassaro si interrompe dinanzi al mare), il cui nome, derivante dal latino “captivae” ovvero “prigioniere”, veniva utilizzato per identificare le vedove (anche in siciliano, vedova si dice cattiva), considerate come prigioniere del dolore avuto dal lutto. Al Carro della ‘Santuzza’ occorrono le ultime centinaia di metri per completare il suo viaggio nella folla e giungere così fino al palchetto di marmo bianco.

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Voci di artisti recitanti al bordo del Carro

Palermo, Teatro Massimo
Palermo, Teatro Massimo

Saranno numerosi gli artisti che si avvicenderanno durante tutte le soste. Tra le voci recitanti a bordo del Carro, attese quelle dell’attrice Pamela Villoresi, attuale direttrice del Teatro Stabile Biondo di Palermo e il cantastorie Salvo Piparo. Ci saranno inoltre i cori e le orchestre giovanili del Teatro Massimo e la Marching Band del Brass Group, blasonata fondazione jazzistica palermitana e, tra molte altre partecipazioni, quelle dei professori e degli allievi del Conservatorio di Trapani e della palermitana Accademia di belle Arti.

Ma a sfilare in prima fila per l’intero percorso, saranno soprattutto medici, infermieri, forze dell’ordine, protezione civile e la Croce Rossa: gli eroi di questa pandemia che ancora non mola la presa, ai quali il Festino tributa un segno di riconoscenza. “C’è tanto da lavorare sul fronte delle diseguaglianze e la cultura è l’unico vero progetto salvifico per le future generazioni”, ha detto il sindaco Lagalla durante la presentazione del programma del Festino a palazzo arcivescovile.

Il Festino di Santa Rosalia evento corale

Roberto Lagalla neosindaco di Palermo
Roberto Lagalla neosindaco di Palermo durante la presentazione alla stampa

Un Festino all’insegna di un entusiasmo ritrovato. “sarà una manifestazione corale tra i cui grandi protagonisti, oltre alle centinaia di migliaia di persone che ci aspettiamo, c’è la stessa città con le sue architetture e i suoi spazi: dai suoi antichi palazzi alle sue piazze: anche queste voci vive di un unico canto contro la peste di cui non solo la popolazione di Palermo avverte un vitale bisogno”, dichiara Maurizio Carta, urbanista e coordinatore del comitato artistico istituzionale. Già a partire dall’edizione di quest’anno ci sarà una novità: a pronunciare la triplice invocazione ‘viva Palermo e Santa Rosalia’, non sarà soltanto il sindaco di Palermo ma anche altri due soggetti rappresentativi della vita della città: “questi saranno diversi in ciascuna delle future edizioni”, specifica Roberto Lagalla.

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Un festino necessariamente low cost, almeno nella comparazione con i budget delle passate edizioni. Stando alle indicazioni del Comune, la spesa complessiva prevista per allestirlo e farlo svolgere orbiterebbe tra i 200mila e i 250 mila euro. Alla presentazione dell’edizione 398, l’appello dell’arcivescovo Corrado Lorefice ha infine sintetizzato il senso della manifestazione: “dopo quasi 3 anni di impatti psicologici, relazionali, economici e sociali, causati dal coronavirus, questo Festino non può e non dev’essere una ragione di evasione, ma un canto di speranza e di rinascita rispetto sia a quanto ha rappresentato l’attuale pandemia sia agli ancora tanti problemi di Palermo: città amata da tutti, eccetto da chi vuole tenerla in schiavitù”.

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