Venerdì 22 Novembre 2024 - Anno XXII

Il mondo celebra Pablo Picasso a 50 anni dalla morte

Pablo Picasso a 50 anni dalla morte

Per il 50° anniversario della morte del maestro spagnolo il mondo lo ricorda con una serie di iniziative. In particolare Francia, Spagna e Italia dedicano mostre che ripercorrono la sua vita e il lascito dell’eredità culturale a benefico della collettività.

Picasso, statua di Gabriel Sterk ©ville de Mougins
Statua di Gabriel Sterk a Pablo Picasso (©ville de Mougins)

Oggi, 8 aprile 2023, ricorre Il cinquantesimo anniversario della morte di Pablo Picasso, maestro e padre eterno del cubismo. Nato a Malaga, in Spagna, il 25 ottobre del 1881 e morto l’8 aprile 1973 a Mougins, in Francia, all’età di 91 anni. Per ricordarlo sono previste oltre quaranta mostre in tutto il mondo. Principalmente in Spagna, Paese natale, e Francia, Paese della vita, da Parigi, alla Costa Azzurra: Mougins, Vallauris, Antibes, dove aveva scelto di vivere dal dopoguerra.

celebrazioni in Francia e Spagna
Museo Picasso a Malaga
Museo Picasso a Malaga

In Francia sono previste 12 mostre a Parigi e nel resto del Paese, in diversi musei. Tra questi il Museo di Belle Arti di Lione, la Collezione Lambert ad Avignone, il Museo Goya a Castres, in Occitania, il Museo della Ceramica di Vallauris, in Costa Azzurra. A Parigi in programma una grande mostra al Musée national Picasso, Célébration Picasso, la collection prend des couleurs! sotto la direzione artistica di Paul Smith, dal 7 marzo al 27 agosto.

La Spagna promuove al Museo Picasso di Malaga le mostre: “Picasso: corpo e materia” dal 8 maggio al 10 settembre 2023 e “L’eco di Picassodal 2 ottobre al 23 marzo 2024. Al Museo Casa Natale di Picasso “Le età di Pablodal 21 giugno al 1° ottobre 2023.

In Italia a Napoli: “Picasso e l’antico” al MANN
Museo Archeologico di Napoli Picasso e l'antico
Picasso e l’antico, mostra al Museo Archeologico di Napoli

Il Museo Archeologico Nazionale di Napoli ricorda il maestro dell’arte moderna con la mostra “Picasso e l’antico” dal 5 aprile al 27 agosto 2023. “Siamo di fronte al più raffinato dialogo mai composto fra i disegni e le opere del Maestro e le statue e gli affreschi delle collezioni Farnese e pompeiane. Così si è espresso il direttore del MANN Paolo Giulierini. L’esposizione curata da Clemente Marconi si divide in due parti: la prima relativa ai soggiorni a Napoli di Picasso, la seconda relativa al confronto tra le opere del museo e i lavori di Pablo Picasso.
In mostra l’eccezionale prestito del British Museum di Londra di 37 delle 100 tavole che compongono la Suite Vollard. Queste incisioni, realizzate tra il 1930 e il 1937, si configurano come un fulcro interpretativo nell’opera dell’artista. A queste si aggiungono i prestiti del Museo Picasso di Parigi e di Gagosian New York per un insieme di 43 opere messe a confronto principalmente con le sculture Farnese e i dipinti da Pompei, entrambi chiavi di lettura del percorso artistico picassiano.

LEGGI ANCHE  Lapponia, terra delle cinque stagioni
A Milano “Picasso. Un tableau me vient de loin”
Pablo Picasso, Saltimbanque et jeune fille, 1905
Pablo Picasso, “Saltimbanque et jeune fille”, 1905. Acquerello e carboncino su carta

Dal 14 aprile al 27 maggio a Milano la mostra “Un tableau me vient de loin” presso Building Terzo Piano. Il titolo “Un quadro mi viene da lontano” è ripreso da una dichiarazione di Picasso a Christian Zervos pubblicata nel 1935 su “Cahiers d’Art”. L’esposizione mostra un diario di 15 opere grafiche che ripercorrono la creatività e la biografia del pittore di Malaga. “Je suis le cahier“: “Io sono i miei disegni”, scrive sul quaderno n. 40.

La mostra milanese è curata da Paolo Rusconi. Dal primo disegno del 1905, Saltimbanque et jeune fille del Periodo Rosa da cui nasce il dipinto Famille de saltimbanques (1905), al grande cartone che riproduce dei pescatori al lavoro (1957). Poi inciso con la tecnica del béton soufflé dallo scultore Carl Nesjar, collaboratore e amico al quale è dedicato il frontespizio Tete d’homme (1965). Fino a una testa di moschettiere del 1969 che si collega a un momento di ritorno ai grandi maestri della formazione giovanile: Rembrant, Goya, Velázquez, ritrovati e rivisitati negli ultimi anni di vita dell’artista. O ancora, al piccolo cartoncino disegnato a pennarello Nu couché au collier / Deux têtes (1970), dedicato al musicista Norman Granz, il quale gli dedica una delle sue etichette musicali “Pablo Records”.

L’eredità di Pablo Picasso
Padre del cubismo
Pablo Picasso (@Getty Images)

Pablo Picasso lasciò un’eredità di oltre 40 mila opere d’arte invendute. Per mostrarle tutte insieme ci sarebbe voluto “l’intero Empire State Building”, commentò il fratello Claude al termine dell’inventario. Un celebra aforisma attribuito a Picasso recita: “Perché in casa mia non ci sono appesi miei dipinti? È perché non posso permettermeli.” Frase che potrebbe apparire contraddittoria se si pensa che nel 1976 l’intero patrimonio del pittore venne stimato in circa 3,75 miliardi di franchi francesi.

LEGGI ANCHE  L’Acquario di Genova apre la nuova sezione sui coralli
Lasciti a beneficio della collettività e dell’umanità
Maya au costume de marin
Pablo Picasso, “Maya au costume de marin” dedicato alla filgia

La morte di Picasso diede vita a lunghe pratiche per la suddivisione del patrimonio. Negli anni fu oggetto di importanti donazioni. In particolare, spiccano i lasciti allo Stato francese promossi dalla figlia Maya Ruiz-Picasso, protagonista di diverse opere del padre. Tra queste, realizzate nel 1938: «Maya à la poupée», «Maya à la poupée et au cheval», «Maya au costume de marin», «Maya au bateau», 1938, «Maya au tablier». L’ultimo lascito promosso dalla figlia del pittore, morta all’età di 87 anni lo scorso dicembre, fu la donazione al museo Picasso di Parigi di sei dipinti, un album di schizzi, una statua e un’opera etnografica. Per Maya Picasso, la promozione dell’arte del padre era una missione, per far sì che le opere del grande artista fossero un lascito a beneficio di tutta la collettività.

Il “Caso Maya” non è un episodio di generosità isolato. Sono decine gli artisti e le personalità note che, negli anni, hanno deciso di donare i loro beni per cause sociali, culturali o umanitarie. Una pratica sempre più diffusa anche tra i cittadini. “L’anniversario della morte di Picasso ci ricorda quanto sia importante lasciare a chi resta una traccia dei propri valori, quando non ci saremo più” spiega Rossano Bartoli, Portavoce del Comitato Testamento Solidale e Presidente della Lega del Filo d’Oro.

Leggi anche: 

AQUILONI: OPERE D’ARTE IN VOLO A ARTEVENTO CERVIA

BERGAMO E BRESCIA “CITTÀ ILLUMINATE”

MERENDA TRA GLI ULIVI E TREKKING SULLE ORME DEL PERUGINO

Condividi sui social: