La Estorik Collection è il più importante museo fuori dall’Italia dedicato all’arte del Novecento del nostro Paese. Si tratta di una collezione privata di circa 120 opere, fra cui spiccano alcuni capolavori del primo periodo del Futurismo, firmate da maestri come Umberto Boccioni, Giacomo Balla e Carlo Carrà. Da quando è stata aperta nel 1998, la Estorick Collection è sempre stata molto attiva nell’organizzare mostre di artisti italiani o stranieri, ma influenzati dai movimenti rappresentati nella collezione permanente (come l’ucraino Archipenko). In questo modo è diventata un’istituzione nella promozione della cultura italiana a Londra.
L’ultimo evento del venticinquesimo anno di attività della Estorick Collection è veramente speciale: si tratta della mostra Identities, dedicata all’opera della fotografa Lisetta Carmi.
Il mondo del lavoro
L’esposizione alla Estorick Collection si sviluppa su due sale, ciascuna delle quali è dedicata a uno dei temi principali dell’opera di Lisetta Carmi. Uno di questi è il mondo del lavoro. Genova è uno dei cuori pulsanti dell’Italia produttiva, non solo per la presenza di industrie come l’Italsider e Finmeccanica, ma soprattutto per il porto, uno dei più importanti in Europa. Chi letteralmente muoveva le attività del porto di Genova erano i camalli, gli addetti al carico e scarico delle merci. Eppure il loro mondo era segreto e invisibile e, in aggiunta, completamente precluso alle donne. Per questo la Carmi si finse cugina di un camallo per poter accedere ai loro spazi e documentare le loro condizioni di vita durissime.
L’immagine che la fotografa ci dà del porto e degli ambienti industriali è ben lontana da quella rappresentata nella propaganda dell’epoca fascista, dove la produttività era vestita di eroismo. Qui l’attenzione è sul pericolo degli ambienti di lavoro e sulle persone che rischiano la vita per il profitto di altri. Ad esempio, nel porto i camalli sono ritratti mentre maneggiano sostanze chimiche tossiche senza alcun dispositivo di protezione. Oppure ci sono le scintille dei metalli fusi nelle fabbriche, visivamente spettacolari, ma anche estremamente pericolose per chi ci lavora a stretto contatto. Dopo queste esperienze genovesi, Lisetta Carmi diede voce anche ad altri lavoratori invisibili, a partire da quelli impiegati nella lavorazione del sughero a Calangianus in Sardegna.
I travestiti
Il Capodanno del 1965 fu una data particolare per Lisetta Carmi: ella infatti lo trascorse assieme alla comunità dei trans, i travestiti, che vivevano nel ghetto ebreo della sua città, nelle strade, come Via del Campo, che poi saranno immortalate nelle canzoni di Fabrizio De André. La Carmi chiese il permesso di fotografare i partecipanti alla festa e il giorno dopo regalò a ciascuno di loro le stampe di alcune immagini.
Iniziò così l’amicizia, durata circa cinque anni, fra l’artista e questa comunità, ghettizzata dal resto della popolazione sulla base di ovvi pregiudizi, ma anche della legge, che depenalizzerà il travestitismo solo nel 1981. La lezione che ci dà la fotografa è che, al di là dell’identità sessuale, tutti quanti sono individui, con le proprie esperienze e personalità, e tutti quanti hanno pari diritto alla dignità. Fotografare queste persone significa dare loro un corpo, un volto e un nome.
Foto mai vendute
Lisetta Carmi di proposito non vendette mai le foto dei travestiti: pur sapendo che avrebbe potuto trarre facile profitto da soggetti ritenuti pruriginosi, preferì mantenere la fiducia dei suoi amici per poter indagare meglio la loro condizione.
Nel 1972 pubblicò un’ampia selezione di foto in un volume, I Travestiti. Per il suo peculiare lavoro di ricerca, questo è uno dei pochissimi libri italiani di fotografia citati nell’opera The Photobook: A History, di Martin Parr e Gerry Badger. Per I Travestiti, Lisetta Carmi faticò a trovare un editore e faticò persino ad avere il permesso di tutte le persone ritratte, dal momento che i familiari di alcuni di loro ignoravano la situazione. Il libro fu stampato in sole 3.000 copie e fu un flop commerciale. Di fronte alla minaccia di mandare al macero le numerose copie in giacenza, la fotografa e i curatori acquistarono ciascuno cento copie.
Le restanti vennero rilevate dalla scrittrice Barbara Alberti, che le regalò negli anni successivi ai suoi amici intellettuali sparsi per il mondo. Oggi I Travestiti è una rarità di culto per collezionisti. Una copia è esposta alla mostra assieme, naturalmente, a un’ampia selezione delle bellissime foto tratte dal volume.
Chi è Lisetta Carmi
Lisetta Carmi (1924-2022) faceva parte della borghesia ebraica di Genova. Fu costretta a lasciare la sua città nel 1938 a causa delle leggi razziali e a trasferirsi in Svizzera con la sua famiglia. Studiò pianoforte e intraprese la carriera concertistica che però abbandonò repentinamente negli anni Sessanta per dedicarsi alla fotografia.
Questa scelta nacque dalla necessità di capire e raccontare un mondo agli antipodi di quello benestante e privilegiato in cui l’artista aveva vissuto fino a quel momento: quello della società marginalizzata. Fu cruciale in questa scelta il suo coinvolgimento nelle manifestazioni dei gruppi antifascisti cittadini.
Lisetta Carmi passò così dall’isolamento della sua vita da concertista al contatto continuo con il mondo esterno, sempre con la macchina fotografica appesa al collo. Si trovò così a esplorare i luoghi produttivi della sua città, come il porto e l’Italsider, e i carrugi del centro storico, dove viveva la comunità dei travestiti.
Alla fine degli anni Settanta l’artista si ritirò a vita privata in Puglia e non riprese più in mano la macchina fotografica. Per via della sua relativamente breve carriera, la sua opera non è particolarmente conosciuta. Solo di recente, dopo la sua morte, si è iniziato ad apprezzarne il valore, soprattutto per il suo essere stata una pioniera nel raccontare delle storie che diversamente, nell’Italia di quegli anni, sarebbero rimaste nella sfera dell’invisibilità.
Info utili
Estorick Collection 39a Canonbury Square, Londra (metropolitana: Highbury & Islington). Aperto dal mercoledì al sabato 11-18 (il giovedì fino alle 20) e la domenica 12-17. Ingresso £7,50, comprensivo delle esibizioni temporanee. La mostra Lisetta Carmi – Identities è aperta fino al 17 dicembre.
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