Il turismo nella regione Basilicata è esploso quando il suo capoluogo, Matera, è stata nominata Capitale europea della cultura nel 2019. Da allora l’intera regione ha subito i riflessi di tale notorietà che non ha toccato, però, tutte le città e i borghi del territorio. Le realtà comunali rimaste al di fuori dei grandi flussi turistici conservano comunque caratteristiche di genuinità, altrove scomparse, oltre a possedere un patrimonio architettonico di tutto rispetto.
In provincia di Potenza, un tour tra alcuni di questi paesi ci porta quindi alla scoperta di realtà degne di nota, ovvero luoghi ricchi di storia dove non manca la genialità della gente lucana.
Personaggi illustri e briganti di Avigliano
Il comune di Avigliano conta poco più di 10700 abitanti. Il Comune ha diritto di fregiarsi dello stemma e del gonfalone e del titolo di città, attribuiti con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, del 27 dicembre nel 1991, a firma del presidente della Repubblica Francesco Cossiga. L’abitato di Avigliano, come altre realtà della provincia, è posto in alta collina e fornisce una testimonianza del genius loci. Anche questo piccolo centro e costellato da diverse chiese e monasteri.
Il restringimento terminale della piazza centrale adornata dal monumento bronzeo dedicato al concittadino giurista Emanuele Gianturco, è delimitato da un arco in pietra. È la Porta Urbana, conosciuta anche come Arco della Piazza, passata alla storia perché qui, nel 1864, venne esposto il corpo senza vita del brigante Ninco Nanco, compagno del più famoso Carmine Crocco. Superato questo varco entriamo in pieno centro storico.
La storia di Avigliano attraverso i mestieri
Nel centro cittadino aleggia ancora la moda di un tempo. È il Museo del Costume Tipico di Annangela Lavallo, una attiva aviglianese che da anni coltiva una passione trasmessale dalla madre che, pur centenaria, le dà ancora utili consigli. Con l’iniziale recupero sartoriale di abiti tradizionali delle donne della propria famiglia, la signora Lavallo si rese conto che tale attività avrebbe rappresentato una importante testimonianza della storia locale. Si prodigò pertanto ad arricchire questo suo patrimonio, non solo con donazioni, ma anche con abiti da lei creati ex novo riproducendoli da foto d’epoca.
Questi lavori, ingentiliti da gioielli autentici come collane, spille e cammei, affollano le piccole sale museali mentre nella vicina bottega Il Filo di Arianna, vi è l’esposizione di quanto questa poliedrica signora riesca a realizzare con le sue mani: microscopici e coloratissimi ricami.
La Balestra aviglianese
Molto conosciuto in citta, è uno strumento di difesa-offesa il cui nome porta sicuramente fuoristrada. Contrariamente a quanto si possa pensare esso è un lungo pugnale, con manico in corno di bufalo, la cui lama affilatissima di acciaio è impreziosita da incisioni. L’apertura manuale con tre scatti (un rumore meccanico che sembrava avesse un significato ben preciso per i contendenti) e il meccanismo utile ad evitare la chiusura accidentale della lama, distinguevano questo stiletto da altre armi similari.
La nascita leggendaria di questo lungo coltello si deve ad un fabbro al quale poco prima di sposarsi gli fu chiesto di sottomettersi allo ius primae noctis, il diritto riconosciuto ai feudatari dell’epoca di sostituirsi al marito nella prima notte di nozze.
Per evitare questo spiacevole sopruso, il fabbro costruì un coltello che fece nascondere tra le ampie vesti della futura sposa la quale, al cospetto col signorotto, non perse tempo nel trafiggerlo con un improvviso colpo di balestra. Mortalmente ferito, la vittima si trascinò, in cerca di aiuto, fino al Cavalcavia del Riscatto, un vicolo al di là dell’Arco della Piazza, dove spirò. Da allora la balestra è conosciuta anche come coltello dell’amore, un ricercato dono di nozze ma anche oggetto da collezione. Alcuni esemplari, realizzati dall’artigiano Nicola Maria Summa, si possono ammirare nelle vetrine del negozio di fotografia Il Diaframma, in corso Gianturco 9.
Il Tarallo di Avigliano
Inoltrandoci in via Roma nel borgo antico di Avigliano, la nostra attenzione viene attirata da un’insegna: L’Angolo di Rossella. All’interno del piccolo locale incontriamo la titolare, Rossella appunto, che ci illustra la sua idea su cosa proporre ai propri clienti. Forte dei suoi studi in tecnologie alimentari ha deciso di trattare quasi esclusivamente beni tipici del territorio. In particolare predilige le produzioni lucane a chilometro zero come olio, pasta, marmellate e miele, che reperisce nei paesi vicini da produttori qualificati.
Poiché è anche abile cuoca, non ci permette di andar via se prima non assaggiamo il tradizionale tarallo del luogo, finemente ricoperto da un dolcissimo e bianco strato di glassa: un dolce conosciuto come il tarallo della sposa poiché sostituiva l’attuale bomboniera. Ormai, è nostra piena convinzione che nei prossimi paesi che visiteremo sarà sempre la presenza delle attive donne lucane ad avere un posto importante nell’economia locale.
Info: www.basilicataturistica.it/
PHOTO GALLERY AVIGLIANO
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