Lunedì 29 Aprile 2024 - Anno XXII

Bruciare libri. La cultura sotto attacco

Bruciare libri La libreria Shakespeare & Co di Parigi

Il saggio “Bruciare libri” di Richard Ovenden, esplicativo nel sottotitolo ‘La cultura sotto attacco, una storia millenaria’ guarda al grande patrimonio universale con ammirazione e preoccupazione.

Bruciare libri La cultura sotto attacco, una storia millenariaTrascrivere e conservare, lasciare un segno di immortalità. «Che cosa lasciamo dopo di noi? – si chiede il giornalista e scrittore Tiziano Terzani in “La fine è il mio inizio” – Sicuramente i figli e i nipoti, ma anche un libro da sfogliare in cui racchiudere i sentimenti, gli stati d’animo, i pianti di compartecipazione, le risate liberatorie.»

C’è tutto questo nella storia degli uomini e delle donne sulla terra, ma anche altro: questioni di potere e di controllo delle proprietà per imporre le tassazioni, conservare le leggi, fissare formule propiziatorie, i riti, le preghiere, le pratiche divinatorie.

La memoria nasce con la civiltà, e così la sua conservazione. Non a caso la storia narrata in Bruciare libri parte da Assurbanipal e arriva fino a oggi. 

Richard Ovenden, bibliotecario alla Bodleian Library dell’Università di Oxford dal 2014, guarda dall’interno a questo patrimonio universale con la dovuta ammirazione e preoccupazione. Riconosce l’immensità del lascito culturale delle generazioni che ci hanno preceduto, mai salvo per sempre come dimostrano le numerose ed esecrabili distruzioni operate dai nemici, volta per volta. Ma anche la pericolosità delle immense informazioni che gestiscono poche aziende al mondo.

Bruciare libri è un ispirato manifesto in difesa dei luoghi che conservano la cultura, un omaggio agli uomini che hanno creduto, spesso a caro prezzo, nella loro funzione essenziale per la società tutta.

Grandi scoperte archeologiche

Bruciare libri ricostruisce la storia delle grandi scoperte archeologiche che ci hanno restituito tesori culturali a cominciare dalla biblioteca di Assurbanipal, famoso e terribile re assiro. Tesori tratte dalle rovine di Nimrud e Ninive, scavate da Henry Layard a metà dell’800, 28 mila tavoletta su cui c’è inciso di tutto, testi letterari che vanno dalla religione all’astrologia. Uno sguardo sul passato, uno squarcio nel buio del tempo. Man mano che la civiltà si è affermata si sono evolute le forme di scrittura e di arte, frutto della elaborazione del pensiero. 

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Le grandi biblioteche a cominciare da quella di Alessandria in Egitto, realizzata nel III e II secolo a.C., dai Tolomei, una biblioteca vivente diretta da scienziati e letterati come Euclide, Eratostene, Archimede, Apollonio Rodio, conoscono la distruzione attraverso i falò. Tutto brucia e si disperde in cenere.

Fu Cesare ad appiccare il fuoco nel 48-47 a.C. o il Califfo Omar nel 642? Poco importa. Accade che le biblioteche segno del grado di civiltà di una cultura siano prese come obiettivo di distruzione dai nemici come si volessero annientare le radici culturali del nemico.

Bruciare libri: distruggere le radici culturali del nemico

Nel suo saggio Bruciare libri Richard Ovenden richiama alla memoria molti esempi negativi. Come le numerose biblioteche conservate nei monasteri in Gran Bretagna dopo la Riforma religiosa, arse dal fuoco o distrutte, oppure nel migliore dei casi trafugate. 

Sarajevo in Bosnia la sera del 25 agosto 1992 subisce l’attacco dei serbi che lanciano bombe incendiarie sulla biblioteca e sottopongono al tiro dei cecchini, appostati sui rilievi che circondano la città, i vigili del fuoco che intervengono e sulla bibliotecaria Aida Breturovič, ferita a morte.

Bruciare libri: Berlino 1933
bruciare libri Berlino 10 maggio 1933
Opernplatz di Berlino 10 maggio 1933, un ufficiale getta su un falò libri considerati “anti-tedeschi”.

Insieme ai libri hanno sofferto gli archivi, depredati dalle potenze coloniali o di recente dalle alleanze sancite dall’Onu contro l’Iraq di Saddam Hussein. “È giusto – si chiede l’autore – che un paese venga privato dei documenti del suo passato? Questo non inficerà la costruzione del futuro?”

Siamo in un’epoca di ipertrofia da informazioni gestite dai social, che mettono in difficoltà le biblioteche e gli archivi pubblici a catalogarle. “Al momento bibliotecari e archivisti, custodi del passato, sono le avanguardie del futuro.” Ne devono essere consapevoli i cittadini e soprattutto i politici che devono investire per garantire la sopravvivenza culturale della nostra specie.

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Dal mitico incendio della biblioteca di Alessandria allo scandalo Windrush: ognuno degli episodi narrati in Bruciare libri dimostra che per accertare la verità bisogna conservarla e per far crescere il sapere bisogna diffonderlo, e che senza biblioteche e archivi in buona salute nessuna delle due cose è possibile.

Bruciare libri di Richard Ovenden, Edizione Solferino libri, Milano 2021, pagine 366, € 20,00.

Autore

Richard Ovenden ha studiato all’University of Durham e all’University College London, e detiene una Professorial Fellowship al Balliol College. Dal 2014 è Bibliotecario alla Bodleian Library dell’Università di Oxford, una delle più importanti collezioni al mondo, attiva dagli inizi del XVII secolo: è il venticinquesimo a ricoprire la massima carica in questa istituzione.
Ha lavorato in innumerevoli biblioteche e archivi, fra cui la House of Lords Library, la National Library of Scotland (come curatore della sezione Libri Rari) e presso l’Università di Edimburgo. Nel 2019 è stato insignito dell’onorificenza di ufficiale dell’Ordine dell’Impero Britannico.

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