Non vi saranno piazze affollate a commemorare in ogni parte d’Italia, con canti e bandiere, il 75° anniversario della Festa della Liberazione. Gli italiani si potranno collegare via web per partecipare virtualmente al ricordo dell’Italia liberata dall’oppressione nazi-fascista. Molte le celebrazioni indette dai comuni d’Italia. È anche possibile collegarsi in diretta sulla pagina di 25Aprile2020.it al seguente link: www.facebook.com/25aprileiorestolibero a partire dalle ore 14,30.
In diretta streaming si aprirà con l’Inno di Mameli cantato da Tosca. Seguiranno gli interventi di Carla Federica Nespolo, presidente nazionale dell’Anpi, Maria Lisa Cinciari Rodano, staffetta partigiana; Sara Diena, giovane attivista per il clima e la giustizia sociale. Alle 15, insieme seppur distanti, si chiuderà con Bella Ciao. L’Anpi, l’Associazione partigiani invita gli italiani a uscire sui balconi e intonare il canto simbolo della lotta partigiana.
Memoria della Festa della Liberazione
La Festa delle Liberazione è una festa nazionale dichiarata tale il 22 aprile 1946. Il Decreto fu proposto dell’allora Presidente del Consiglio dei Ministri Alcide De’ Gasperi e firmata dal re Umberto II. Dopo il referendum che portò il Paese dalla monarchia alla forma repubblicana, una legge del maggio 1949, sanci la data del 25 aprile come definitiva.
Sandro Pertini, membro del CLN e futuro Presidente della Repubblica Italiana, da radio “Milano Libera”, il 24 aprile annunciava queste parole: “Cittadini, lavoratori! Sciopero generale contro l’occupazione tedesca, contro la guerra fascista, per la salvezza delle nostre terre, delle nostre case, delle nostre officine. Come a Genova e Torino, ponete i tedeschi di fronte al dilemma: arrendersi o perire”.
Le parole pronunciate da Sandro Pertini sono la testimonianza di un’Italia ferita nell’onore, nell’orgoglio, negli affetti, nella fatica del lavoro e dello studio. È l’esortazione a ritrovare la libertà perduta in vent’anni di dittatura che non ha lasciato spazio alla democrazia, al pensiero critico, alla libera circolazione di idee. Al contrario ha visto nascere una guerra civile che ha mietuto vittime da ambo le parti.
Vale la pena ricordare che l’8 settembre 1943, data del proclama dell’Armistizio di Cassibile (Sicilia) firmato dal Generale Badoglio in segreto il 3 settembre, l’Italia si trovò divisa in due . Al Sud le forze alleate avevano liberato parte delle città, mentre tutto il Nord Italia e buona parte del Centro, era ancora dominato dalle forze nazi-fasciste che iniziarono azioni di rappresaglia contro i soldati italiani e i civili.
Festa delle Liberazione: Il rientro dei deportati
I primi furono deportati nei campi di lavoro o lager sparsi in Germania e non fecero ritorno se non verso la fine del 1945 e molti civili subirono condanne a morte. Si ricordano i massacri delle Fosse Ardeatine, i martiri di Marzabotto, di Sant’Anna di Stazzema, di Cefalonia, dei partigiani, dei militari caduti ed anche dei soldati alleati che hanno dato la vita per liberarci dal dominio dittatoriale.
La Festa della liberazione, quindi, ci insegna come un popolo determinato a riconquistare i propri valori sia in grado di risorgere dai disastri prodotti dal secondo conflitto mondiale. Probabilmente la nostra forza d’animo, il nostro coraggio nell’affrontare situazioni problematiche e critiche quali quelle del Corona virus, la nostra proverbiale solidarietà, la nostra tenacia e il nostro senso del dovere, ci sosterranno anche nei prossimi mesi a venire per liberarci dal nemico invisibile.