La Sardegna è la terra che ha dato i natali a personaggi illustri. L’isola è la terra dei nuraghi, delle tradizioni culinarie, della spensierata vita godereccia della Costa Smeralda e anche della famigerata Barbagia dai tristi ricordi. In tempi di recupero storico di luoghi altrimenti abbandonati c’è chi si dà da fare. È il caso dell’Associazione Onlus Pozzo Sella per il Parco Geominerario fondata il 5 Novembre 2001.
L’associazione ha dato vita ad un percorso che si snoda lungo le aree minerarie della Sardegna. L’obiettivo è di recuperare gli antichi camminamenti cercando di valorizzarne l’importanza storico-sociale. È stato un lavoro lungo e arduo – hanno dichiarato i responsabili. Gli itinerari e le tappe li hanno realizzati principalmente gli ex minatori. Si è cercato di coniugare il vissuto storico con la bellezza del paesaggio che fa da cornice naturale in chi si avventura lungo gli itinerari.
Trekking esplorativo sul Cammino di Santa Barbara
Non si tratta di una semplice passeggiata, ma di una sorta di trekking esplorativo. Il Cammino minerario di Santa Barbara porta alla scoperta di luoghi incantevoli, incontaminati dal turismo di massa. Il Cammino è la dimostrazione tangibile della volontà di alcuni volontari. Persone dotate di buone idee, di abnegazione, di impegno e tenacia nel coordinare non solo gli interventi di recupero e di ricerca, ma soprattutto nel rendere attuativo un Protocollo d’Intesa fra tutti i Comuni interessati lungo la costa ovest dell’isola.
Il Cammino è dedicato a Santa Barbara patrona dei minatori. Uomini che hanno scavato per secoli nella nuda roccia per estrarre minerali utilizzati in varie produzioni. Si sapeva quando entrare in quelle oscure gallerie, ma non si sapeva se l’uscita fosse sempre assicurata.
Minerali e metalli estratti sin dall’epoca nuragica
Lo sfruttamento delle miniere di questa vasta zona della Sardegna risale alla notte dei tempi. Documenti attestano l’estrazione di minerali e di metalli fin dall’epoca nuragica. Si scavava lungo i filoni superficiali dell’Iglesiente, del Sarrabus e della Nurra. Gli scavi sono continuati, con alterne vicende, fino agli anni novanta del secolo scorso.
I minerali più estratti sono stati, in ordine cronologico: l’ossidiana di origine vulcanica, minerali di ferro, rame, piombo, galena argentifera, carbone, minerale che ha contribuito negli anni ‘30, alla fondazione della città di Carbonia.
Il declino dell’attività estrattiva è coinciso con la perdita di competitività nei confronti dei mercati europei e alla progressiva flessione della domanda sia del carbone che degli altri metalli. Nel corso dei secoli, l’estrazione dei minerali ha comportato la creazione di una rete viaria necessaria allo spostamento delle persone e al trasporto dei prodotti estrattivi dalla miniera al luogo di lavorazione.
Alla scoperta dei siti minerari tra carrarecce e le mulattiere
Tra le antiche vie tracciate lungo un territorio impervio troviamo le carrarecce e le mulattiere, risalenti al periodo fenicio-punico, romano. Strade lastricate e ponti, sentieri utilizzati dai minatori nel loro percorso casa-miniera. Ed ancora piste armate con binari adibite al trasporto dei minerali attraverso vagoni trainati da uomini ed animali. In epoca più recente i tracciati delle dismesse ferrovie in grado di collegare il sito estrattivo agli impianti metallurgici e al porto d’imbarco.
Considerando la vastità del territorio dove sono situati i siti minerari, il Cammino di Santa Barbara è costituito da diversi itinerari, ognuno dei quali ha un vissuto narrativo frutto della ricerca storica, fatta di testimonianze dirette, recupero della vecchia cartografia.
Mappa del Percorso tra mare e monti
La mappatura dell’intero percorso ha richiesto un notevole dispendio di energie e risorse. Il Cammino si snoda lungo un anello di circa 500 km nella regione del Sulcis-Iglesiente-Guspinese. Il 75% del percorso si percorre a piedi lungo sentieri, mulattiere, carrarecce, strade carrabili sterrate, mentre il restante 25% è costituito da strade lastricate dei centri urbani ed extraurbani con fondo in asfalto. È necessario tener conto dei dislivelli che s’incontrano lungo il cammino. Si va dal livello del mare fino all’altezza di 900 metri nel sistema montuoso del Marganai. In funzione di questi diversificati dislivelli, l’itinerario consta di 30 tappe, ciascuna con una lunghezza media di 16 chilometri.
Gli organizzatori hanno calcolato che il tempo medio di percorrenza di ogni tappa è di 3 chilometri all’ora tenendo conto che il pellegrino-escursionista si soffermerà ad osservare il paesaggio circostante, le chiese, i santuari, i resti archeologici, geologici e le strutture minerarie.
Accoglienza e tempi con #rESTATEincammino
I vari percorsi sono stati suddivisi anche in base ai pernottamenti attraverso l’hashtag #rESTATEincammino valida da giugno a settembre 2020. Cliccando sulle immagini delle offerte proposte, si possono conoscere il percorso, la distanza in Km e tempo impiegato, la descrizione sintetica delle difficoltà e la struttura ricettiva più consona. Il turista può decidere di intraprendere il percorso seguendo i propri interessi e la propria andatura di marcia senza trascurare la disponibilità delle strutture di accoglienza.
Nel 2016 i vari Comuni partner del progetto in collaborazione con l’Associazione Onlus Pozzo Sella per il Parco Geominerario, hanno costituito la Fondazione Cammino Minerario di Santa Barbara i cui obiettivi riguardano la salvaguardia di questo prezioso patrimonio storico-paesaggistico e la divulgazione di un itinerario sospeso tra cielo/mare e le costruzioni volute dall’uomo per la propria sussistenza e credo religioso.
Info: www.camminominerariodisantabarbara.org