La stanza di Anne Frank è il cuore della memoria. Come sarebbe stata la vita di Anne Frank se avesse potuto vivere dopo Bergen-Belsen? Il docu-film di Sabina Fedeli e Anna Migotto è presentato da Rai Documentari in una prima visione assoluta di Rai Uno, sabato 23 gennaio in seconda serata.
La pellicola accompagna gli spettatori nella storia di Anne che si intreccia con le vite di cinque sopravvissute all’Olocausto. Sono bambine e adolescenti come lei ora diventate madri e nonne. Il film indirizza ai più giovani e non solo a loro un messaggio di resistenza e fiducia nell’uomo.
“#AnneFrank. Vite parallele” con Helen Mirren
A guidarci da una parte il premio Oscar Helen Mirren che abita la stanza di Anne Frank e legge per noi il suo diario; dall’altra Katerine, una ragazza e il suo cellulare, che percorre a ritroso le tappe di quella storia tremenda di morte, tappe europee della memoria. Katerine incontra le testimoni della Shoa e scrive anche lei un diario fatto di hashtag ed sms. Diario di un viaggio che la porterà di luogo in luogo fino alla stanza di Anne.
I diari si intrecciano. Alle emozioni di Katerine nel suo viaggio rispondono le riflessioni forti e inaspettate di Anne che vive quel mondo dal chiuso della sua stanza. Così la Storia arriva potente e attuale ai ragazzi di oggi, isolati nel lockdown. L’importanza della memoria e del giudizio insieme all’importanza di non perdere la speranza nel futuro. È quella stanza il cuore della memoria.
Importanza della memoria “#AnneFrank. Vite parallele”
In occasione della Giornata della Memoria, al Piccolo Teatro di Milano la Rai, con Rai Documentari e 3D Produzioni, grazie alla collaborazione con la casa museo Anne Frank Huis di Amsterdam, ha ricostruito la stanza, usata come set per il documentario. Luogo di esperienza per la società civile, che, come Helen Mirren, può raccogliersi e percepire le paure, le speranze e la voglia di vita che lo hanno animato. Un atto di resistenza culturale ma anche un modo per accendere una luce durante periodi bui. E per richiamare l’attenzione sull’importanza del Teatro in Italia in questo momento di isolamento.
“Questo documentario ci ha dato l’opportunità di far rivivere l’esperienza e le emozioni che questa stanza porta con sé anche alla società civile italiana, che ha risposto a gran voce. Tanti talenti del mondo dello spettacolo, della cultura, del giornalismo, dell’associazionismo, hanno aderito al nostro invito” ha commentato Duilio Giammaria, direttore di Rai Documentari. Tra coloro che hanno aderito: Ferruccio De Bortoli, Maurizio Molinari, Beppe Sala, Emilio Isgrò, Massimo Recalcati, Linus, Gherardo Colombo, Don Gino Rigoldi, Antonio Albanese, Giuliano Pisapia, Gad Lerner, Monsignor Gianantonio Borgonovo, Claudio Longhi” commenta Duilio Giammaria, direttore di Rai Documentari.