Presso la Sala del Senato di Palazzo Madama, ubicato nella splendida cornice di Piazza Castello a Torino, è di scena la mostra dedicata ad un popolo dalle tradizioni ricche di secoli di storia.
L’esposizione, intitolata “Bizantini. Luoghi, simboli e comunità di un impero millenario” svela, non seguendo un ordine cronologico bensì concettuale, le caratteristiche peculiari di popoli che si sono stanziati lungo il leggendario Bosforo fondando una città altrettanto mitica per posizione geografica. Istanbul, il cui nome originario fu Bisanzio, infatti, è situata sia sul continente Europa che in Asia. A dividerla e/o ad unirla ci pensa il Mar di Marmora attraverso lo stretto del Bosforo.
Bizantini e a Palazzo Madama: 350 opere esposte
In mostra, dal 10 Maggio al 28 Agosto 2023, sono esposte circa 350 opere tra mosaici, sculture, affreschi, vasellame, sigilli, monete, ceramiche, smalti, raffinati oggetti d’argento, gioielli e pietre preziose. La singolare esposizione, proveniente dal MANN-Museo Archeologico Nazionale di Napoli, dopo una permanenza espositiva conclusasi il 10 Aprile 2023, sceglie Torino come seconda tappa. Il motivo è presto chiarito. Il numero degli oggetti si amplifica con un corpus speciale dedicato al rapporto esistente tra Bisanzio ed il Piemonte.
Palazzo Madama, chiamato anche Casaforte degli Acaia, patrimonio UNESCO, rappresenta il fil rouge tra Torino e il Principato di Acaia, un territorio quasi misconosciuto che merita una menzione. I legami commerciali, economici, politici, sono stati fatti, nostro malgrado, con le guerre ma anche con i matrimoni combinati. È quanto accaduto in Piemonte con l’unione, nel 1301, tra Filippo di Savoia e Isabelle de Villehardouin, principessa di Acaia, uno stato sorto dopo la quarta crociata situato nel centro della Grecia. Il Principato d’Acaia, con tale legame matrimoniale, segnò l’inizio del ramo occidentale tra la civiltà greco-bizantina e la corte sabauda.
Da Bisanzio a Costantinopoli
Tra alterne vicende belliche, crociate, successioni ereditarie dinastiche, l’influenza bizantina dominò la scena attraverso l’Impero Romano d’Oriente la cui capitale, Costantinopoli, cadde nel 1453 per mano degli Ottomani. Bisanzio vanta origini antichissime ed ha cambiato nome più volte. La sua fondazione risale al 667 a.C. ed il nome deriva da Bizante, un leader di coloni provenienti dalla Grecia. Successivamente la città si espanse ed entrò a far parte dell’Impero Romano d’Occidente, al punto che gli idiomi parlati erano sia il greco che il latino.
Nel 330 d.C. Costantino I nominò la città nuova capitale dell’Impero Romano e il nome Bisanzio, cambiò in Costantinopoli. Rimase capitale per un oltre mille anni diffondendo in Occidente quel prezioso patrimonio artistico che possiamo ammirare nei mosaici, nelle sculture, nei gioielli, nelle decorazioni architettoniche dei palazzi veneziani, nelle arti suntuarie, nelle miniature.
Il percorso espositivo in otto sezioni tematiche
Il percorso espositivo si avvale di otto sezioni tematiche che cercano di esplorare lo sviluppo culturale e territoriale dell’Impero Romano d’Oriente attraverso i secoli. L’allestimento, progettato dall’architetto Loredana Iacopino, si apre con la sezione Lo Scudo di Bisanzio. Qui viene narrata l’importanza dell’esercito, della burocrazia e della corte imperiale attraverso delle mappe storiche. Segue la sezione Il quotidiano con oggetti d’uso comune e straordinari gioielli impreziositi da pietre preziose. Si tratta di opere emerse da scavi archeologici provenienti dalla Grecia e da siti bizantini a Napoli, Ravenna e in Sardegna. Vi sono le stoviglie da mensa, in ceramica e in vetro, lucerne in bronzo, fibule, fibbie da cintura, amuleti. Ma anche anelli, bracciali, collane, fasce per il capo, orecchini.
Da Bisanzio a Costantinopoli testimonia i rapporti del commercio, la creazione di oggetti d’artigianato, le monete. Seguono L’esercito di Dio, Lo Spazio del Sacro con oggetti di arredo liturgico e iscrizioni funerarie, L’umanesimo di Bisanzio che illustra lo sviluppo di Costantinopoli fino alla sua conquista da parte di Maometto II e la definitiva caduta dell’Impero bizantino (1453).
Numismatica: monete bizantine in oro
Le sezioni Quei bizantini dei piemontesi e Da Palazzo Madama a Bisanzio sono dedicate ai rapporti tra le famiglie della feudalità italiana ovvero gli Aleramici e i Savoia.
Particolare riguardo merita la sezione della numismatica. Sono esposte numerose monete bizantine, in oro, argento e bronzo. Provengono tutte dalla ricca collezione donata nel 1933 da Pietro Antonio Gariazzo al Museo d’Arte Antica di Torino, con sede a Palazzo Madama. Le monete esposte abbracciano dieci secoli, dal V al XIV, con le effigi dei principali imperatori di Bisanzio, a volte anche di moglie e figli. Osservando le monete, si può notare l’evoluzione relativa al conio e alla cifra stilistica. Le più antiche ritraggono l’imperatore di profilo e secondo i canoni dell’arte greca.
Nel secolo VII l’imperatore non ha più l’effigie in chiave realistica, ma quasi astratta. Un ulteriore cambiamento si ha nei secoli XII-XIV dove il regnante di turno è ritratto a figura intera con gli elementi iconografici che lo caratterizzano, il labaro e il globo crucifero. Sul rovescio delle monete è raffigurato Cristo, la Vergine, o i Santi in sostituzione delle vittorie alate o delle figure femminili.
Inaugurazione col coro di canto Bizantino
La presentazione alla stampa della mostra “Bizantini. Luoghi, simboli e comunità di un impero millenario” è avvenuta il 9 maggio scorso. La conferenza è stata preceduta da canti del coro della Scuola di Canto Bizantino di Torino e dal discorso di Padre Jossif della chiesa greco-ortodossa. A illustrare i valori della mostra: Carlo Federico Villa, Direttore del Museo di Palazzo Madama, Massimo Broccio, Presidente della Fondazione Musei di Torino. Sono intervenuti anche il Console per il Piemonte e la Valle d’Aosta Fivos Valachis, Paolo Giulierini direttore del Mann, Rosanna Purchia assessore alla cultura del Comune di Torino e Maurizio Cecconi di Villaggio Globale International.
La mostra è curata da Federico Marazzi, col contributo del MANN e del Ministero Ellenico della Cultura e dello Sport.
Informazioni: www.palazzomadamatorino.it