
Le Madonie, in provincia di Palermo, Geoparco Unesco, si alzano con panorami stupendi a dominare la Sicilia. Qui si scia in inverno e in estate si dorme con una copertina. Una Sicilia insolita, lontana da spiagge roventi e affollate, proprio al centro dell’isola. Cime arrotondate, segno di origini remotissime, presenza di conchiglie e fossili, lasciati dal mare che occupava anticamente tutte queste terre.
Tra le cime che raggiungono i 2000 metri circa, si aprono borghi deliziosi, ideali per un nuovo slow tourism. Sono Ganci, Geraci, Castelbuono, le due Petralie, che si sono conquistati negli anni un posto d’onore tra i borghi più belli d’Italia.
Petralia Soprana “Borgo dei Borghi”

Petralia Soprana, in particolare, il comune più alto della provincia di Palermo, a 1140 metri, è stata nel 2018 “Borgo dei Borghi”, cioè il borgo in assoluto più bello d’Italia.
E quindi di grande attrattività, per italiani e stranieri alla ricerca di piccoli gioielli meno noti in giro per la penisola.
Una dimensione compatta, un centro storico di impianto medievale, strade lastricate, suggestivi cortili, fontane in pietra negli slarghi, tante chiese, palazzi nobiliari imponenti che rivelano fasti passati e una grande ricchezza terriera.

Ne è testimonianza per esempio il Matrimonio Baronale, una rievocazione storica in costume settecentesco che si svolge a Ferragosto e ricorda un autentico sposalizio tenutosi il 15 agosto 1700 tra Donna Catarina Sgadari e Don Giuseppe Di Maria.
Tra le famiglie famose gli Sgadari, i Pottino, i Rinaldi, un tempo grandi feudatari, poi, con la riforma agraria degli anni ’50, meno potenti. Oggi i loro palazzi sono quasi tutti pubblici, per lo più sedi espositive.
Frate Umile Pintorno simbolo del borgo

A Palazzo Pottino, ad esempio, è ospitata una bellissima mostra fotografica dedicata ai crocifissi del famoso frate Umile Pintorno, uno dei personaggi simbolo di Petralia Soprana.
Vissuto nel ‘600, si conquistò la fama come eccellente intagliatore di legno, creando capolavori sparsi in Sicilia, nel Sud Italia e in Spagna, famosi per la drammaticità e l’espressività dei corpi e dei volti.
Frate Umile è presente in tutto il borgo, con una statua.
La sua presunta casa natale con un giardinetto dove gli sarebbe apparso un angelo a indicare la strada da seguire, nella intitolazione della Biblioteca Comunale, è ricca di preziosi volumi seicenteschi e settecenteschi.
Il Municipio in un convento Carmelitano

Il Municipio di Petralia Soprana, che domina la Piazza del Popolo, ha sede in un antico convento dei Carmelitani, presenti qui da secoli remoti. Oggi il Municipio, trasformato in forma di castello neo medievale, con merli e una torre dell’orologio, conserva nelle ex prigioni un interessante Museo Civico dedicato agli strumenti del lavoro agricolo e ai reperti archeologici, frutto di scavi nella contrada di Santa Marina.
Petralia Soprana ha un territorio vastissimo coperto da boschi e campi coltivati, suddiviso in numerose frazioni, dove gli scavi hanno rivelato la presenza di popolazioni antichissime, i Sicani, autoctoni, precedenti l’occupazione romana. Della presenza romana, quando la Sicilia era “il granaio d’Italia”, vi è la testimonianza di numerose monete in bronzo.
Le chiese e le festività

Nell’arco di pochi chilometri a Petralia Soprana, si attraversano varie epoche. Dall’impostazione medievale di vicoli, sottarchi, sporti, resti del Castello Normanno di Ruggero di Altavilla, sul punto più alto del borgo, si passa all’inconfondibile stile barocchetto madonita delle chiese. Belle e imponenti, punteggiano la passeggiata da un capo all’altro di Petralia.
Nella chiesa di Santa Maria di Loreto, forse in precedenza un castello fortificato, spiccano in facciata la superba cancellata in ferro battuto e le due torri simmetriche dalle cuspidi rivestite di maioliche coloratissime. All’interno a croce greca stucchi bianco e oro del Serpotta, le icone marmoree attribuite al Gagini e statue lignee.
All’esterno un fantastico belvedere dove lo sguardo spazia sulle Madonie fino a Enna, la vallata del fiume Imera, il mare e l’Etna.

Un altro punto di vista panoramico imperdibile è il campanile del Duomo dedicato ai santi Patroni, Pietro e Paolo, nel cuore del borgo.
Un lungo portico a colonne, con archi leggermente acuti, il portone in legno con riquadri scolpiti in stile gotico catalano, dipinti e sculture tra cui spicca il primo crocefisso attribuito a frate Umile Pintorno, tesori di oreficeria a testimonianza ancora una volta della ricchezza di Petralia Soprana nei secoli.
La festa dei Patroni e l’eroe locale

Gran festa, ovviamente, nei giorni di fine giugno, per San Pietro e Paolo, quando Petralia Soprana si riempie di una folla variopinta proveniente da tutte le frazioni e dagli altri borghi delle Madonie.
Di grande effetto la processione con tutte le statue di legno portate a braccia e lo spettacolo finale dei famosi stendardieri, abilissimi nel reggere gli stendardi delle Corporazioni pesanti anche 50 kg con il gomito, l’avambraccio, il palmo della mano, la fronte o addirittura i denti. Il tutto sullo sfondo delle musiche intonate dalla banda di Petralia, che, Città della Musica e dell’Arte, vanta ottimi musicisti.
Un’altra chiesa da non perdere è San Salvatore, a pianta ellittica, forse costruita da Ruggero il Normanno sopra una moschea. La cultura araba qui ha lasciato le sue tracce, se non altro nel nome di Petralia, che deriverebbe da Batraliah “pietra alta”.
Scorrendo il tempo si arriva al secolo scorso. L’eroe locale di Petralia Soprana è Epifanio Li Puma, contadino sindacalista “sognatore di giustizia”, ucciso nel 1948 prima delle elezioni politiche e prima della riforma agraria che cambiò tante cose, eliminando finalmente il latifondo.
Omaggio alla creatività

Aprirà a settembre il Museo Etnoantropologico del Carretto e del Pupo siciliano di Petralia Soprana, che avrà sede nella bella villa Sgadari, isolata nel verde alle porte del paese.
Si tratta di una collezione privata ricchissima di colori, decorazioni, campanellini, specchietti, coccarde, pittoresche immagini dei paladini di Francia, l’eroe Orlando, Mori e Saraceni, scene di vita campestre, cantastorie. Un unicum in tutta la Sicilia.
Tesori di sale

Se avete visto “The End”, il film di Oppenheimer con Tilda Swinton, sarete rimasti certamente colpiti dallo scenario surreale in cui si svolge la vicenda. Ebbene, lo scenario non è stato creato negli Studios, ma è la famosa miniera di salgemma di Petralia Soprana, la più grande del Sud Europa, da cui si estrae sale purissimo al 99%.
Un antro imponente e maestoso, fatto di cunicoli e grotte, che ha ospitato per settimane le riprese del film e il set del bunker in cui vivono i protagonisti.
Il giacimento di sale si trova esattamente a Raffo, frazione di Petralia Soprana, custodito all’interno di Monte Bovolito, in un sito in concessione alla società Italkali che si è formato circa sei milioni di anni fa per una serie di eventi geologici e per il prosciugarsi del Mar Mediterraneo che arrivava fin qui.
Museo d’Arte Contemporanea Sottosale

All’interno di questo giacimento di sale, inserito con tutte le Madonie nella rete dei siti geologici di interesse mondiale, riconosciuti dall’UNESCO, è nato il MACSS, un originalissimo Museo di Arte Contemporanea Sottosale. L’unico museo di arte contemporanea al mondo ospitato in una miniera di salgemma ancora attiva.
Dal 2011 l’associazione Sottosale di Petralia Soprana ha avviato le Biennali di scultura di salgemma, durante le quali artisti provenienti da tutti i continenti lavorano grossi massi di sale, per dar vita, su temi definiti, a incredibili testimonianze di creatività.
Queste opere d’arte, una volta completate, tornano nelle profonde gallerie della miniera, per conservarsi intatte nel ventre della montagna. Il clima asciutto e privo di umidità preserva il sale perfettamente.

In questi percorsi sotterranei ci si inoltra stupefatti, sia per l’ambiente surreale, sia per l’espressività delle opere, in parte illuminate, che spiccano sullo sfondo bianco delle pareti, sia per la grande Cappella di Santa Barbara, protettrice dei minatori, sia per la presenza di testimonianze di archeologia industriale.
Il percorso suggestivo all’interno delle gallerie di salgemma, intrecciando volti, macchine dismesse, ragnatele di sale che pendono dalle volte, altari astratti illuminati di viola e di giallo. Un’esperienza davvero insolita e memorabile, che porta alla scoperta del cuore nascosto dalle Madonie e della Sicilia.
La cucina e dove mangiare

Anche la gastronomia qui conserva la tradizione. Spiccano le Deco dell’U’squeddu, lo Scoglio: dolce a base di formaggio di pecora, cioccolato e cannella, e i biscotti alla cannella. La cucina è ricca di zuppe di legumi, grigliate di carne e salsicce.
Nel borgo il ristorante storico più famoso è la “Trattoria da Salvatore”: grandi taglieri di salumi, verdure in tutte le ricette e le salse, formaggi freschi e stagionati, zuppa di fave, grigliate, torta lo Scoglio.
Nella Borgata Verdi, l’azienda agricola “Agro-Verdi” offre una scelta di carni e prodotti a km 0, derivati da coltivazioni di cereali e ortofrutticole e allevamento di animali, all’insegna della genuinità e della tradizione.
Zona Party a Pozzillo è un locale friendly, per famiglie e comitive, con ottime pizze, antipasti misti, salumi e formaggi grigliati tel. 3333318837
Il panificio biscottificio Agliata è famoso per la specialità dei biscotti alla cannella.
Dove dormire
Hotel Residenza Petra in pieno centro offre camere confortevoli e un‘ottima prima colazione. Portiere full day.
Cas’Antica Soprana ha la suggestione di una antica casa in pietra arredata con grande gusto e tocchi di design.
Info: www.visitpetraliasoprana.it
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