Genova tra signore e signorine…
Genova aveva un suo grande “quartiere a luci rosse”, che sorgeva proprio in pieno centro nella elegantissima Via Garibaldi. La città portuale per eccellenza ha finanziato la costruzione di buona parte del porto proprio grazie alle tasse versate all’erario dello Stato dalle prostitute. Ogni bordello aveva la sua clientela affezionata a seconda delle disponibilità finanziarie: La Castagna era il luogo preferito dai goliardi genovesi, dove gli studenti universitari univano l’utile al dilettevole, preparavano gli esami, si sollazzavano e escogitavano scherzi e feste. Proprio le sue pareti tinteggiate di viola ispirarono la famosa canzone di Gino Paoli: Il cielo in una stanza. Queste sono alcune delle storie che saranno raccontate nel corso di Le Case Chiuse, un percorso narrativo serale che si terrà sabato 15 giugno a partire dalle ore 21 durante il quale si andrà alla scoperta delle numerosissime testimonianze legate alla storia della città lasciate da quel che resta degli antichi bordelli e dalle vicende delle signore e signorine che vi lavoravano. Il percorso che ha la durata di un’ora e mezza; appuntamento con la guida è alle ore 20,45 in piazza della Meridiana. Il costo di 15 euro. Prenotazioni online sul sito www.itineraliguria.it.
“Via del Campo c’è una graziosa…”. Chi non ha mai sentito la canzone di De Andrè? La prostituzione è stata cantata, in mille modi, forse per quell’aurea romantica del periodo delle case chiuse che a lungo sono state un luogo dove si mischiavano i sentimenti più disparati, dal desiderio, alla repulsione, dall’odio, all’amore straziante, il senso di superiorità e la timidezza. Wallen e Reeperbahn, i quartieri a luci rosse di Amsterdam e Amburgo sono famosi in tutto il mondo e sono un’attrazione quasi morbosa alla quale nessun turista riesce a sottrarsi.
In Italia le case di tolleranza sono illegali ma il ricordo di un’epoca con le storie a essa legata rimane. Storie, non dimentichiamolo mai, che hanno sempre uno sfondo di tristezza, miseria, violenza, sopraffazione, sfruttamento e segregazione e che hanno per protagoniste delle persone: le signore e signorine che esercitavano il mestiere e i loro clienti. Storie che appartengono alla città e che, talvolta, riescono a essere anche bizzarre o addirittura comiche.
Napoli e il Piacere
Anche Napoli ha il suo percorso a tema: “Il Peccato: quando le case erano … chiuse” che si svolgerà nel centro della città sabato 22 giugno alle ore 17,30. E durerà circa un’ora e mezza. Asse principale del percorso sarà la centralissima via Chiaia, all’epoca centro di eleganti e ricercate case chiuse, per poi passare alla confinante zona dei quartieri spagnoli, sede di numerosissime “case del piacere” improvvisate. Prima tappa, la sede del locale più frequentato: “Il Monferrante” nelle cui vicinanze, tra l’altro, si trovava una casa d’appuntamenti la cui maîtresse era solita dare informazioni telefoniche molto dettagliate e fantasiose sulle “attrazioni” della casa al fine di incrementare gli affari. Il momento più importante dell’itinerario sarà la visita ad alcuni ambienti dello storico Casino di Salita S. Anna di Palazzo detto anche “La Suprema” la più rinomata Casa di Tolleranza della città, attualmente sede di un lussuosissimo hotel. Le stanze della casa prendevano il nome dalle “lavoratrici” che le utilizzavano: Mimì do Vesuvio, Anastasia a’ friulana, Nanninella a’ spagnola, Dorina da Sorrento, di cui si racconteranno vicissitudini e aneddoti. La passeggiata sarà intervallata da storie e ricordi malinconici; non mancheranno cenni alle regole che vigevano all’interno delle case e curiosità sulle lavoratrici e maitresse più esuberanti. Infine, un famoso personaggio legato a Napoli lavorò in una casa chiusa per mantenersi gli studi. Il suo nome sarà svelato solo alla conclusione della passeggiata narrata. Prenotazioni su www.insolitaguida.it
(12/06/2013)