Lunedì 25 Novembre 2024 - Anno XXII

Tra gli Agriturismo degli Etruschi

Fine del viaggio tra le meraviglie storiche di quella fetta d’Italia che conserva le vestigia di un antico quanto misterioso popolo. Che ora, 21mo secolo, coniuga l’ospitalità degli Agriturismo e il ricordo degli Etruschi

Veduta di Tarquinia
Veduta di Tarquinia

Riassunto delle puntate precedenti 16-19 novembre

– Giunto nel Cilento lo scriba – non senza ammirare sardanapaleschi residences per bufale e degustare caciocavalli podolici – si aggira alla Borsa del Turismo della Nocciola (concelebrata a Paestum con l’omologa del Turismo Archeologico e festeggiata con coriliche – da corylus avellana, la nocciola in latino – degustazioni nella Sieti di Giustino Fortunato); dopodiché (sempre lo scriba) compie una intelligente visita alla Certosa di Padula indi (via Roma, raggiunta mediante un Intercity mica tanto pulito, non parliamo poi dei cessi) risale lo Stivale recandosi a Tarquinia a un Forum (il X) dell’Agriturismo sapientemente organizzato da Skal (quella originalmente vikinga associazione di grandi viaggiatori i cui soci ogni tanto si alzano in piedi, urlano la ragione sociale e alla fine dell’agape si ritrovano beatamente ciucchi come la giustizia, e ciò, credetemi, vuole già dire molto).

Tarquinia’s short story

Tarquinia, Palazzo del Comune
Tarquinia, Palazzo del Comune

20 novembre

– Intanto comincio (ma sarò breve) con una doverosa assistenza culturale su Tarquinia e quel che c’è intorno (info elargite non per presunta ignoranza del lettore bensì per il rattristante motivo che nel Belpaese geografia e storia sono, stupidamente, ritenute discipline di serie B, col risultato che un viaggiatore che non sa dov’è va paragonato a una macchina fotografica che non ha la messa a fuoco, e se il turista va in giro senza Nikon o Canon si pensi a una visita da lui compiuta nella nebbia).

Tarquinia, Patrimonio Unesco (tanto per capirci) fu sito abitato già all’Età del Bronzo (XII secolo a.c.) e fu etrusca (Tarkna o Tarchuna) dall’VIII al II secolo a.c. (apogeo con Roma in fieri). A dar retta a Erodoto (probabilmente il più informato per motivi cronologici) gli Etruschi (“ben fatti, atletici e sessualmente attivi” precisano – ma forse solo per sentito dire – Anna Alfieri e Carla Valdi nel volumetto “Gli Etruschi e l’Eros”), arrivarono dall’oriente; non è dello stesso parere Dionigi di Alicarnasso (vissuto però un po’ di secoli dopo Erodoto) che ritiene gli Etruschi autoctoni doc; secondo Tito Livio provenivano addirittura dal nord, dopodiché gli storici moderni misero d’accordo tutti i suesposti saggi commentando che potevano andar bene tutte le tre antiche teorie.

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Etruschi, un popolo dalle molte leggende

Scavi in corso nella zona di Tarquinia
Scavi in corso nella zona di Tarquinia

Chi invece romanticamente crede al mito, sa che Tarquinia fu fondata da Tarconte, figlio di Telefo re della Misia (dalle parti di Troia, città da lui protetta perché Dio della Tempesta) e fratello di Tirreno (col quale, ‘lo dice’ la leggenda, organizzò un viaggio di sola andata del suo popolo trasferendolo, appunto, nella futura Etruria).
Circa 300 anni a.c. gli Etruschi finirono poi sotto i Romani (che vivaddio usavano un alfabeto molto meno ostico degli assoggettati, talché se al liceo avessi dovuto studiare coi quasi geroglifici etruschi sarei persino passato a ragioneria). E dopo i Romani e un po’ di barbari ecco (poveri ex Etruschi, con tutto il rispetto) la Chiesa; fin quando da Tarquinia – il 23 ottobre 1875 – passò pure Garibaldi e infine (non c’è mai limite al peggio) i Savoia. E quanto alla geografia, dai citati dati storici si evince che il territorio etrusco da me visitato spazia lungo la costa tirrenica dal nord del Lazio al sud della Toscana (leggasi Maremma) inoltrandosi all’interno fino alla (verde, lo dicon tutti, e mi associo) Umbria.

Acquapendente, agriturismo, locale indipendente con cucina
Acquapendente, agriturismo, locale indipendente con cucina

In un punto del nord Lazio viterbese (per la precisione ad Acquapendente) che – se ho ben capito – più equidistante da Toscana e Umbria non si può, c’è poi Il Tesoro, un Agriturismo con charme, ‘lo dice’ il bel e multifotografico dèpliant redatto da Rita Favero, entusiastica non meno che attivissima Madamìn tuttofacente. Ho usato un termine tipico del a me caro Vej Piemont datosi che (basta il cognome) gli ascendenti di Rita Favero giunsero da queste parti dalla provincia Granda (leggasi Cuneo e dintorni). Ma ormai il Genius Loci ha prevalso e – tra belle costruzioni rustiche doc, prati relax e piscina – c’è un ristorante/cucina in cui la mamma di Rita ha ammannito Pici al Farro, Cappone ripieno e Coniglio in Porchetta. E mi dica il cortese lettore se è poco. (5 – fine)

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Agriturismi per tutti i gusti

Necropoli, tomba del barone
Necropoli, tomba del barone

Ma veniamo al X Forum Nazionale dell’Agriturismo. Anzi no. Datosi che questi incontri o assemblee o assise altro non sono che i soliti meetings in cui ci si parla addosso, preferisco narrare gli Agriturismi. Beninteso quelli (marchette, si, ma un filino di professionalità non guasta mai) che gli inciucanti Skal hanno portato ad ammirare, e ovunque, pare ovvio, libando nei lieti calici (mica quelle puritane spot inspections per anni da me sopportate in tanti hotels degli States, grazie alle quali, però, mediante scaltrezza nell?appropriazione indebita esercitata nell’inspection dei cessi, ho tirato su un’invidiabile collezione di saponcini).

Ma prima di passare alla narrazione agli Agriturismi spottati, preciso per onestà che non conoscevo a fondo questa realtà dell’incoming del Belpaese (ho un bel da scrivere che si viaggia anche spingendosi da Milano alla vicinissima Pizzighettone ma poi, e non sono l’unico, considero viaggio solo una trasferta a più di 10 ore di volo eppertanto snobbo talvolta belle mète viaggiatorie nazionali solo perché troppo vicine). Va però anche precisato che (da quel che ho visto) queste strutture non canonicamente alberghiere oltre che tante sono anche, e soprattutto, assai diverse tra loro, talché chi deve viaggiare si ritrova un filino incapace di scegliere (manca, ad esempio, una guida, o quel che l’è, che informi e proponga itinerari omogenei tra Agriturismi capaci di fornire servizi, passatempi e piaceri ben precisi e organizzati, tipo cucina a disposizione, menu ben chiari e dettagliati.

Gemme d’accoglienza

Riserva Parco dei Cimini, attrezzato per il ristoro dei visitatori
Riserva Parco dei Cimini, attrezzato per il ristoro dei visitatori

Chi va al Bioresort Parco dei Cimini (a due passi il verde del monte che dà nome alla riserva) oltre a très bon confort e ampia scelta tra sport e scienza (Centro Astronomico, quindi aria pura sennò le stelle come le vedi? e pure vari laboratori didattici) si inoltra tra i boschi ma ha la certezza di non perdersi (coordinate gps navigatori: 42° 23′ Nord ? 12° 11′ Est, scrive nel dèpliant il baldo patron ex condottiero paracadutista).

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Vieppiù chic il Valle del Marta a Tarquinia, leggasi che più che con la famiglia e/o gli amici sarebbe saggio finirvi con una morosa (ciao pepp!), e poi rilassarsi nel Centro Benessere o visitare la necropoli etrusca (la cui descrizione lascio ai circa 90 opuscoli su Tarquinia venuti in mio possesso, salvo però suggerire al visitatore una lunga sosta davanti al Tuffatore (nella Tomba che da Lui prende nome).

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