Sono mille e più di mille le motivazioni per visitare la Repubblica Ceca. Ma da poco tempo l’Ente nazionale per il turismo, ne ha messo a punto uno nuovo e particolarmente suggestivo: quello della conoscenza delle radici cristiane in Boemia e Moravia. Decenni di comunismo e di materialismo alla sovietica non hanno avuto la meglio sulle convinzioni cristiane della popolazione. Certo, un po’ come dappertutto, la manifestazione religiosa non è più così predominante, tuttavia si assiste ora alla riscoperta e alla valorizzazione del sostrato che quelle radici e quelle tradizioni derivanti da convinzioni religiose hanno lasciato nei secoli. Quindi: cattedrali, santuari, monasteri, cappelle votive – anche le più stravaganti, come vedremo – stanno diventando un itinerario che sempre più coinvolge il visitatore della Repubblica, nata dalla separazione consensuale dalla Slovacchia il 1º gennaio del 1993, dopo tre anni di Rivoluzione cosiddetta “di velluto”. Ovviamente la Repubblica Ceca ha molto altro da offrire a partire dall’ambiente naturale protetto, da panorami puliti, dalle colline a vigneto e dai numerosi castelli. Insomma, ce n’è di che per organizzare un viaggio, tanto più che anche i prezzi non sono così “flagellanti” come altrove.
Le meraviglie di Praga
Il viaggio messo a punto dall’Ente turismo della Repubblica Ceca in collaborazione con la Czech Airlines e Ryanair, ha come prima tappa Praga, città di cultura mitteleuropea che dal punto di vista di un itinerario religioso-artistico ha molto da offrire. Anche a volo d’uccello, non si può prescindere da una visita alla città vecchia, alla suggestiva vietta dove ha abitato lo scrittore praghese per eccellenza Franz Kafka, al castello, per poi passare per la Cattedrale gotica di San Vito, dove un crocifisso ligneo opera di Frantisek Bilek è segno di sentita devozione; quindi, percorrere la “via dei re” fino a Ponte Carlo, dove alla suggestione delle statue, dell’architettura e del paesaggio creato dalla Moldava, si incontrano personaggi caratteristici: pittori, ritrattisti e validi complessini jazz che fanno da colonna sonora alla passeggiata. Praga merita una visita lunga, non solo per quel che c’è da vedere, ma anche per respirare l’atmosfera rilassata che le note leggere della Moldava di Bedrich Smetana, propiziano e coinvolgono.
Repubblica Ceca Dall’argento dei minatori agli arredi ossei
Indispensabile, dopo una visita all’orologio stronomico, una sosta al Monastero di Strahov, dove in una biblioteca monumentale ci sono anche arredi di grandissimo pregio provenienti da tutto il Paese. L’itinerario cultural-religioso messo a punto dall’Ente ha fatto tappa a Kutnà Hora dove, monumento Unesco, c’è la chiesa di Santa Barbara, patrona dei minatori; una chiesa importante e ricca in una località con pochi abitanti; ma il fatto si spiega se si pensa al nome Kutnà Hora che significa per l’appunto “montagna da cui si estrae”; era l’argento il minerale scavato. All’interno della chiesa, una statua settecentesca ricorda per l’appunto il minatore nei suoi abiti da lavoro. Appena fuori Kutnà Hora, imperdibile è la chiesa del cimitero dove all’interno il macabro si sposa con l’artistico: stemmi araldici, candelabri, lampadari, leggii “fatti” di teschi e di ossa umane.
Uno scultore vendicativo a Olomouc
Altra tappa del viaggio nella Repubblica Ceca, ideale alla ricerca delle radici cristiane, prevede il santuario di San Giovanni Nepomuceno (patrono della Boemia, martirizzato perché non ha svelato le confessioni della regina al re); monumento Unesco, opera dell’architetto Santini, si presenta a pianta pentagonale carica di simboli esoterici e numerologici. La tappa successiva è a Olomouc, dove nel centro cittadino si erge la Colonna della Santissima Trinità, bell’esempio di barocco; nella stessa piazza alcune fontane e su una facciata del municipio un bovindo ligneo con facce lombrosiane che l’artista ha voluto scolpire, prendendo a modello gli amministratori del tempo che non l’avevano pagato; sull’altra facciata, un caratteristico orologio “comunista” dove le figure dei lavoratori formano un corteo per segnare le dodici ore. Una visita, con assaggio del vino da messa, è possibile nelle monumentali cantine dell’arcivescovado, dopo aver visto il castello e il relativo museo, naturalmente.
Brno e il suo Spielberg “pulito”
Velehrad
, già meta di numerosi pellegrinaggi anche al di fuori del territorio nazionale, viene ora riscoperta perché la chiesa e l’ex convento cistercense sono dedicati ai santi Cirillo e Metodio, che tanta parte hanno avuto nella diffusione del cristianesimo e della scrittura. Giovanni Paolo II, nel 1990, fece proprio qui uno dei suoi primi viaggi da papa. L’altro capoluogo, dopo Praga, della Repubblica Ceca è Brno, grande città anch’essa con grandi tracce della religiosità del passato: la cattedrale dei Santi Pietro e Paolo in stile gotico, la chiesa di San Giacomo, la basilica dell’Assunzione. Sulla città domina la fortezza dello Spielbeg, luogo di reminiscenze scolastiche derivanti dalla pubblicistica risorgimentale e dalla lettura delle “Mie prigioni” di Silvio Pellico, la cui pubblicazione, secondo il principe Metternich, è costata più di una guerra persa. Per la verità, la visita non conferma in nulla quei minacciosi ricordi. Le celle sono diventate come stanze ordinate e affrescate di un museo, nel cui cortile si tengono convegni e rassegne musical-teatrali.
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