Mercoledì 24 Aprile 2024 - Anno XXII

India, l’antica sapienza dei Veda

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La parola Veda significa “Conoscenza” e i testi sono Sruti, la rivelazione mistica emanata direttamente dalla divinità. Scopriamo l’antica sapienza indiana

Mani dipinte con l'henné per celebrare un matrimonio induista
Mani dipinte con l’henné per celebrare un matrimonio induista

È difficile spiegare in poche righe tutta la bellezza, la complessità e l’importanza dei Veda, i più antichi testi di Scienza Sacra dell’India, da cui ha avuto origine la letteratura posteriore e che già contengono il nucleo dell’Induismo. Nei Veda troviamo già tutte le divinità che diventeranno molto importanti nell’Induismo più tardo, a cominciare da Visnu. Sebbene i testi siano molto antichi, sono il canto di una civiltà estremamente evoluta e raffinata. Non indicano l’inizio di una cultura in formazione, ma piuttosto sono la piena testimonianza di una cultura delineata, completa e già indiana nelle fondamenta. La loro datazione ancora oggi è incerta: gli studiosi fanno derivare la parte più antica al 2.500/1.500 a.C. e le parti successive dal 1.500 al 700 a.C. L’origine dei Veda è da attribuirsi alle migrazioni e integrazioni con la cultura locale di un popolo di lingua indoeuropea, che i testi indiani chiamano Arii o Ariani, che si stabilì nell’India settentrionale intorno al 2.500 a.C. ma anche qui la datazione è incerta.

Le quattro raccolte dei testi Veda

Agni, il dio del fuoco
Agni, il dio del fuoco

I Veda sono composti da quattro raccolte, Samitha: Rigveda, Samaveda, Yajurveda e Atharvaveda, suddivisione che la tradizione attribuisce al grande rishi Vyasa. Il Rigveda contiene gli inni per invocare le divinità per i vari riti a cominciare dal sacrificio del fuoco; è la prima e più importante raccolta, su cui si basano le altre. L’elemento centrale è lo Rta, ovvero la Legge cosmica, e la divinità protettrice dell’ordine cosmico è il dio Varuna. Da qui l’importanza del sacrificio religioso, della bevanda sacra, il Soma e del rito del fuoco personificato nel dio Agni. Al Samaveda appartengono i canti per gli stessi sacrifici; lo Yajurveda contiene delle istruzioni per la celebrazione di riti; l’Atharvaveda è una raccolta di invocazioni magiche contro i nemici, le malattie e gli errori commessi durante i riti e, rispetto alle altre tre raccolte, è più tardo e considerato un Veda a parte.

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Meditazione ma non solo

I testi vedici
I testi vedici

La parola Veda significa “Conoscenza” e i testi sono Sruti, la rivelazione mistica (che è anche il giusto ritmo musicale) emanata direttamente dalla divinità. Rivelazione che il veggente e poeta (il Rsi) ottiene attraverso la meditazione. La spiritualità della gente ariana è anche molto concreta e reale, all’interno di un sistema basato sulla vita agricola, pastorale e guerriera dove hanno importanza primaria il culto del fuoco, l’adorazione della natura e la cerimonia del sacrificio. I testi riportano un pensiero che per secoli è stato trasmesso solo oralmente da maestro a discepolo e da padre a figlio. Nella trasmissione orale dei Veda c’è un’attenzione all’aspetto sonoro e alle parole in quanto pronunciate, sulle singole sillabe e sui metri poetici, quindi sui suoni, visti come materia indistruttibile della parola che è madre dell’universo stesso. Nei sacri testi immagine e mito vengono usati non come mera superstizione o fantasia, ma come simboli e parabole viventi di cose estremamente reali per chi le pronuncia, secondo la sua concezione della sacralità.

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