Lunedì 25 Novembre 2024 - Anno XXII

Isola di Ponza, nel covo della Maga Circe

Sono le storie, le leggende locali, gli incontri casuali a rendere un viaggio un’esperienza indelebile. In “101 viaggi straordinari da fare almeno una volta nella vita”, Newton Compton Editori, Giuseppe Ceccato e Andrea Forlani propongono itinerari vari e colorati partendo dall’Italia per poi lanciarsi all’avventura in Europa. Tuffiamoci nei mari di casa nostra, nel Covo di Circe

Isola Le grotte di Pilato
Le grotte di Pilato

Sotto il promontorio della Madonna, il barchino dondola come polistirolo al passaggio di un grosso motoscafo. Accidenti a lui! Sulla cima, alcune casette colorate illuminate dal sole del pomeriggio ispirano allegria. Gli ossimori della vita: il “borghetto così allegro” è il cimitero. Da lassù il panorama è infinito, uno dei belvedere più belli dell’isola. Ronzando come un noioso moscone entriamo nel porto: movimento, grida, vai e vieni di piccole imbarcazioni, barche a vela, yacht, gli aliscafi pronti a salpare per Anzio o Formia, le case borboniche che accompagnano la curva delle banchine. Ogni luogo ha una sua storia, ma Ponza, isola di caolino e tufi, figlia di vulcani ed erosioni, venti e mareggiate, di storie ne ha tante. Era l’antica Eea, la terra di Circe, colei che, secondo Omero, trasformò in porci gli uomini di Ulisse. Quest’ultimo li salvò, ma si innamorò della bella maga; il fedifrago ci fece anche un figlio, prima di ripartire verso Itaca e l’ignara Penelope. Al tempo dei Romani, nell’impero decadente di Agrippina, Nerone e Poppea, fu destinata con la vicina Ventotene a esilio dorato dei membri della famiglia reale.

Isola

Più tardi ci passò anche papa Silverio, perseguitato dalla politica “bizantina”. Lasciò un segno così forte da diventare protettore, festeggiato in pompa magna il 20 giugno, e una serie infinita di Silveri e Silverie, il nome più diffuso nei 7,5 chilometri quadrati di estensione dell’isola. Scorrendo i secoli, ci approdò Carlo Pisacane per reclutare uomini nella sua lotta di liberazione del Sud Italia dai Borboni (la piazza e il corso principale portano il suo nome). Ricordate? «Eran trecento, eran giovani e forti…».
Qui soggiornarono forzatamente anche nomi illustri del Novecento, Giorgio Amendola, Lelio Basso, Sandro Pertini. Ci finì, ironia della sorte, persino chi ce li aveva mandati, lo stesso Mussolini, per dodici giorni, prima di essere portato sul Gran Sasso…
Al porto si noleggia una scassatissima Mehari, il mezzo giusto per percorrere i pochi chilometri che collegano i due centri maggiori, Ponza e Le Forna. Quanto basta per visitare le mete d’obbligo, la spiaggia di Chiaia di Luna, l’incredibile Capo Bianco, un’abbagliante contrasto borotalco con il blu del mare, i faraglioni di Lucia Rosa e, dall’altra parte dell’ isola, il Frontone (troppo frequentato per i nostri gusti!), la bellissima spiaggia dello Schiavone e l’arco naturale, cartolina pontina.

Isola Il porticciolo
Il porticciolo

Noleggiando una barca si può ripetere il percorso via mare, con la possibilità di vedere le grotte di Pilato, dov’è ben visibile ancora un’antichissima peschiera romana, la grotta della maga Circe e, vicino all’arco, in mezzo al mare, alcuni scogli chiamati le Formiche, piscine naturali dove è possibile dare àncora e rilassarsi nelle fresche e trasparenti acque facendo snorkeling. Alla sera, colmi di sole, mare e bellezze naturali, si può concludere degnamente la giornata andando a cena da Orèstorante, vista splendida sul paese e un sistema di terrazze sul mare da invidia. Lo chef e proprietario Oreste Romagnolo propone piatti di mare mai banali, spesso stravaganti. Tra i suoi tavoli si possono conoscere i personaggi che animano quest’ isola così strana e meravigliosa. Da Elio Altomare, per tutti il mitico comandante dell’aliscafo, nomen omen, quarantadue anni spesi a fare la spola tra il continente e l ’isola, l’unico che osava sfidare con il suo aliscafo il mare grosso, ad Antonio De Luca, poeta, scrittore, vignaiolo, amante del bello. Un piccolo mondo a parte, solido, coinvolgente, intrigante. Sulla passeggiata borbonica, corso Pisacane, c’è un indirizzo da annotare: è l’Hotel Mari (www.hotelmari.com), una struttura anni Sessanta, bella, tranquilla, un piccolo mondo gestito in modo familiare.
Altre informazioni: www.isolaponza.com

Leggi anche:

Il Gran Moghul. Storia di un amore eterno e di diamanti

Arrivederci Roma. Ritratto di storia antica e moderna

Viaggio letterario dalla dolce vita alla grande bellezza

LEGGI ANCHE  Viaggio intorno al viaggio
Condividi sui social: