Venerdì 22 Novembre 2024 - Anno XXII

Lazio: riscopriamo sapori e tradizioni

Sei tappe per visitare le province del Lazio. Stampa e operatori sono stati invitati a scoprire il territorio, le bellezze storico-archeologiche, naturalistiche, religiose e le eccellenze enogastronomiche per un turismo di qualità

La splendida abbazia di Fossanova nei pressi di Priverno, in provincia di Latina
La splendida abbazia di Fossanova nei pressi di Priverno, in provincia di Latina

 

«Promuovere il turismo, sostenere il cambiamento delle imprese ma anche rendere le regole certe e semplificate nelle procedure» così l’Assessore regionale al Turismo e Marketing del Made in Lazio, Stefano Zappalà. Il turismo è un volano straordinario ed è la principale “industria” del Lazio, investire nel settore consente di creare i presupposti per la crescita, per lo sviluppo ed il rilancio di tutta la regione e la conoscenza dei centri minori.

Promozione e rafforzamento quindi dell’immagine e della visibilità del Lazio attraverso i nuovi strumenti operativi diffusi dal portale www.ilmiolazio.it, disponibile in italiano ed in inglese, che rappresenta il migliore biglietto da visita sui mercati internazionali. «Abbiamo deciso di far arrivare nel Lazio tour operator ed esperti del settore per far visitare le nostre eccellenze – continua l’Assessore Zappalà – in modo tale che quando ritornano nei loro paesi di origine possono descrivere ciò che hanno visto e di conseguenza programmare la loro attività». Dunque si è voluto invertire una tendenza, prima la promozione veniva effettuata prevalentemente nelle Fiere all’estero, ora gli addetti ai lavori vengono invitati direttamente all’interno del territorio per far provare le potenzialità dell’offerta turistica ed enogastronomia.

Provincia di Rieti. Cultura e nuove tradizioni

Leonardo Di Vincenzo della
Leonardo Di Vincenzo della “Birra del Borgo” di Borgorose

Il tour ha proseguito per l’alto Lazio per visitare Borgorose, al confine tra Lazio ed Abruzzo, un antico borgo della provincia di Rieti, sito nell’Alta Valle del Salto in un ambiente montano ancora incontaminato, alla scoperta di altre eccellenze come le lenticchie di Rascino, un prodotto di nicchia, a rischio estinzione, che vengono coltivate solo in questo territorio, che ci è stato illustrato dal presidente della pro-loco di Fiamignano, nonchè produttore, Pietro Calderini. Nel workshop è stato presentato anche il formaggio dell’azienda agricola biologica Casale Nibbi di Amatrice (www.biodiversita.info), che da cinque generazioni opera nel settore agricolo-zootecnico, sita nella zona montana dell’Italia Centrale, vicina al Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, dove domina la millenaria cultura contadina.

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MASTRI BIRRAI. Per quanto riguarda l’azienda “Birra del Borgo” (www.birradelborgo.it) di Leonardo Di Vincenzo, che ha ospitato la presentazione delle tipicità della provincia, è la qualità e la fantasia che caratterizza i loro prodotti innovativi. «È un esempio tangibile di come un’azienda condotta da giovani – ha commentato il direttore dell’Agenzia regionale del Turismo, Ersilia Maffeo – porta avanti la loro idea imprenditoriale per superare le difficoltà di questo periodo di crisi». Di Vincenzo, dismessi i panni del ricercatore universitario, ha rivestito quelli (meno comodi) di imprenditore. «Le nostre birre più amate e conosciute sono anche quelle a cui siamo più affezionati – dice il birraio-ricercatore – come le Bizzarre che sono le più originali, talvolta decisamente sperimentali e di difficile definizione: vengono prodotte una sola volta l’anno, una per ogni mese in base all’annata, e sono disponibili in quantità limitate. Creazioni differenti, ognuna con un proprio carattere, accomunate dalla straordinaria creatività che caratterizza le rispettive ricette, che ci hanno fatto conoscere nel mondo».

Il serpentone, un dolce di oltre un chilo di pasta di mandorle, fatto a mano da Clara Rubeis di S. Anatolla è stato molto apprezzato per la sua originalità e per il suo gusto.

Il meglio del Lazio in sei tappe

L'Assessore regionale al Turismo e Marketing del Made in Lazio, Stefano Zappalà
L’Assessore regionale al Turismo e Marketing del Made in Lazio, Stefano Zappalà

C’è tutto il meglio del Lazio nelle sei tappe degli educational tour programmati per questo mese, che risultano tra gli strumenti di promozione turistica più efficace in quanto ha come obiettivo la valorizzazione delle peculiarità storico-archeologiche, naturalistiche, enogastronomiche, religiose e culturali per i diversi segmenti del mercato. Occorre promuovere il turismo di tutta la regione – che può essere lo strumento per creare un’identità di cittadino del Lazio – e non solo di Roma che deve essere il trampolino per portare il turista nelle cinque province.

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Per presentare il tour: “l’Enogastronomia delle Province del Lazio”, è stata scelta come location l’Enoteca Regionale Palatium, diretta da Paolo Latini, di Via Frattina, a poca distanza da Piazza di Spagna, in cui si possono sentire gli odori di una Roma da vivere per chi vuole andare alla scoperta di un territorio ricco di sorprese anche attraverso il cibo ed i vini. L’enoteca nasce da un progetto dell’Assessorato all’Agricoltura della Regione promosso e coordinato da Arsial. L’idea è quella di collegare le varie specialità di oltre 600 aziende di qualità della regione con i clienti che sono i destinatari finali. Per assicurare ai consumatori un’adeguata informazione sui prodotti del territorio regionale è stato costituito un elenco dei prodotti made in Lazio per i quali si utilizzano materie prime delle province di: Rieti, Viterbo, Latina, Frosinone e Roma stessa. Ha giocato un ruolo importante per il turismo la ristrutturazione della macchina amministrativa di cui fa parte l’Agenzia regionale del Turismo, diretta da Ersilia Maffeo. «Ci sono almeno cinquanta target da valorizzare che c’è solo l’imbarazzo della scelta. La storia di Roma ha fatto sì che sia radicato nel territorio il valore del mangiare bene e stare bene insieme».

Occorre pertanto sviluppare il turismo sostenibile, responsabile e di qualità, ponendosi nell’ottica di orientare la domanda turistica verso prodotti che siano espressione dell’autentica vocazione del territorio.

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