Venerdì 22 Novembre 2024 - Anno XXII

Foibe, la Casa del Ricordo nel cuore di Roma

Foibe, la Casa del Ricordo E stata inaugurata dal presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, la Casa del Ricordo delle Foibe, per ricordare la tragedia delle foibe e l’esodo istriano, fiumano e dalmata. Le attività della Casa saranno gestite dall’associazione nazionale Venezia Giulia e Dalmazia. La struttura sarà aperta al pubblico dagli inizi di marzo per quattro giorni alla settimana ma ospiterà già da questo mese incontri, mostre, convegni. L’apertura di questa struttura è un altro importantissimo passo per continuare a pagare quel tributo di verità. Sarà fondamentale non solo per i tanti eventi che ospiterà, ma anche per l’organizzazione e … Leggi tutto

Foibe, la Casa del Ricordo
Foibe, la Casa del Ricordo

E stata inaugurata dal presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, la Casa del Ricordo delle Foibe, per ricordare la tragedia delle foibe e l’esodo istriano, fiumano e dalmata. Le attività della Casa saranno gestite dall’associazione nazionale Venezia Giulia e Dalmazia. La struttura sarà aperta al pubblico dagli inizi di marzo per quattro giorni alla settimana ma ospiterà già da questo mese incontri, mostre, convegni. L’apertura di questa struttura è un altro importantissimo passo per continuare a pagare quel tributo di verità. Sarà fondamentale non solo per i tanti eventi che ospiterà, ma anche per l’organizzazione e la catalogazione degli archivi cartacei, fotografici e filmografici delle Associazioni, che attualmente sono dislocati in diversi luoghi della Capitale e d’Italia.

“Inauguriamo un luogo che arricchisce il patrimonio culturale di Roma”, ha esordito la delegata comunale alla Cultura, aggiungendo che “tutti i cittadini potranno accedere e dialogare con chi gestisce questa Casa. La priorità è conservare il ricordo ed è per questo che la Casa si propone anche come punto di raccolta di archivi documentali e quindi luogo di studio”.
“La brutalità e l’orrore – ha detto invece Zingaretti – sono anche utili per capire quanto sia congenito nell’uomo il sentimento di repressione delle minoranze e il Paese ha bisogno della memoria per non essere fragile e insicuro”.
“Noi esuli abbiamo assorbito le storie, il distacco dalla terra, le ostilità – ha spiegato Micich – ma abbiamo trovato a Roma anche tanta solidarietà, in particolare dal mondo ebraico. Fu una scelta forte quella di mantenere la propria identità italiana, e molti rimasero lì. Furono coinvolte 300 mila persone – ha aggiunto – per questo lo chiamiamo ‘esodo’. Ma è stata anche una pulizia etnica, ideologica”.

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(11/02/2015)

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