Domenica 24 Novembre 2024 - Anno XXII

Vilnius che non ti aspetti

Vilnius

Un popolo colto che parla una lingua difficile e dalle nobili origini, il lituano. Dopo gli anni bui dell’invasione sovietica, oggi la capitale baltica pulsa di nuova vita nella casa che le compete: l’Europa

Vilnius vista dall'alto
Vilnius vista dall’alto

Vilnius, la Gerusalemme del Nord, come la chiamano, frontiera di cattolici ed ebrei (delle centosei sinagoghe solo una è rimasta in piedi, per un errore nazista: la sinagoga di Pylimo gatvé, la strada che segna i confini tra la città vecchia e quella nuova), è indubbiamente religiosissima ma è costretta oggi a fare i conti con la sfacciata secolarizzazione del presente.

La capitale lituana, colta e istruita, resta comunque un crogiolo di lingue, etnie, religioni e costumi, con aspetti in negativo e in positivo che subito saltano agli occhi. I polacchi la chiamano Wilno, i lituani Vilnius, i tedeschi e bielorussi Vilna. Nessuno è d’accordo. Ma Vilnius è anche una lunga scuola di tolleranza, indirettamente confermata dalla figura di una singolare Madonna dal sorriso benevolo nella cappella del patrono di Lituania, San Casimiro, nella cattedrale costruita sul luogo dedicato al culto di Perkunas, il dio del tuono, uno dei tanti della cosmogonia pagana locale. La vasta piazza antistante è oggi palcoscenico per concerti, gare di skating e balli tradizionali.

Il volto cristiano della città
Da sinistra, la chiesa di Sant'Anna e la facciata di quella di San Domenico
Da sinistra, la chiesa di Sant’Anna e la facciata di quella di San Domenico

Siamo nel centro dell’Europa, l’Europa più negletta, solo ora entrata a pieno titolo nel consesso di Bruxelles. La Lituania fu cristianizzata a forza dal re di Polonia e, formalmente anche di Lituania, Ladislao II Jagellone, con un battesimo di massa nel 1386. Il cristianesimo portò in seguito a un vero e proprio trionfo di chiese (grazie anche ai Gesuiti) che, nel periodo sovietico, fungevano da magazzini per la carta e per la vodka o da musei dell’ateismo mentre oggi sono restaurate o in fase di restauro.

Valga l’esempio della chiesa di San Bernardo, che servì addirittura da set per un film di guerra, con spari ed esplosioni vere… Proprio accanto spicca la spettacolare gotica chiesa di Sant’Anna, così perfetta con le guglie di mattoni rossi e costruita con 31 tipi di mattoni differenti, da essere concupita da Napoleone Bonaparte, insaziabile predatore di tesori artistici, che avrebbe voluto trasportarla a Parigi.

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Case dai colori tenui nel centro storico
Dalla torre di Gediminas si gode uno splendido panorama della città
Dalla torre di Gediminas si gode uno splendido panorama della città

Il centro storico compatto, d’impianto medievale con strade acciottolate, è una città con palazzi gotici o barocchi restaurati, dai quali si accede a cortili che rimandano a un mondo antico di orti-giardini e isbe di legno, molti sono i luoghi pulsanti di vita e di cultura, come l’Università fondata nel XVI secolo, un grande complesso che si sviluppa come un labirinto di tredici cortili, con il vecchio Osservatorio e la tardo-barocca chiesa di San Giovanni. All’interno dell’ateneo, biblioteche sontuose e cappelle rococò. Il resto è ben compresso entro le mura, di cui rimane ben poco, ma che per otto volte la difesero dagli assedi dei Cavalieri Teutonici. Tutti i monumenti sono ritagliati e costruiti su un canovaccio medievale, un dedalo di viuzze piegate a gomito e unite tra loro da cortili porticati.

Ogni angolo vale una scoperta. Così come vale la pena di salire fino in cima alla torre di Gediminas per ammirare il panorama della città, che appare ancora un incantevole alternarsi e susseguirsi di cupole, croci e guglie, che si stagliano capricciose fra la tavolozza dei colori degli intonaci ambra e oro, azzurro fiordaliso e grigio, e le chiazze rosso intenso dei mattoni e dei tetti appuntiti. Si può salire con una breve corsa in funicolare per poi scendere dalla parte opposta passando per un bel parco.

Monumento a Mindaugas unico sovrano lituano

Vilnius Il Palazzo dei Granduchi di Lituania e in primo piano la statua di Gediminas
Il Palazzo dei Granduchi di Lituania e in primo piano la statua di Gediminas

Ai piedi della collina si apre una grande piazza dalla forma a “L” con i due bracci che la circondano per due lati. Sul lato corto si trova il Palazzo dei Granduchi di Lituania (appena restaurato) con di fronte la statua di Gediminas, il primo Granduca di Lituania. Sul lato lungo l’ex-arsenale oggi Museo Nazionale con la statua di Mindaugas il primo (e unico) sovrano lituano e, al punto di congiunzione dei bracci, la bianca cattedrale in stile neoclassico francese con il suo porticato e il grande fregio e, poco discosto, il campanile costruito sui resti della torre del castello.

Tra i due fabbricati, una mattonella in vetro sul pavimento della piazza indica il punto dove, il 22 agosto 1989, un’immensa e pacifica folla di circa due milioni di persone realizzò una lunghissima catena umana di 600 chilometri, che idealmente unì Vilnius, Riga e Tallin. Era la “Rivoluzione cantante” l’inizio della fine dell’occupazione sovietica di Lituania, Lettonia ed Estonia.

Uzupis: una repubblica nella repubblica

Vilnius La Costituzione della Repubblica di Uzupis
La Costituzione della Repubblica di Uzupis

Città cuscinetto di passaggio e conquista, Vilnius subì tre genocidi nell’arco di pochi anni, che annientarono più di un terzo della popolazione. Oggi, finalmente in pace e ufficialmente europea, riappropriatasi della propria memoria e di una lingua arcaica, molto vicina al sanscrito (che i russi avevano vietato) appare serena e assopita, ma con un curioso “frisson” offerto dall’autoproclamata Repubblica di Uzupis, un quartiere degradato oltre il Vilnelé, il più piccolo dei due fiumi di Vilnius (l’altro è il Neris), un po’ come la Cristiania di Copenaghen, con tanto di carta costituzionale, i cui surreali quarantun articoli si concludono così: “Non conquistare, non difenderti, non arrenderti”. Fondata nel 1997, la Repubblica degli Artisti e dei Romantici ha segnato la rinascita del quartiere, per molto tempo in abbandono.

Vilnius Il Palazzo dei Granduci di Lituania
Il Palazzo dei Granduci di Lituania

Sotto il segno di un angelo, rappresentato con una statua nella piazza principale, sono sorte gallerie d’arte, caffè e negozi di artigianato. In questa “simil Montmartre” si trova anche la più piccola chiesa di Vilnius, dedicata a San Bartolomeo, ricostruita nel 1824 in stile eclettico.
La repubblica di Uzupis è solo un episodio in una Vilnius che conta seicentomila abitanti, pochi per attirare importanti investimenti stranieri. Apprezzata all’estero casomai è la cultura lituana, di confine tra est e ovest, caratterizzata dal connubio tra ascetismo cristiano e materialismo russo. Oggi in bilico tra la frequentazione di caffè e ristoranti multietnici, vetrine griffate e show room d’artigianato, i concerti delle rockstar locali e la venerazione secolare della Vergine Nera di Ausros Vartu, effigiata in un quadro nella cappella inserita nella medievale Porta dell’Alba.

Ambra, piccoli sassi di luce
Un pezzo d'ambra alla mola
Un pezzo d’ambra alla mola

Quando si viaggia c’è sempre il “problema” di cosa portare a casa per ricordo o da regalare alle persone care. A Vilnius questo problema può essere risolto acquistando un oggetto in ambra in uno dei molti negozi specializzati. Sono piccoli sassi pieni di luce, come pepite d’oro; a volte, racchiudono insetti, semi o fiori; strofinandoli si caricano di energia elettrostatica e fondono a trecento gradi circa. Sono pezzi d’ambra, la preziosa resina fossile dell’estinto Pinus succinifera, che copriva – trenta-cinquanta milioni di anni fa – le coste del Mar Baltico. L’erosione dei mari e dei fiumi ha riportato alla luce i sassi d’ambra che spesso galleggiano nell’acqua salata.

Recuperata fin dai tempi di Tacito la resina fossile si trova soprattutto vicino alla città di Kaliningrad, nell’enclave russa tra Polonia e Lituania. Moneta di scambio in tempi antichi, gli archeologi parlano addirittura di una “Via dell’Ambra” che dalla foce della Vistola risaliva il corso del fiume fino alla confluenza con il Warta, incrociava il Danubio e giungeva fino ad Aquileia, dove funzionavano i più importanti centri di lavorazione.
La resina trasparente, rossa o gialla, veniva usata per creare gioielli e oggetti preziosi, mentre quella opaca diventava incenso.

La via Baltica dell’ambra

Vilnius che non ti aspetti

Altre vie venivano percorse dai mercanti greci, che arrivavano lungo il Volga fino alle rive del Bosforo. In cambio dell’ambra, i baltici ottenevano oro, rame e bronzo di cui erano sprovvisti. Oggi, la via baltica dell’ambra è un itinerario di quattrocentodiciotto chilometri, patrocinato dall’Unione Europea, che comincia  a Ventspils in Lettonia e percorrendo tutte le coste della Lituania, si conclude a Kaliningrad.
Una strada dove ogni luogo ha un suo significato e una sua storia. Nel museo di Yantarnyi, in Russia, per esempio, è stata costruita una piramide di resina fossile nella quale i visitatori possono entrare per sperimentare gli effetti energetici della Pietra del Sole. Fin dall’antichità, l’ambra è considerata magica e medicamentosa. Recenti studi hanno provato che l’acido succinico ha davvero un’influenza positiva sull’organismo, agisce come un antibiotico, aumenta le difese immunitarie. Tradizioni e credenze popolari trovano così riscontro nella scienza.

A Vilnius, l’Hollywood dell’Europa Orientale

Il castello di Trakai
Il castello di Trakai

Pochi sanno che la Foresta di Sherwood, teatro delle gesta di Robin Hood e la sua banda di Merry Men, si è trasferita in Lituania per la serie televisiva della Warners Brothers; e così è successo per altre storie che abbiamo visto al cinema e in televisione, dal Dr. Jekyll e Mr. Hyde ai Dungeons and Dragons, da Highlander al recente Young Hannibal (Lecter, the Cannibal). Perfino un episodio dell’attacco alle torri gemelle di New York è stato girato qui, naturalmente in studio.
Ora è la volta di Guerra e Pace, che il regista Robert Dornhelm ha girato per Rai Uno: una coproduzione per ventisei milioni di euro, realizzata per Rai Fiction dalla Lux Vide.

La sorpresa viene dunque quando si visita la Lituania e ci si imbatte in qualcosa che ci ricorda qualcos’altro: immagini già viste altrove, al cinema appunto. Il castello di Trakai, per esempio, è come se l’avessimo già visto e in realtà lo abbiamo visto in alcuni film di avventura e di cappa e spada. Ed è così anche per le immagini della città vecchia. I costi ridotti rispetto ad altre location, anche negli altri paesi dell’Est e una grande professionalità di tutti gli addetti ai lavori, hanno fatto le fortune cinematografiche di Vilnius e in particolare del Baltic Film Services, una delle maggiori compagnie di produzione. Con un solo problema, insormontabile: in Lituania non esistono montagne ed è impossibile ricrearne dal vero per un set che le richieda. Ma si può sempre ricorrere al digitale, che non pone limiti alla fantasia.

Info: www.lithuania.travel/it/

Notizie utili

Dove dormire

Il Narutis Hotel, centrale, con bar e ristorante su strada, di antica eleganza, 24 Pilies gatvé, www.narutis.com.
Radisson Blu Royal Aastoija Hotelwww.radissonblu.com/en
Intimo e arredato con gusto lo Shakespeare Hotel, Bernardinu gatvé 8/8,  www.shakespeare.lt
Lo Stikliai Hotel, un relais & chateaux in un palazzo storico con mobili d’epoca e ristorante nella corte rinascimentale, Gaono 7,  www.stikliai.lt.

Dove mangiare
15 euro è il prezzo medio di un pasto a base di cepelinai (gnocchi di patate ripieni di carne e verdure a forma di zeppelin) e di blynai (crepes ripiene di funghi o carne) nei ristoranti tipici come Savas Kampas (Vokieciu 4,) e Lokys (Stikliu 8/10,. Belmontas (Belmonto 17).

Dove fare gli acquisti
L’ambra è certamente uno dei souvenir migliori da portare a casa. Questa resina fossile di diversi colori si può trovare al Museo dell’Ambra (Sveti Mykolo 8) e nel mercato dell’artigianato sotto i portici della Pilies gatvé; anche da Linen & Amber Studio, Stikliu gatvé 3, dove si trovano anche le stoffe di lino, altro acquisto conveniente, e da Mazasis Lino Muziejus, Stkliu gatvé 3.

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