La religione è la principale differenza tra èstoni e russi. Protestanti luterani i primi, ortodossi gli altri. A Kuremäe c’è un grande monastero ortodosso, il Convento di Pühtitsa che in lingua èstone significa “Luogo santo”. Non è particolarmente antico, il prossimo anno festeggerà un secolo di vita, ma è importante come luogo di culto per tutta la comunità ortodossa, oltre a essere molto bello e colorato con il contrasto tra i tetti verdi e i mattoni rossi. La comunità di suore che vive lì è molto riservata e non vogliono (giustamente) farsi fotografare, ma vederle lavorare la terra o curare i giardinetti dona un gran senso di pace.
A Jõhvi, città di concerti
Con un balzo si giunge a Jõhvi, il capoluogo della contea dell’Ida Viru, cioè l’Estonia Orientale. Una curiosità linguistica a proposito di Viru: “Viro” significa Estonia in finlandese (lingua gemella ma più conservativa). In èstone, invece Estonia si dice “Eesti”, un nome che proviene dal tedesco “Estland”, cioè “Terra dell’Est”. “Ida” significa “Orientale”. Jõhvi è una città ancora a maggioranza èstone, importante come nodo ferroviario e stradale e, per un turista, come centro culturale. La sua Sala da Concerti funziona a pieno ritmo e sempre grande successo. C’è anche una bella chiesa fortificata. Una cinquantina di chilometri verso est e arriviamo a Narva. Il fiume omonimo la divide dalla Russia, ma solo quello. Il 96% della popolazione è russa, il 2% bielorussa, ucraina eccetera e il restante 2% èstone. Della sua storia antica è rimasto poco, distrutto da secoli di guerre, ultimo il pesantissimo bombardamento sovietico nel 1944.
Narva tra due fortezze
L’importanza di Narva come centro militare è testimoniata dall’Hermanni, una possente fortezza sulle rive del fiume, proprio di fronte a quella russa di Ivangorod. Che io sappia è l’unico posto al mondo dove due castelli altrettanto imponenti si affrontano a distanza di un solo tiro di freccia e il luogo è rappresentato sul retro delle banconote da 5 Krooni. Sui rapporti tra èstoni e russi la dice lunga la differenza di trattamento riservata ai caduti èstoni della Guerra di Indipendenza nel 1918 e quelli sovietici del ‘41-’45. Ai primi un cimitero di guerra con le croci di ferro abbattute dai russi, spoglio e disadorno. Ai secondi fiori e onori appoggiati attorno al carro armato T34 cimelio della II Guerra Mondiale. Narva è certamente un luogo molto interessante da visitare per capirne di più di questo Paese.
La cascata di Valaste
Tornando verso Ovest conviene lasciare la strada principale, quella che conduce a Tallinn, per seguire la costa. Si passa Sillamäe, negli anni ’50 zona militare, dove l’architettura è totalmente sovietica; poco oltre si giunge a Toila, che ospitava fino al 1943 la splendida villa di un barone tedesco, il castello di Oru. Oggi non è rimasto praticamente nulla se non il grande parco, riserva regionale con oltre 200 specie di piante.
Qui siamo sul mare con le splendide scogliere di Ontika, una muraglia di pietra calcarea lunga circa 20 chilometri e alta fino a 56 metri. A Valaste c’è la cascata più alta dell’Estonia: con una ripidissima scala metallica si scende fino ai suoi piedi e si possono osservare gli strati geologici di cui è costituito il suolo.
Nel Parco Minerario di Kohtla-Nõmme
La città più importante è Kohtla-Järve. Questa era una zona industriale ai tempi sovietici e poco a sud della città c’è uno dei musei più interessanti del Paese, il Parco Minerario di Kohtla-Nõmme. Dove fino al 2001 si estraeva lo Scisto bituminoso, ex-minatori portano i turisti in giro per le gallerie con il trenino con il quale ai loro tempi percorrevano i 60 chilometri di gallerie. Tutti i macchinari sono funzionanti e le guide li azionano per fare capire il loro funzionamento. Il frastuono è assordante e bisognava lavorare con adeguate cuffie per proteggere le orecchie. Alla fine della visita si può assaggiare il tipico pranzo dei minatori: una zuppa a base di carne di maiale, cavolo e panna, tanto semplice quanto saporita.
Sulle tracce dei cavalieri teutonici
Rakvere è la città più importante tra Narva e Tallinn a 116 chilometri dalla prima e 99 dalla seconda. Storicamente appartenente alla Lega Anseatica, c’è un bel castello Duecentesco che ospita anche diverse strutture turistiche: un ristorante, un’enoteca, attività per i ragazzi e spettacoli vari. Di fronte si staglia maestoso uno dei monumenti più grandi dell’Estonia, opera di Tauno Kangro costruito grazie alle donazioni dei cittadini i cui nomi sono riportati sulla base. Si tratta di un uro in bronzo lungo più di 7 metri e pesante 7.000 chili. L’uro è un animale ormai estinto, simile al bisonte, da cui proviene il nome tedesco della città: Wesenburg quando arrivarono i cavalieri teutonici nel XIII Secolo. È sempre stata una città tranquilla e benestante e lo dimostrano le belle case fine ‘800 lungo molte vie cittadine.
Su al nord tra i “manor”, le ville padronali
Ormai stiamo concludendo l’itinerario non prima, però, di avere visitato una delle zone più belle dell’Estonia: le coste settentrionali con Lahemaa, il Parco Nazionale più antico del Paese che risale al 1971. Prima di arrivare sulla costa la strada passa da alcuni manor. Ai tempi in cui l’Estonia era svedese i nobili proprietari terrieri costruirono le loro splendide ville padronali chiamate, appunto manor come in Svezia. Palmse Mõis è uno di questi, il più famoso, oltre a essere uno splendido edificio ospita anche l’interessante Centro visitatori di Lahemaa dove si possono trovare informazioni e cartine sulla zona. Poco lontano Villa Sagadi è un altro manor, in stile neoclassico. Una parte del complesso è stato trasformato in albergo-ristorante e dietro la casa padronale c’è un laghetto e un’ interessante raccolta di sculture lignee moderne.
Gli “affari” dei capitani di marina di Käsmu
Altja
, sulla costa, a 8 chilometri da Sagadi è sempre stato un villaggio di pescatori, con caratteristiche casette in legno dai tetti di paglia. La costa èstone qui è particolarmente bella, molto frastagliata e puntellata da grandi massi erratici, rimasti lì dall’ultima era glaciale. Si possono poi gustare le specialità locali nella locanda Altja Kõrts.
Käsmu, poco lontano ha una storia curiosa: deve la sua fortuna al contrabbando con la vicina Finlandia di sale prima e alcool poi. È chiamato “il villaggio dei capitani” per le belle ville che i capitani di marina potevano permettersi di costruire, appunto grazie ai loro “affari”… Ospita un museo marittimo, ricordo di quando era sede di un’accademia navale. Pochi chilometri ancora lungo la E20 e si torna a Tallinn.
Info: www.visitestonia.com