Venerdì 22 Novembre 2024 - Anno XXII

Si affacciava sul mare la villa di Poppea

Sulle pendici del Vesuvio a Oplontis, oggi Torre Annunziata, a soli cinque chilometri da Pompei sorgeva la Villa di Poppea Sabina, seconda moglie di Nerone. Gli scavi della Soprintendenza di Pompei ha portato alla luce resti di terrazzamenti. Le indagini in corso stanno indagando l’esistenza di un collegamento diretto tra la villa e il mare

Affreschi nella villa di Poppea
Affreschi nella villa di Poppea

La Villa Poppea a Oplontis, oggi Torre Annunziata, sulle pendici del Vesuvio, una delle più significative testimonianze archeologiche dell’area vesuviana. Fu sepolta, come Pompei, aveva il suo spettacolare affaccio sul mare, con panoramici ambienti di soggiorno e terrazzi che si sviluppavano per altri livelli al di sotto di quello dell’atrio principale già alla luce. Ricordata dalla Tabula Peutingeriana – un codice membranaceo medievale conservato a Vienna, lunghissimo e stretto, arrotolabile, replica di una carta d’epoca romana del mondo allora conosciuto a uso di generali e mercanti la città di Oplontis sorgeva a soli 5 chilometri da Pompei, da cui dipendeva amministrativamente, in quella che, era un’unica megalopoli formata dal susseguirsi pressoché ininterrotto di ville e insediamenti costieri, come la descrive il geografo di età augustea Strabone.

La villa  “Poppea”, grandiosa per dimensioni, qualità degli affreschi e sculture in marmo, attribuita a Poppea Sabina, seconda moglie dell’imperatore Nerone, presenta la zona orientale quasi interamente scavata, mentre quella occidentale non è stata del tutto posta in luce per la presenza della strada moderna e di un edificio militare, l’antica Real Fabbrica d’Armi.

La conferma dagli archeologi

Si affacciava sul mare la villa di Poppea

La conferma, da sempre presunta e, comunque, sostenuta, è diventata certezza, a seguito dello scavo stratigrafico condotto dalla Soprintendenza di Pompei nell’area dell’ex Mulino Foglia Manzillo, posta a sud della villa di Poppea e del Canale Conte di Sarno. Lo scavo è stato preceduto da una fase di ricerche di tipo geoarcheologico, che hanno consentito di individuare le aree da sottoporre ad indagine stratigrafica al fine di meglio comprendere lo sviluppo della villa che in questo punto si affacciava su di un’alta falesia a picco sul mare.

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In questa prima fase delle indagini sono venuti alla luce resti di terrazzamenti e dei rispettivi muri di contenimento, di un porticato con colonne rinvenuto in fase di crollo e le prime tracce di pavimenti a mosaico e affreschi parietali. Le indagini in corso sono tese a definire lo sviluppo architettonico di questo lato del complesso e a indagare l’esistenza di un collegamento diretto tra la villa Poppea e il mare, che la presenza del cunicolo visibile nell’angolo sud-ovest del peristilio servile, apparentemente diretto verso il mare a sud, lasciava intuire. Gli scavi in corso, comunque, al di là di quello che è emerso, delle conferme ricevute, serviranno per definire sempre più l’assetto completo della Villa e dell’area circostante.

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